Risposta doveva essere e risposta è stata. Il Memorial Brusinelli di Trento doveva lasciare le prime vere indicazioni sulla nuova Pallacanestro Varese 2022/2023 è così è avvenuto. Contro due avversari che saranno diretti concorrenti per gli obiettivi stagionali biancorossi, la salvezza ed i playoff, la squadra di coach Matt Brase ha fatto vedere parte di quelle qualità e caratteristiche della nuova filosofia di basket biancorosso.

Il bilancio finale è più che positivo: vittoria con Verona che, per onor di cronaca, ha battuto Napoli nella finale per il terzo quarto posto e sconfitta con Trento, dopo aver dominato per 30 minuti la partita, conducendo ritmo e intensità della gara con una squadra che punterà a giocare i playoff.

La fase offensiva

Ciò che spicca sicuramente è l’efficacia della fase d’attacco del nuovo schema tattico biancorosso, soprattutto per quanto riguarda l’impatto degli esterni in maglia OJM: Woldetensae e Johnson sono già capi saldi del nuovo corso biancorosso. Se sul numero 92 si avevano pochi dubbi, visto il curriculum e soprattutto le qualità tecniche e di leadership, su Tomas impressiona la crescita repentina di queste prime settimane, non solo a livello tecnico, dove ha sviluppato un’ottima capacità di penetrare e arrivare al ferro, quanto quella tattica, metronomo della difesa biancorossa e insostituibile jolly offensivo. Con loro anche Ross nella metà campo avversaria sta iniziando a mettere in mostra tutte le sue qualità di grande finalizzatore, non solo con il tiro da tre punti, ma anche con le penetrazioni al ferro e il gioco in pick’n’roll, mantra della nuova squadra. Non solo punti ma anche assist per l’ex Pepperdine University, 8 con Verona e 6 con Trento. Luci e ombre invece per Markel Brown, che finora è andato a intermittenza. Molto bene con Verona, in una partita chiusa da protagonista con 17 punti e tante altre cose buone, soprattuto a livello di circolazione di palla, in ombra invece con la Dolomiti Energia, in un match chiuso con 3 punti e davvero pochissimi spunti. Una manovra offensiva che pare funzionare molto bene, riuscendo a coinvolgere anche chi entra dalla panchina, come capitan Ferrero, a suo agio in questo contesto di corri e tira nei primi secondi dell’azione, che ieri ha chiuso a quota 9 punti, con 3 su 4 dal campo da tre punti. Unico neo l’attacco a difesa schierata, dove Varese fatica ancora a trovare soluzioni pulite ma con l’ingresso di Owens questo dovrebbe migliorare.

La difesa

Se nella metà campo avversaria il cantiere biancorosso procede spedito, nella propria di modifiche e migliorie da apportare ce ne sono ancora tante. Troppi finora i punti concessi agli avversari, era stato così nel Città di Cagliari (media di 103.5 subiti), i 100 del Lombardia in gara secca con l’Olimpia a Desio e gli 86.5 di media del Memorial Brusinelli, 84 contro Verona e 89 contro i padroni di casa di Trento. Troppi i 53 punti concessi alla Tezenis nei primi due quarti della prima semifinale del torneo trentino. Da lì l’obiettivo, anche contro la Dolomiti Energia, è diventanto il contemineto dell’avversario. Missione compiuta per 30 minuti, con Trento che ha chiuso addirittura a soli 38 punti segnati a fine primi due quarti e 64 al 30′, prima poi di dilagare nell’ultimo periodo, causa il calo fisico di una OJM ancora con le rotazioni corte. L’intensità e la concretezza mostrata però nei tre quarti di gara di ieri sera sono l’esempio migliore di quanto la OJM vorrebbe portare in campo. Uno schema tattico che parte tutto dall’intensità nella sfida 1vs1 e dalla capaictà dei biancorossi di chiudere l’area, sopperendo alla mancanza di peso e fisicità con l’altetlismo.

Caruso da urlo

Al Memorial Brusinelli è arrivata l’ennesima conferma, doppia, del momento di grande crescita del pivot campano, vero uomo in più dei biancorossi in questo inizio di stagione. Tonico, atletico, centrato nell’impostazione tattica di coach Matt Brase e soprattutto molto efficace su entrambe i lati del campo. Caruso pare essere davvero l’acquisto in più di questa Pallacanestro Varese che, pur soffrendo l’assenza di Owens, ha trovato nel lungo azzurro un degnissimo sostituto, che sta mettendo in mostra tutte quelle qualità che l’hanno scorso non era riuscito a mostrare, per demeriti suoi e per i tanti infortuni che lo avevano bloccato a più riprese, non permettendogli mai di entrare in forma. Sia con Verona che con Trento, soprattutto, ha mostrato di poter ricoprire senza problemi il ruolo da titolare in Serie A. Con i bianconeri ha tenuto benissimo il confronto con Atkins e Grazulis, portando fisicità e struttura in difesa e ergendosi a pericolo numero uno per la difesa di coach Lele Molin, chiudendo il match con 20 punti e 9 rimbalzi. Numeri in continua crescita che vanno di pari passo con le prestazioni di Caruso, capace di mettere insieme tante cose utili e preziose nel corso dei 40′ che vanno ben al di là delle mere statistiche e che fanno ben sperare in vista dell’inizio del campionato.

Alessandro Burin

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