Si scrive Salvatore Testa si legge difensore classe ’92, capitano del Luino, si scava più a fondo, invece, e si trova l’animo di chi ha fatto del “non mollare mai” una filosofia calcistica di vita. Perché il difensore rossoblù è così, è quello che non conosce mezze misure, è quello del tutto o niente, è quello che mette in prima linea la spensieratezza per far da scudo, invece, ad una gran voglia di crederci. Credere in cosa? Nel traguardo playoff?
Stai parlando con uno scaramantico a livelli massimi, ti dico solo che per settimane ho preso la stessa pizza al giovedì, quasi mi vien da dire fortuna che abbiamo perso con il San Michele perché non ce la facevo più di mangiare tonno e cipolle”. 

Però non hai risposto alla mia domanda. 
Oggi come oggi non posso nascondermi, il nostro obiettivo è il 5^ posto”.

E se te lo avessi chiesto due mesi fa? Mi avresti risposto la stessa cosa?
Due mesi fa avevamo già pareggiato con l’Ispra, quindi sì, ti avrei risposto la stessa cosa”.

In che senso? Cosa ha significato per voi il pareggio con l’Ispra di inizio anno?
La verità è che siamo partiti senza obiettivi, il nostro unico pensiero era fare bene e restare uniti, nelle prime quattro giornate abbiamo collezionato un punto, non benissimo, ma alla 5° abbiamo incontrato l’Ispra, una delle favorite, e abbiamo pareggiato 4-4, un risultato che forse ci andava un po’ stretto per quanto visto in campo, lì ci siamo resi conto che eravamo all’altezza di una squadra davvero forte, e qualcosa è cambiato”.

Da lì parte un altro campionato per il Luino, un campionato che oggi a quattro giornate dal termine vi vede 5° con 36 punti. Nel mezzo cosa c’è stato?
Innanzitutto ci sono stati una lunga serie di risultati utili consecutivi che ci hanno portato ad essere dove siamo, ci sono stati errori ma anche quel non mollare mai che ci ha fatto ribaltare situazioni impensabili e vincere gare difficilissime, solitamente la forza di una squadra si costruisce in casa, noi siamo andati a vincere tanto anche in trasferta e questo ci ha fatto riflettere, e credere appunto che anche una formazione come la nostra, che sulla carta ha qualcosa meno di altre squadre, potesse dire la sua fino in fondo”.

A proposito di questo, te lo aspettavi così combattuto questo campionato? Ti sbilanceresti su una favorita per il titolo?
In questo campionato nessuna squadra è riuscita a scappare, a prendere vantaggio, né tantomeno a fare il vuoto, mi sono reso conto, dopo undici anni in prima squadra, che il livello della Prima si è alzato rispetto a qualche anno fa e la classifica lo dimostra, tante formazioni agguerrite e di valore, adesso diventa difficile perché le rose più ampie potrebbero fare la differenza e perché chi magari non è riuscito ad esprimersi al meglio potrebbe calare l’asso, ci sono giocatori in questa categoria che davvero hanno giocato ad altri livelli, adesso è il loro momento, emergere proprio quando conta di più. Quanto alla favorita qualcuno mi prenderà per pazzo ma io dico 55% Valceresio – 45% Ispra e lo dico non perché i nerazzurri non abbiano le carte in regola per farcela, tutt’altro, ma perché se la Valceresio sono anni che si trova così in alto è perché ha lavorato bene e prima o poi dovrà raccogliere i suoi frutti; e poi lo dico anche perché l’Ispra l’ultima giornata deve venire a Luino, non sarà semplice per noi ma nemmeno per loro, potrebbero giocarsi il titolo ma anche noi potremmo giocarci un playoff”.

In questa cavalcata, oltre voi giocatori, ci sono due perni imprescindibili: uno è il ds Marco Cracas e l’altro mister Iori, cosa pensi di loro?
Lo hai detto tu, due perni imprescindibili. Fare calcio a Luino non è facile, eppure loro ci stanno riuscendo. Cracas ha il grande merito di aver costruito una rosa di spessore con un budget che sarà 1/5 di quello che spendono le big trasmettendoci l’importanza di fare gruppo, lui riesce sempre ad incoraggiarci, a spronarci quando le cose non girano, ma anche a restare con i piedi per terra nel caso opposto, è davvero un valore aggiunto per questa società; di mister Iori potrei dire la stessa cosa, sono stato allenato da suo fratello Stefano ma lui non lo conoscevo, mi sono trovato subito benissimo perché è un tecnico diretto, tocca le corde giuste, non ha bisogno di urlare, dice quattro cose e fa centro, talvolta ci becchiamo anche ma il calcio ha bisogno di confronti, il ds e il mister sono davvero gli artefici della rinascita”.

Riassumendo: sei soddisfatto dei tuoi compagni, soddisfatto del direttore e dell’allenatore, e di Salvatore Testa? 
Partiamo dal presupposto che Salvatore Testa è un po’ un pazzo, non è un segreto dire che ero titubante all’inizio dell’anno sul restare o meno, poi però ho detto al ds “Resto ma metti il premio playoff” come a dire, “Resto ma a sto punto ci credo per davvero”, ed è così, io ci credo, così come credo che nella vita si debba sempre migliorare, vale anche per me, penso di aver fatto fino ad oggi un buon campionato, ma la mia soddisfazione è vedere un gioco di squadra e soprattutto aver trasmesso ai più giovani i valori che io stesso ho acquisito giocando a calcio, sono il capitano di questa squadra da quando siamo ripartiti in seconda categoria e questa fascia al braccio pesa, ma la porto con orgoglio, le mie responsabilità, però, sono aumentate da quando abbiamo perso Matteo Dozio per infortunio, lui è un grande vice e senza di lui non è la stessa cosa, ma a nome mio e dei ragazzi colgo l’occasione per fargli l’in bocca al lupo visto che mercoledì verrà operato al crociato; posso fare anche un’altra menzione?Certo. “Un altro ragazzo che vorrei citare è Emanuele Cosso ma non tanto per i 19 gol fatti quanto per la crescita a livello caratteriale, ero scettico, mi sembrava non avesse la personalità adatta, abbiamo lottato per lui oggi posso dire con certezza che anche lui sta lottando per tutti noi”.

Bosto, Arsaghese, Tradate, Ispra: questo il cammino che vi separa “dal grande sogno”: cosa deve fare il Luino per riuscire a realizzarlo?
Deve essere consapevole delle proprie forze ma avendo la testa sulle spalle, questo significa non sentire la pressione nonostante tutto avrà un peso raddoppiato, e poi deve fare quello che ha fatto fino ad oggi, ovvero lottare fino alla fine, potremo arrivare quarti o sesti, quello che garantisco e che ne usciremo a testa alta”. 

Mariella Lamonica

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