Capitano del Meda e giocatore simbolo, Luca Tallarita ha il bianconero nel cuore. Alla sua quinta stagione non consecutiva a Meda, è uno dei ragazzi più esperti della rosa di mister Cairoli e con i suoi cinque gol nella prima parte del campionato ha trascinato la squadra in zona playoff. “Sono andato e tornato due volte, ma il Meda è indubbiamente il club a cui sono più legato”.
Cos’è per te il Meda, quindi?
“Sono tornato nell’estate del 2020 perchè ho tanti amici e per me una famiglia seconda famiglia. Basti pensare che ho segnato finora 176 gol e che a settembre mi sono sposato con Maddalena e metà dei miei invitati erano persone che gravitano in questa società. Il mio più grande desiderio dunque è portare il Meda in Eccellenza. Con questi colori sono salito dalla Prima Categoria alla Promozione e ora vorrei tanto fare questo ulteriore step verso l’alto. Ce lo meriteremmo e in primis se lo meriterebbe il presidente che per me è come un padre. Chiede a ognuno di dare il 110%, ma anche lui è il primo a dare tutto per i suoi ragazzi. Basti pensare che qui c’è davvero un’organizzazione da Serie C”.
Quali sono i ricordi più belli di questa storia d’amore che continua da tempo?
“Indubbiamente la vittoria dei playoff di Prima Categoria nel 2018 al termine di un’annata complessa. Ricordo che, dopo essere rimasti in vetta per tutto il campionato, abbiamo perso la testa della classifica alla penultima giornata contro il Cabiate. Abbiamo così dovuto affrontare i playoff e, dopo aver battuto proprio il Cabiate, ci siamo giocati la promozione contro il Cologno. Sono state due partite memorabili, combattute e con tantissimi tifosi al seguito in entrambe le sfide. E’ stato emozionante per me andare a segno in tutte le gare dei playoff e contribuire a conquistare un traguardo così importante. E’ stato un trionfo di gruppo che difficilmente dimenticherò”.
Che cosa vuol dire essere capitano di questa squadra?
“Ho disputato le mie prime gare con la fascia al braccio proprio durante quei playoff di Prima Categoria quando, purtroppo, il nostro capitano di allora Daniele Motta si è infortunato. E’ sempre un onore per me e non chiedo ai miei compagni di nutrire la stessa passione che ho io per questa maglia perchè forse è impossibile, ma cerco con tutte le mie forze di farli innamorare della società e di questi colori”.
La dirigenza ti è stata vicina anche in un momento per te complesso.
“Decisamente. Nell’estate del 2020 mi sono rotto il legamento crociato del ginocchio e al Meda mi hanno messo a disposizione mezzi e professionisti per recuperare al meglio possibile. Uno su tutti, il preparatore atletico Gigi Asnaghi che ha lavorato anche nel Chievo Verona. In quattro mesi mi sono rimesso appieno e la stagione scorsa, prima che bloccassero i campionati a causa del Covid-19, sono riuscito anche a disputare un tempo in un match. Posso solo ringraziarli”.
Nella tua carriera c’è anche la soddisfazione di aver segnato una rete in Serie D.
“Ero molto giovane e giocavo nel Seregno. Mi allenavo sempre con la prima squadra e ho collezionato qualche presenza in Serie D. Ricordo che il mister mi ha buttato nella mischia e all’esordio contro il Chiari ho subito fatto gol. E’ stato un debutto da sogno, ma poi non sono riuscito a mantenermi nel giro della Serie D per una serie di infortuni, scelte diverse e anche impegni di lavoro. In ogni caso, non rimpiango nulla”.
Un’altra tappa importante è stata la Lentatese e quella recente al Rovellasca, è così?
“Nel mio cuore dopo Meda viene sicuramente la Lentatese, una società che è come una famiglia ed è formata da brave persone. Dopo tre anni e mezzo ci siamo separati, ma ho mantenuto un ottimo rapporto con tutti. Nella stagione fermata a marzo per l’avvento del Covid ho giocato con il Rovellasca, club che ha un bel progetto e che vuole fare bene nei prossimi anni. Se il torneo non fosse stato interrotto a causa della pandemia, sono sicuro che saremmo saliti in Promozione”.
Tornando al Meda, qual è il bilancio della prima parte della stagione? Siete in zona playoff al momento.
“Credo che abbiamo perso per strada qualche punto di troppo a causa di un atteggiamento non sempre dei migliori. Sappiamo di essere forti ma non riusciamo a dimostrarlo sempre perchè purtroppo ogni tanto ci distraiamo. A livello individuale secondo me abbiamo i migliori difensori del girone, siamo un gruppo che segna con continuità e con tanti elementi e abbiamo giovani di grande valore. Si potranno tirare le somme a fine campionato, ma secondo me questa squadra potrà dire la sua e puntare davvero in alto”.
Quanto in alto?
“Il nostro obiettivo è andare in Eccellenza. Che questo traguardo arrivi subito o passando dai playoff non ci interessa. Noi vogliamo puntare al bersaglio grosso e abbiamo tutto per riuscirci. L’abbiamo dimostrato anche contro la Solbiatese che ci ha superato soltanto in rimonta e segnando il primo gol solo nei minuti finali”.
Quanto a te, sei contento del tuo bottino di 5 gol? Il tuo compagno Alessandro Ponti è a quota 6.
“Sì, sono piuttosto soddisfatto, ma posso fare ancora meglio. Non c’è competizione, ma competitività, ossia tutti vogliamo giocare e dare il nostro contributo. La nostra forza non è guardare al proprio orticello ma al bene collettivo della squadra. Vogliamo salire in Eccellenza e credo che ce la possiamo fare anche con l’aiuto dei nuovi arrivati; penso, ad esempio, al mio compagno di ruolo Filomeno, un giocatore interessante e con qualità importanti”.
Qual è il vostro programma di allenamenti da qui alla ripresa del campionato (e dei recuperi)?
“Il mister ci ha concesso soltanto il 5 gennaio di riposo e ci stiamo allenando quattro volte alla settimana. Stiamo lavorando forte e con concentrazione allo scopo di ripartire il meglio possibile fin dai due recuperi contro Aurora CMC Uboldese e Saronno. Non possiamo lasciare altri punti per strada”.
Il 2022 è iniziato da poco. Quali sono i tuoi desideri?
“Vorrei fare il salto di categoria, ci lavoriamo da due anni e, vista la squadra, questo potrebbe essere l’anno giusto. L’importante è arrivare in Eccellenza, magari dando in prima persona un contributo non indifferente in campo e fuori”.
Laura Paganini