Quando il silenzio pesa più delle parole. Bocche cucite nel post Pro Patria – Mantova. Un messaggio chiaro oltre ogni ragionevole dubbio che i tesserati biancoblu hanno voluto recapitare alla sbaraccante proprietà del club di via Cà Bianca.
La salvezza val bene un pomeriggio di mutismo la cui didascalia a margine di Serie C blindata e playoff certi con un punto domenica a Crema era già stata messa in calce dalla curva dello “Speroni”: “Presidenza disastrosa. Mancanza di progetto. Maglia imbarazzante. Prezzi impopolari. Botteghini chiusi. Stadio al degrado. Da società modello a società zimbello”.
Risultato sportivo raggiunto a dispetto di quanto accaduto (o non accaduto) fuori. Il Consorzio Sgai ha messo in vendita la squadra senza (di fatto) averla mai gestita. Mossa comunicata con tempistiche avventurose proprio nei giorni più delicati della rincorsa al mantenimento della categoria. La parte tecnica non ha gradito (eufemismo). A partire dal DS Turotti letteralmente esacerbato dall’andazzo assurdo preso dalle more societarie. Il silenzio di oggi è un gesto dadaista. Ma non è detto che chi dovrebbe capirlo, alla fine lo farà per davvero.
Giovanni Castiglioni