Ci sono momenti nello sport che segnano in maniera indelebile le stagioni. Azioni dalle quali capisci che doveva andare così e che forse tutto sta andando finalmente in quella maniera. Nella vittoria della Openjobmetis Varsese su Trento di ieri sera per 90-89 ce ne sono diversi di questi segni del destino che fanno pensare ad un cambio d’inerzia e rotta finalmente compiuto.

E’ anche vero che se la fortuna aiuta gli audaci, bisogna dimostrare poi di essere tali e la Varese delle ultime tre settimane e degli ultimi tre giorni lo ha dimostrando ampiamente.
Potremmo allora far rientrare ogni considerazione in quella rimessa che De Nicolao fa recapitare nelle mani di Keene, i due giocatori più bassi in campo in quel momento, nell’altro angolo del parquet, con il numero 45 che la trasforma in 3 punti essenziali per il successo varesino a pochi secondi dalla sirena finale.

Uno schema pensato, costruito e riuscito grazie a tanta esperienza e molta audacia, appunto, da coach Roijakkers. Audace nell’allungare le rotazioni di questo gruppo a 10, includendo in maniera concreta e determinante i due giovani Librizzi e Virginio che lo ricambiano con prove da veri senior. Audace come lo spirito e l’identità della Pallacanestro Varese di oggi, che in meno di 72 ore, batte per ben due volte quella che era la terza forza del torneo, sovrastandola in tutto.

Si potrebbe parlare di cosa ancora manchi oggi a questa squadra, del problema di chili e centimetri, di una dipendenza bellissima da Marcus Keene e dalla sua capacità di ribaltare le partite anche solo in due quarti come ieri. Tutte considerazioni che però oggi sono totalmente fuori luogo per una Varese che sta dimostrando di essere più forte di tutto.
Più forte dei pronostici, più forte di un destino che sembrava avverso per una squadra che sta ripartendo dagli ultimi per tornare ad essere tra i primi. Dei due giovani abbiamo detto e potremmo scrivere a lungo, del capitano Giancarlo Ferrero e di Giovanni De Nicolao, bandiere e baluardi del nuovo corso orange a Varese.

Tutti esempi di come oggi Varese pur essendo sulla carta meno forte nei singoli rispetto ad inizio stagione lo è molto di più nel cuore, nella testa e nelle gambe. Lo è molto di più nel concetto di squadra, in quello di un’identità che finalmente è stata trovata e con essa il calore ed il sostegno di tutta Masnago che sente un nuovo vento soffiare.
Che sia quello della salvezza lo vedremo solo tra qualche settimana e ci sarà da sudare fino al termine della stagione, ma intanto torniamo a goderci una squadra capace di riportare emozioni e voglia di vivere il basket a Varese e forse già questa è la vittoria più grande.

Alessandro Burin

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