Gestire un settore giovanile non è semplice, ma con il giusto lavoro e impegno si possono raggiungere ottimi risultati. L’accademia del Morazzone, élite in Lombardia, ne è certamente un esempio. Il direttore tecnico del settore giovanile, Christian Conte, crede che uno staff competente, come quello di Morazzone, sia fondamentale nel percorso di crescita dei giocatori della filiera.

La Prima Squadra milita in Promozione e si trova al momento al secondo posto in classifica: i tanti giovani provenienti dal settore giovanile in gruppo con i “grandi” sono la prova del lavoro che lo staff del Morazzone sta svolgendo a partire dai più piccoli. L’obiettivo ora è quello di mettetene alto il livello, aggiornandosi sempre di più per cercare di mantenere alte le aspettative.

Quali sono le qualità che si ricercano nei giovani?
“Le qualità, dentro e fuori dal campo, vanno allevate dai membri dello staff. Nel settore giovanile deve esserci un progetto che si basi sull’ambito educativo in primis, senza pensare ad arrivismi e opportunismo. Il giovane, che è al centro del progetto, deve essere educato e avviato verso il benessere fisico. Ovviamente una crescita deve esserci anche dal punto di vista agonistico, ma senza le fondamenta non si va da nessuna parte.”

Quali sono le difficoltà maggiori nel gestire un settore giovanile?
“Le difficoltà emergono quando non ci sono impegno e competenza. A Morazzone lo staff ha entrambe queste qualità, dalla famiglia Compri, al direttore sportivo Dallo, passando per tutti gli altri membri e questo è fondamentale. Il numero di tesserati, l’età media e la posizione in classifica della prima squadra, così come quella dell’under 19 sono risultati, frutto del lavoro degli ultimi cinque anni”.

La Prima Squadra del Morazzone è seconda in classifica e ha molti giocatori giovani; sono prodotti delle giovanili?
“Sì, sono molti i prodotti delle giovanili ad essere arrivati in prima squadra. Questo è il risultato dell’ottimo lavoro della società, che mette lo staff nelle condizioni migliori per lavorare. Dai più piccoli alla prima squadra tutto è svolto nel modo migliore possibile. In più la capacità del mister di gestire un mix tra giovani e esperti permette alla squadra di essere in posizioni altissime di classifica, nonostante l’età media sia una delle più basse in Lombardia”.

Quando è difficile da gestire il passaggio dal settore giovanile alla Prima Squadra?
“Non è certamente semplice; c’è un percorso da svolgere. i giovani devono essere messi in condizione di fare esperienza il prima possibile e in un ambito famigliare, così che il passaggio non sia troppo difficile. Qui a Morazzone, non vedo troppe difficoltà per i giovani: penso che si sentano accolti e che non sentano troppo la pressione. La fiducia che riponiamo in loro ci viene ampiamente ripagata dalle loro prestazioni in campo”.

Quanto è importante il ruolo degli allenatori, tra giovanili e Prima Squadra?
“Si tratta di due ruoli completamente diversi ma entrambi fondamentali nel percorso di crescita dei giocatori. Chi allena i più piccoli deve mettere a disposizione le proprie conoscenze ed essere disposto ad ascoltare le esigenze dei bambini: deve essere un punto di riferimento per la squadra. Per quanto riguarda la prima squadra il discorso è diverso: l’allenatore oltre alle competenze deve sapere gestire il gruppo, senza cadere in preferenze e basando le proprie scelte sulla meritocrazia”

Quali sono gli obiettivi per migliorare il settore giovanile?
“I risultati di oggi sono frutto di tante ore, tanto lavoro svolto negli ultimi cinque anni; migliorare è possibile ma non ci sono così tanti margini. L’accademia del Morazzone è stata una delle prime élite in Lombardia. L’obiettivo è non adagiarsi e cercare di mantenere alto il livello, cercando di aggiornarsi sempre e consolidare la nostra posizione”.

Giovanni Enrico Civelli

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