Dopo aver dato la pagella, o meglio il pagellone a chi ha vissuto la stagione biancorossa da dietro la scrivania o in panchina, è ora il tempo di dare i voti a coloro che sono scesi in campo con la maglia biancorossa, calcando il parquet dell’Enerxenia Arena.
C’è chi lo ha fatto per un anno intero, chi per pochi mesi ma chiunque in egual modo ha contribuito a portare a termine questa stagione quindi merita sicuramente una menzione nel nostro pagellone di fine stagione.
Sorokas 8.5: Votato MVP dai tifosi biancorossi nel contest de Il Basket Siamo Noi, è stato senza dubbio il miglior giocatore di quest’annata biancorossa. Mai una parola fuori posto, mai un gesto che sia andato oltre le regole, sempre pronto quando è stato chiamato in causa, ha iniziato la stagione in sordina, salvo poi clamorosamente salire in cattedra come pochi o forse nessuno davvero si aspettava. Con Vertemati ha sofferto il ruolo di cambio in alternanza con Jones ed Egbunu ma dal momento in cui è stato posto in posizione di 5 atipico, ha saputo dominare in lungo ed in largo tutti i pitturati d’Italia. Non solo bravura tecnica, quanto intelligenza tattica, spirito agonistico e tanta, tantissima fame per il leone biancorosso che si porta a casa la prima posizione del nostro pagellone e probabilmente, anche la riconferma a Varese.
Keene 8: Mezzo voto in meno solo perché arrivato a stagione in corso. Che si può dire al folletto biancorosso? Poco o nulla, anzi tantissimo. In poco più di 5 mesi ha stravolto il mondo biancorosso, arrivato tra dubbi e perplessità su intuizione di Max Ferraiuolo, la terribile guardia a stelle e strisce di 1,75m ha saputo caricarsi sulle spalle la OJM e condurla verso acque ben più sicure rispetto alla mareggiata in cui si trovava. Mai sbocciato il rapporto con Vertemati, finito in burrasca dopo la sconfitta di Bologna con la Fortitudo, ha trovato sotto la gestione Roijakkers prima e Seravalli poi il suo posto al centro del villaggio. Un giocatore sì anarchico ma anche molto efficace, capace di inserirsi al meglio anche in un contesto di gioco corale, in cui a volte ha dovuto fare un passo indietro per il bene della squadra. Il titolo di capocannoniere del campionato poi alla fine della stagione è il giusto riconoscimento per quanto fatto in campo.
Vene 7.5: Siim per Varese è come il nonno a cui il nipotino si aggrappa nel momento di tristezza, di difficoltà e non per l’età, ma per quanto incarni un punto di riferimento per questa squadra. Come già gli era capitato è arrivato nel momento peggiore della stagione ai piedi del Sacro Monte e con la sua proverbiale intelligenza tattica e qualità tecnica, unite ad una leadership strabordante, ha condotto per mano la squadra alla salvezza. Una certezza per tutto il popolo biancorosso a cui l’uomo di ghiaccio scalda i cuori più di un fuoco ardente.
Librizzi 7: Congratulazioni piccolo campione. In una stagione travagliata come questa, nel momento più difficile, Roijakkers lo ha messo al centro della riscossa biancorossa e lui, senza strafare, con la faccia tosta e la fame di chi ha sempre sognato quel momento si è preso il quintetto, minuti, la gloria, le prime pagine dei giornali, tutto. Tutto che poi per lui è molto di più, perché il suo pensiero primario è rivolto solo a Varese ed a quella maglia che ha sempre sognato di indossare e che ora gli spetta di diritto e per merito.
De Nicolao 7: Prosegue senza sosta nel suo percorso di crescita. Il playmaker visto tra gennaio e marzo è la perfetta evoluzione di quanto oggi sia Giovanni, con l’ultimo step da fare solo in fase realizzativa, dove ha alternato grandi prestazioni a partite meno incisive sotto questo punto di vista. Per il resto solo tanti applausi per come ha saputo gestire la squadra, integrarsi al meglio in un contesto di gioco, quello di Roijakkers, fatto d’intensità, gioco rapido e dinamico, riportandolo ai tempi del college. Si è lasciato alle spalle i primi difficilissimi mesi di stagione dove c’era chi lo aveva addirittura messo dietro al buon Andrea Amato.. In tutto questo ci mettiamo il legame con la città, per un ragazzo con la 10 sulle spalle che nel basket non varrà quanto nel calcio, ma che per Giovanni vuol dire moltissimo.
Reyes 6.5: L’uomo della discordia qualcuno potrebbe definirlo. In realtà Justin è solamente un bravo ragazzo dalla faccia pulita, i modi gentili e la testa sulle spalle, finito non per colpa sua in un tornado che non avrebbe mai voluto. Catapultato in poco tempo dall’altra parte del mondo, in un basket a lui sconosciuto, in una realtà sociale e culturale a lui completamente estranea, ha saputo ritagliarsi il suo spazio, mettendo in mostra tutte le proprie qualità di giocatore versatile, capace di sparigliare le difese avversarie non dando mai punti di riferimento nel proprio modo di stare in campo. Il prototipo perfetto del giocatore che il GM Arcieri ama e che siamo sicuri, sarà parte integrante del futuro biancorosso.
Woldetensae 6.5: Nel momento in cui tutti si aspettavano il centro è arrivato Tomas e ha smentito ogni detrattore. Arcieri e Roijakkers lo scelsero per le qualità balistiche e per la sua versatilità e duttilità. Giocatore amante della buona difesa e della concretezza, in questi primi mesi a Varese ha alternato prestazioni assolutamente eccezionali, vedasi ad esempio la gara di Napoli, ad altre meno appariscenti ma comunque molto concrete. Anche lui, come il sopracitato Reyes, rappresenta una pedina basilare del futuro in casa OJM.
Ferrero 6.5: Perché essere capitano vuol dire sapersi mettere in disparte per il bene della squadra, saper mettere la propria professionalità davanti a tutto, anche a chi ti dice che quest’anno giocherai tra gli 0-10 minuti. Poi riprendersi, tornare ad essere il giocatore letale di un paio di stagioni fa, mettersi al servizio del gruppo in tutto e per tutto, finendo addirittura per fare l’allenatore. Insomma Giancarlo Ferrero non è solo il capitano della Pallacanestro Varese, lui è ormai parte integrante ed indelebile di questa società, così come di tutto un popolo che in lui vede un punto di riferimento ineguagliabile, capace di farsi amare prima che come giocatore come persona e uomo.
Caruso 6: Una stagione non semplice per Willy che, alla prima esperienza in Serie A, ha dovuto combattere più con gli infortuni che contro gli avversari in campo. Il suo contratto lo lega a Varese ancora per due stagioni e siamo certi che ha tutte le qualità per dimostrare di essere davvero quel talento e prospetto che convinse Conti ha firmarlo.
Beane 6: Dopo un’ottima prima parte di stagione, è stato l’unico che nella brevissima esperienza di Roijakkers sulla panchina biancorossa si è spento, abbassando notevolmente la qualità ed il peso delle sue prestazione. Un giocatore che si è mostrato troppo incline al vorrei ma non posso, caratteristica che, molto probabilmente, lo porterà lontano da Varese in futuro.
Virginio 6: Ottima annata anche per Nicolò che, quando chiamato in causa, ha saputo prendersi la scena con determinazione, fame, cattiveria agonistica ed anche qualità. Il suo percorso di crescita è ancora lungo ma il talento ed il fisico per diventare il futuro della Pallacanestro Varese ci sono tutti. Indimenticabile poi, la prestazione del Forum di Assago contro Milano, dove in pochi minuti ha messo a ferro e fuoco il canestro meneghino, per una giornata che siamo certi non si dimenticherà mai.
Kell 6: Nonostante i problemi alla tibia ed una prima parte di stagione in cui è stato impiegato come playmaker, ruolo per lui di difficile interpretazione, quando è stato spostato in guardia ha messo in mostra tutte le sue qualità fisiche e tecniche, tanto da meritarsi la chiamata di Milano. Sarebbe stato bello magari vederlo in un sistema di gioco efficace.
Jones 6: Nel disastro della prima parte di stagione, uno dei pochi ad esserci sempre, a provare ogni volta a mettere il proprio mattoncino per arrivare al risultato finale. Confusionario, a volte pasticcione e anche troppo impulsivo palla in mano, ha sicuramente però messo in mostra doti tecniche non indifferenti per essere un numero 4.
Amato 6: Ha fatto il possibile con i mezzi a disposizione. Si è messo a servizio del gruppo e della squadra, guadagnandosi minuti e opportunità che ha cercato di sfruttare al meglio. Per lui sicuramente una tappa nel proprio percorso di crescita importante.
Egbunu 5.5: Tantissimo potenziale poco sfruttato. Strapotere fisico e atletico imprigionati in uno schema tattico a lui non incline ed un rapporto con Vertemati mai sbocciato. Tanti limiti tecnici, soprattutto in termini di gioco in post basso e di movimento di piedi nel pitturato, ma anche molta sostanza e concretezza difensiva. Nonostante tutte le difficoltà lascia Varese a gennaio come miglior rimbalzista del campionato ed il ricordo di quei 4 mesi dell’annata precedente al financo di Scola giocati ad altissimi livelli.
Gentile 4: Un voto sul quale pesa molto tutto ciò che è successo nell’extra campo e non solo. Sul parquet nella prima parte di stagione ha dimostrato, al di là di tutti i suoi difetti, di avere i numeri del giocatore fuori categoria, alternando però troppi alti e bassi e facendo fatica a trovare quella continuità di cui Varese avrebbe avuto molto bisogno. Dall’addio di Vertemati in poi è stata solo una convivenza forzata fino ai saluti tumultuosi, con tutto il contorno extra campo che tutti conoscono e che preferiamo tralasciare. Mai amato dalla piazza è stato la sconfitta più grande di Varese quest’anno.
Wilson 4: Semplicemente troppo acerbo per un livello di basket come quello italiano.
Alessandro Burin