Dopo 4 anni passati a dirigere il Crenna, Corrado Colombo è diventato presidente della pallamano Cassano Magnago a metà ottobre, raccogliendo l’eredità di Cristiano Braggion. Il neopresidente si è trovato a dover gestire una situazione non semplice dopo le partenze di quest’estate, dovendo affrontare la difficoltà di ricostruzione della squadra per riportarla a splendere nei prossimi anni.

Come è arrivato a diventare presidente?
“Sono partito dal gradino più basso, avvicinandomi alla pallamano perché la praticavano i miei figli. Ho iniziato a dare disponibilità come volontario e, piano piano, sono arrivato ad avere sempre più competenze. Ho fatto per 4 anni il presidente del Crenna a Gallarate, una società più piccola di quello che è Cassano Magnago; successivamente sono stato invitato qui dall’allora presidente Braggion e, nonostante le difficoltà del periodo storico, ho deciso di accettare quest’incarico”.

Ha parlato di difficoltà, quali sono i problemi che sta riscontrando?
“I problemi sostanziali sono 2: il primo sono gli atleti fidelizzati, i quali sono appassionati a questo sport, che vanno controllati con screening e tamponi per non fermare le competizioni e mantenerli in attività. Il secondo ostacolo è invece rappresentato dall’attività promozionale: la società organizza con le scuole dei corsi di avvicinamento alla pallamano ma in questo momento è difficile entrare nelle scuole a causa del virus, mentre lo scorso anno i ragazzi erano a casa. Quest’anno è andata molto meglio, soprattutto con i ragazzi dai 9 ai 12 anni, ora dobbiamo capire come gestirli in questo periodo: noi cerchiamo di guadagnare la fiducia delle famiglie oltre a quella dell’atleta, ma i problemi sono evidenti. Per entrare in palestra serve il green pass, ma molti dei ragazzi non lo hanno a causa dell’età ed essendo uno sport di squadra, le famiglie sono titubanti per il rischio dei contagi”.

Proprio a riguardo dei contagi, ai primi di gennaio sono stati annullati due incontri della nazionale, teme che ci possa essere questo rischio anche con i campionati?
“Penso che, come in tutti gli altri sport, l’indicazione sia quella di proseguire una volta passati indenni gennaio e febbraio. La federazione non ha ancora rinviato nessuna partita. Noi siamo fermi dal 18 di dicembre per la sosta invernale e stiamo gradualmente riprendendo; al momento non ho informazioni su un’eventuale stop dei campionati. Abbiamo un protocollo interno sul quale è scritto che con 4 positivi in squadra è permesso richiedere il rinvio della partita, ma, per il momento, non ho sentito nessuna squadra con queste problematiche”.

Protocollo che è stato aggiornato recentemente dalla federazione: cosa comporta l’avere il 35% di capienza?
“A livello di incassi la perdita è quasi nulla: la pallamano è sempre stata gratis per il pubblico, anche al palazzetto Tacca. Quel che viene meno è la spinta che riceve la squadra anche se, dopo lo scorso anno dove si sentivano le voci dei giocatori in campo, ci si è purtroppo abituati. Il nostro palazzetto ha una buona capienza, dovrebbe poter contenere circa 400 posti, quindi, con il 35%, arriveremmo a 100 persone che possono comunque dare il loro sostegno. Ci sono tuttavia alcune difficoltà anche in questo caso: è diventato complicato accedere al Tacca, con i controlli da fare prima dell’ingresso bisogna presentarsi molto in anticipo e di conseguenza, le persone sono meno predisposte a venire. Un altro grosso problema sono le dirette messe a disposizione da tutte le squadre di A1: non abbiamo diritti TV, non abbiamo incassi derivanti e gli spettatori, avendo la possibilità di guardare le partite da casa preferiscono vederle da lì, specialmente in una situazione così complicata, prendendosi così meno rischi”.

Durante questi 4 anni di mandato dovrà gestire la ricostruzione delle squadre, cosa intende fare?
“Noi, comprendendo anche Braggion che ha fatto un ottimo lavoro, vogliamo puntare sul settore giovanile e sui nostri atleti. Abbiamo squadre veramente molto giovani e le formazioni U19 ed U17 sono campioni nazionali, di conseguenza, investire su di loro, è sicuramente la nostra priorità. Tanti ragazzi hanno anche già esordito in serie A con ottimi risultati ma pagando un po’ di inesperienza in questo campionato molto competitivo”.

Cosa ne pensa della stagione in corso dell’A1 maschile?
“A dispetto di ciò che recita la classifica sono molto positivo: abbiamo perso alcune partite di poco e, pandemia permettendo, ci aspettiamo un girone di ritorno con risultati di gran lunga migliori. Io sono molto contento, non abbiamo mai sfigurato e spesso siamo rimasti punto a punto con squadre sulla carta molto più attrezzate. Il gruppo è affiatato e non crea problemi di gestione interna; dobbiamo imparare ad affrontare meglio alcune situazioni più tirate, perchè in questo campionato sono i dettagli a fare la differenza”.

Quanto tempo pensa possa servire per riportare le squadre, nei massimi campionati, a competere per obiettivi importanti?
“Nella femminile, come nella maschile, si punterà sui giovani. L’augurio è di riportare le formazioni ad essere competitive in 2 anni: nella pallamano l’età si sta abbassando molto e si punta sui giovani anche nelle nazionali. In A1 abbiamo 2001 e 2002, mentre in A2 abbiamo ragazzi fino al 2005 che stanno bruciando le tappe e speriamo di tornare dove ci compete in breve tempo. Sono un’ottimista, però l’ossatura forte sarà quella dei ’98 che, tra 2 anni, saranno nella condizione psicofisica per esprimersi al meglio; se i più giovani dovessero seguire quell’esempio si potrà essere competitivi. Basti guardare a Mazza che, a 27 anni, potrà esprimersi ancora meglio, pur essendo già ora il capocannoniere del campionato”.

Per quanto riguarda le ragazze, invece, direi che siamo ad un ottimo punto, con una squadra che si è dimostrata forse più competitiva del previsto, dico bene?
“La femminile è un’altra società, ma con Petazzi c’è un confronto costante: la squadra è competitiva e l’introduzione delle più giovani sta andando molto bene. Se non ricordo male dovremmo partecipare anche alla Coppa Italia, ma sono sicuro che le ragazze possano fare un girone di ritorno importante”.

Cosa dobbiamo aspettarci da Cassano nei prossimi anni?
“Noi vogliamo sicuramente proseguire sul percorso tracciato nei 4 anni precedenti, in cui si è lavorato molto bene. Il settore giovanile è il nostro fiore all’occhiello, abbiamo vinto molti titoli a livello giovanile: dobbiamo ripartire da lì per poter far bene. Ci aspettiamo di fare sempre meglio e andiamo avanti con entusiasmo. Dobbiamo, tuttavia, capire come cambierà le carte in tavola questa pandemia. Noi vogliamo dare sempre una maggior formazione tecnica con allenatori di alto livello per farli crescere al meglio; i ragazzi si impegnano e ci seguono, quindi sono fiducioso”.

Andrea Vincenzi

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