I Mondiali di canottaggio che si stanno svolgendo alla Schiranna di Varese stanno riscontrando un grandissimo successo, non solo in acqua, quanto anche al di fuori. Questo grazie a tutti i volontari, gli organizzatori e alle Forze dell’Ordine, che in questi giorni di gare stanno assicurando a tutti i famigliari dei giovani protagonisti di questo evento sicurezza e tranquillità. Abbiamo deciso di intervistarli per scoprire come anche loro stanno vivendo questa fantastica esperienza sociale e sportiva.

Ad iniziare è Michele Sbardellati che afferma sorridente: “Sicuramente ci si deve adattare perché siamo tra giovani che parlano altre lingue e sono abituati a tutt’altro. Però la cosa bella è proprio questa: conoscerli e imparare le differenze che distinguono una Nazione da un’altra”.

“Stare tra così tanti ragazzi mi fa venire in mente molti ricordi della mia gioventù (sorride, ndr)- ci dice Carlo Gavaz con al suo fianco Rocco Pardo. Quel che è certo è che, anche se si è di Paesi diversi, quando si è sul podio o banalmente quando ci si incontra per parlare un po’, le Nazionalità non contano”.

Dietro la divisa c’è un’anima da tifoso che, come tutti gli spettatori venuti fin qui per vedere gli atleti gareggiare, gioiscono per i risultati ottenuti dalla squadra italiana. A parlarcene è Angelo Motta: “Sono contento dei risultati ottenuti dai nostri giovani ragazzi…Solo ieri hanno vinto tre ori, due argenti e un bronzo”.

Anche se sentono la fatica del lavoro, sui loro volti si legge la felicità e la contentezza di essere qui, al Lago della Schiranna.
“Oltre ad essere volontari, siamo marito e moglie concludono Alessandro Vannini e Laura Sozzi. Stare qui insieme a vivere un’esperienza simile è stupendo”.

Francesca Meoni

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