Aria di cambiamento e il cambiamento passa dalla gioventù, dalla freschezza, dalla voglia di fare e di mettersi in gioco: tutti aspetti che fanno rima con Alessandro Giallonardo, e il Luino non ha avuto dubbi nel puntare su di lui per risollevarsi in classifica.

L’ex attaccante di Verbania, Sunese, Seregno (solo per citarne alcune) qualche anno fa aveva forzatamente appeso gli scarpini al chiodo per una vicenda “alla Eriksen” finita con un pacemaker al cuore, e da lì aveva scelto di fare il vice a Brando al Verbania, e poi ad Erbetta al Borgomanero. Non aver scelto di smettere, però, era come un boccone amaro e per di più rimasto indigesto; mettere un punto ci stava, ma non così.

Volevo decidere io racconta Giallonardo così sono andato in Svizzera al Vedeggio, in Seconda Lega, dove il tecnico era Gatti. Quando finì la stagione lui accettò la Caronnese e alla società disse “Il mister lo avete già in casa” facendo riferimento a me. Da lì è partito tutto”. Le scarpe tornarono definitivamente sul chiodo perché dopo Vedeggio ci fu il Covid e la nascita di una bimba e, dopo il Covid, ci fu Minusio.

Ma l’esigenza e la voglia di tornare in Italia hanno fatto sì che ora la ripartenza avvenisse da Luino.
“Cercavo un’opportunità per rimettermi in gioco e l’ho colta al volo”.

Hai allenato la squadra in una sola seduta, qual è stato il primo impatto?
Sinceramente vedendoli così faccio fatica a pensare che questa formazione non abbia mai ottenuto un successo in questo campionato: è una squadra che ha dei valori, che ha carattere e tutte le premesse per fare meglio. Ci sarà tanto da lavorare sotto l’aspetto mentale perché è chiaro che il morale sia a terra, ma sono sicuro che, nonostante oggi la classifica sia difficile, ci siano i mezzi per risalire”.

La Prima Categoria è un campionato che conosci poco: cosa ti hanno riferito? Ti hanno accennato in particolar modo ad alcune squadre?
Sì, è vero, è un campionato che conosco poco, più per sentito dire che per visione diretta, ma ho talmente tanta passione che la categoria quasi non conta. Mi hanno parlato comunque di un girone molto avvincente con squadre attrezzate: per sentito dire so che Gallarate e Valceresio sono due buone formazioni, ma conto di vederle dal vivo e farmi un mio giudizio. In generale credo che più si scenda e più sia difficile, perché non hai a che fare con dei professionisti e devi capire il momento, curare i dettagli; devi essere doppiamente bravo”.

Alessandro Giallonardo che tipo di allenatore è?
In sintesi un rompi…, parlo sempre, cerco di tenere alta l’attenzione, di stimolare chi ho di fronte, non conosco momenti morti, ed in campo, la domenica, mi piace vedere una squadra agguerrita, attiva, sia nella fase di possesso che di non possesso. So che non posso pretende da subito il “bel calcio che ho in mente” e che il primo che dovrà adeguarsi a questa categoria sono io, però spero di poter mettere in pratica, col tempo, le mie idee”.

Sei stato spesso un attaccante da doppia cifra e in quest’avventura avrai a che fare con un reparto avanzato composto, principalmente, da Pavanello, Cosso e Seno, oggi alle prese con un momento difficile visti i pochi gol: cosa dirai loro?
Chi ha fatto l’attaccante sa che talvolta il momento non ti permette di esprimerti come vorresti, di fare gol, che poi è l’essenza del calcio, ma cercherò di infondere loro serenità: non devono incaponirsi solo su questo, ma devono giocare per la squadra, se arriverà la prestazione arriveranno anche le reti”.

Il tuo esordio passa dalla sfida con la Sommese, squadra neopromossa che sta facendo molto bene con all’attivo 11 punti, che gara ti aspetti?
Purtroppo non li conosco, eccezion fatta per Andreolli, mi hanno detto che sfruttano bene il loro campo e sicuramente sono in un ottimo momento di forma; non posso pretendere chissà cosa visto che domenica avrò allenato la mia squadra appena due volte, ma di sicuro posso pretendere che entrino in campo con il coltello fra i denti. E questo dovrà valere sempre”. 

Mariella Lamonica
foto chalcio.com

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