VENEGONO SUPERIORE PRIMO RADUNO VARESINA CALCIO STAGIONE 2022/2023

Quinto giorno di lavoro per la Varesina, che si sta preparando con entusiasmo all’imminente avventura in Serie D. Dopo un inizio a ritmo più moderato con appuntamenti pomeridiani, ieri (giovedì) il via alle doppie sedute, alternando il lavoro di potenza agli esercizi in campo.
Prima dell’allenamento odierno (con trasferimento al centro di Vedano), si è svolta la consueta conferenza stampa del pre-stagione, alla presenza delle principali testate della provincia. Dietro ai microfoni, mister Marco Spilli, il vice presidente Max Di Caro, il DS Damiano Micheli e il Responsabile dell’Area Tecnica Andrea Scandola.

A fare gli onori di casa è Max Di Caro, a cui viene chiesto innanzitutto come hanno affrontato questo pre-season dopo la vittoria del titolo. “Sicuramente, come avevamo detto anche a fine campionato, il primo posto ci ha permesso di programmare con più calma questa nuova stagione. Quando arrivi in D dai playoff, come ci era successo l’ultima volta, i tempi si accorciano e mentre giochi le ultime partite devi già pensare a cosa fare in caso di vittoria. Sicuramente da neopromossa incontreremo delle difficoltà, ma le affronteremo con grande serenità, consapevoli di come abbiamo lavorato e di cosa possiamo fare. È un’esperienza nuova, ma in una categoria che conosciamo già, oltre al fatto che Andrea e Damiano hanno svolto un lavoro egregio: essendo andati a vedere tante partite, sapevano già che obiettivi volevamo raggiungere a livello di rosa, quindi abbiamo tutto quello che ci serve per fare una stagione importante”.

Sulla stessa lunghezza d’onda mister Spilli, che aveva già guidato la Varesina in D sempre al fianco della famiglia Di Caro. “Nel frattempo siamo cresciuti e tante situazioni saranno di più facile lettura. Poi chiaramente tutto andrà trasportato in campo e forse quello sarà il compito più difficile, ma sono contento della rosa che mi è stata messa a disposizione, perché sono arrivati tanti giovani con voglia di mettersi in mostra e abbiamo confermato il nocciolo duro dello spogliatoio, quindi c’è una base importante per far crescere l’intero gruppo, che in questo ritiro cercheremo di amalgamare il più velocemente possibile”.

La prima impressione in queste sedute? “Ho visto innanzitutto che è un gruppo molto qualitativo dal punto di vista tecnico, una caratteristica ovviamente sempre più importante salendo di categoria. Dovremo lavorare sul ritmo, ma dal punto di vista tecnico non avevamo alcun dubbio sui confermati; e per quanto riguarda i nuovi, siamo rimasti piacevolmente sorpresi, perché sono ragazzi con tante potenzialità”.

Tra i confermati, una nota sul numero uno Spadavecchia: Vito dà tanto, non solo tra i pali ma anche dentro lo spogliatoio. È lui che indica la strada da seguire e gli altri lo stanno ad ascoltare perché è un leader. È stato riconfermato in primis per questo motivo, oltre al fatto che si è guadagnato sul campo la categoria e sarebbe stato un obbrobrio non sfruttare questo talento che avevamo già in casa. Lui ci ha fatto capire di avere ancora motivazioni importanti, nonostante abbia quarant’anni. È un portiere che ti dà punti, e speriamo che continui a darceli anche in Serie D (ride, ndr)”.

Dal mister, la parola passa ad Andrea Scandola, che spiega la precisa scelta della società di iniziare relativamente in anticipo con la campagna acquisti. Siamo partiti presto e ci siamo confrontati tanto con il mister per capire che caratteristiche ci servivano. Per andare a costruire la squadra, non abbiamo guardato tanto al nome o alla posizione di classifica della squadra. I nuovi arrivati sono ragazzi mentalmente disposti al sacrificio, che si sono messi in gioco dal primo giorno. Hanno ancora tanto margine di crescita, soprattutto i più giovani, e siamo convinti che ci daranno delle belle soddisfazioni”.
Il mercato, però non è ancora chiuso. Stiamo monitorando la situazione e diciamo che tendenzialmente mancano tre giocatori. Serve ancora una punta e potremmo intervenire anche su qualche 2004”.

Ribadisce la filosofia societaria Damiano Micheli, che conferma la centralità dei giovani nel presente e nel futuro della Varesina. È un progetto che parte dall’alto: dal presidente, dal direttore generale e dal vice presidente. Sono state tutte scelte volute e condivise, per puntare su una squadra giovane cercando determinate doti umane e caratteriali. Abbiamo anche inserito un giocatore esperto come Gasparri, mentre i giovani sono ragazzi con tanto potenziale, quindi se riusciamo a incastrare tutti questi fattori, potremo fare qualcosa di bello”.

A proposito di Gasparri e dei colpi messi a segno, Max Di Caro ha tenuto a precisare la forte volontà del giocatore di indossare la maglia rossoblù. Fa molto piacere quando i giocatori hanno voglia di dimostrare di essere utili a questo progetto e a questa maglia, perché vuol dire che come società siamo riconosciuti. Pensiamo anche a Grieco, che ha fatto molto bene a Recanati e aveva tante richieste, quindi non era scontato che venisse qui”.

Sempre Di Caro tocca un altro tema caldo di queste settimane, ovvero la futura composizione dei gironi della categoria. “Sono due gironi completamente diversi. Nell’A, in cui bisogna capire se ci saranno le liguri, i campi sono meno belli e c’è più aggressività. Nel B, che è quello in cui eravamo al primo anno, ci sono squadre importanti che tendono a giocare e ad aprirsi di più. Detto ciò, non abbiamo preferenze in questo momento. Siamo contentissimi di essere tornati in questa categoria e l’obiettivo che dobbiamo avere è di stupire tutti, indipendentemente dalla posizione di classifica in cui arriveremo. Ovvio, come minimo dobbiamo mantenere la categoria, ma cercheremo di fare un campionato importante per consolidarci e valorizzare i giocatori che abbiamo scelto. Personalmente, comunque, mi piacerebbe stare in un girone dove ci sono tanti derby, perché portano più pubblico e interesse sul territorio, ma so che sarà molto complicato”.

E il territorio è proprio al centro dei progetti attuali e futuri della società, che punta ad entrare nel cuore di quante più persone possibili con i propri valori e il gioco espresso in campo.
“Il sogno nel cassetto c’è – continua Di Caro –. Stiamo ristrutturando il centro e vogliamo coinvolgere sempre più gente per avvicinarla al nostro progetto. Da questo punto di vista abbiamo la fortuna di avere 650 tesserati, una famiglia davvero numerosa. La nostra speranza è di avere tante persone che ci seguono, da quelle vicine alla società a quelle del territorio. È qui che la squadra dovrà essere brava a mostrare in campo le caratteristiche che piacciono alla tifoseria, per creare un forte senso di appartenenza”.

Un’ulteriore prova a conferma dell’importanza del dodicesimo uomo nei progetti societari è la decisione, per alcuni aspetti controcorrente, di non lanciare la campagna abbonamenti. “Per quest’anno abbiamo preferito non farla – conclude Di Caro –, anche per il fatto che stiamo ancora uscendo dalla situazione del Covid. Riguardo ai biglietti, cercheremo di venire incontro il più possibile ai tifosi e la nostra intenzione è di tenere dei prezzi leggermente più bassi rispetto a quelli che potrebbero avere altre squadre di D. Stiamo vivendo un periodo complicato, in cui l’inflazione sta colpendo tanti aspetti della vita di tutti i giorni, e se l’ingresso allo stadio costasse venti euro, qualcuno potrebbe preferire non venire”.

Silvia Alabardi

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