Non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Così sei un vincente“. Per commentare la sconfitta della Pallacanestro Varese per 100-108 contro la Virtus Bologna prendiamo in prestito la celebre frase di Rocky, che quanto mai come in questo momento può e deve essere il mantra dei biancorossi per voltare subito pagina.

Perché la sconfitta contro le V nere racconta molto più di quanto possa dire il mero risultato, tra dati positivi ed altri negativi, tutti utili per continuare a costruire un percorso che si sta dimostrando più fruttuoso che mai.

Ed allora, se vogliamo partire dalle cose negative, partiamo con un’analisi tanto semplice quanto oggettiva e lucida, la partita di ieri sera, domenica 4 dicembre, la Virtus non l’avrebbe persa mai. Perché tanto più lunga di Varese, perché molto più qualitativa e fisica dei biancorossi, perché squadra espertissima capace di gestire anche i momenti più duri del match. Le V nere ieri hanno fatto quello che fino ad oggi non era mai riuscito a nessuna squadra in questo campionato, battere Varese sul proprio terreno: quello del gioco rapido senza respiro, quello dei ritmi elevatissimi e della poca difesa a fronte del tanto attacco, come il risultato finale dimostra, quello di tenere sempre dietro i biancorossi nel punteggio per ben 40′, quello di respingere il ritorno di fiamma di una Openjobmetis mai doma.

Dietro tutto questo però si nascondono, anzi, emergono, i lati positivi di una serata che deve solo far ripartire più forte questa Pallacanestro Varese. Il primo, lampante ed incontroversibile, ovvero aver costretto Bologna a cercare e trovare la miglior prestazione in stagione in campionato di due mostri sacri come Teodosic e Belinelli per espugnare Masnago. Il secondo, la resilienza di una squadra che si rifiuta sempre e costantemente di perdere, anche quando sembra al tappetto, anche sotto di 21 punti a metà terzo quarto contro la squadra più forte del campionato, anche senza uno dei suoi uomini migliori, Reyes, costretto al forfait a pochi minuti dall’inizio della partita, anche contro un peso psicologico non indifferente.

Contro tutto e tutti, nel pieno rispetto della propria identità, dei propri canoni, della propria filosofia, segnando 100 punti, sottolineiamo 100, ad una squadra che finora in stagione viaggiava ad una media di 69.3 concessi e a Varese non ha regalato niente.

Una squadra più forte delle avversità, capace di rendere parte di un percorso di crescita anche una sconfitta per ripartire con ancora maggior convinzione e forza, perchè l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Così sei un vincente e questa Varese ha tutte e carte in regola per esserlo.

Alessandro Burin

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