Sono passate meno di 48 ore dall’inizio delle votazioni per il Pallone D’Oro d’Eccellenza e di Terza Categoria e sono già più di 20mila i voti ricevuti dai vari giocatori in lizza. In Eccellenza Alessandro Colombo continua a comandare la classifica, tallonato da Alex Romano e Stefano Gibellini in grande ripresa.
In Terza Alberto Zoia è leader incontrastato, con Mattia Marchioro e Francesco Rappa che, per il momento, si contendono la medaglia d’argento. Ancora nulla di definitivo ovviamente, perché ci sarà tempo fino alle 23:59 di lunedì 23 maggio per continuare a votareindicando qui la propria preferenza.
Da martedì 24 maggio il via alle votazioni per quanto riguarda Promozione, Prima e Seconda Categoria.
Da segnare sul calendario la data del 30 maggio, quando la Camera di Commercio di Varese farà da cornice alla serata di premiazione, che sarà trasmessa in diretta Facebook per tutti i nostri amici e lettori.

Per quanto riguarda l’Eccellenza, conosciamo più da vicino i cinque finalisti di quest’anno, procedendo in rigoroso ordine alfabetico.

Partiamo da Alessandro Colombo, attaccante classe 2001 della Sestese. Cresciuto nelle giovanili della Pro Vercelli, squadra con cui ha esordito in Serie C a soli diciassette anni, ha calcato anche i campi di Serie D con il Verbania prima di passare in Eccellenza al Pavia. In questa che è stata la sua ultima stagione da under, ha svolto un ruolo fondamentale nel reparto offensivo biancoazzurro, e quanto dimostrato in campo gli è valso il titolo di calciatore più giovane in lizza per il Pallone d’Oro.
“Sono molto felice di essere stato scelto dai mister e sicuramente anche essere l’unico under tra i finalisti è una bella soddisfazione. Avendo già preso fiducia nella categoria, ero venuto a Sesto per fare un campionato da protagonista e penso di esserci riuscito in parte: abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, che era di arrivare ai playoff, ed è stato un peccato uscire al primo turno. Comunque sono contento di quanto fatto insieme alla squadra; durante l’anno sono stato aiutato da tutti i miei compagni ed è grazie a loro se ho disputato una bella stagione”.
È stata, difatti, una stagione che ha visto la Sestese in prima linea su più fronti. Il ricordo più bello?
“Sicuramente l’ultimo mese di campionato, in cui abbiamo dato il massimo per arrivare al traguardo, ma in generale tutto l’anno è stato emozionante. Abbiamo voluto giocarcela anche in Coppa Italia e siamo arrivati fino alla semifinale, uscendo con un gol all’ultimo minuto. Fino a febbraio lottavamo per il primo posto in campionato, poi c’è stato un leggero calo, ma siamo sempre restati nei piani alti della classifica”.
Con il numero undici sulla schiena, il giovane attaccante ha impressionato tifosi e avversari, riuscendo a sfondare anche le difese più solide. I suoi segni particolari? Cambi di passo spiazzanti con un dribbling fulmineo e disinvolto.
“Anche dal punto di vista personale sono soddisfatto, ma avrei voluto segnare di più. È vero che ho fatto tanti assist, procurato un po’ di rigori e aiutato la squadra in molte partite, però il mio obiettivo per l’anno prossimo sarà di fare più gol”.
Da ultimo, un pensiero speciale in caso di vittoria: “Se dovessi vincere, dedicherei questo premio alla mia famiglia che ha sempre creduto in me, al mister che mi ha dato fiducia e a tutti i miei compagni che mi hanno aiutato a esprimere le mie qualità”.

La seconda nomination è quella di Stefano Gibellini, attaccante classe 1996 della Castanese che si è aggiudicato il titolo di capocannoniere del girone con la bellezza di venti gol. In carriera ha già vinto tre campionati, con Milano City, Castellanzese e R.G. Ticino, e proprio in queste settimane, insieme ai suoi compagni neroverdi, sta inseguendo il sogno Serie D nella fase nazionale dei playoff.
“È stata una stagione soddisfacente e non possiamo lamentarci. L’obiettivo era di fare un campionato di alta classifica e per buona parte del girone di andata siamo stati primi in classifica. Ci abbiamo creduto e abbiamo anche cercato di vincere il campionato; non è andata così, perché la Varesina non ha mai sbagliato e ha meritato il primo posto, ma noi abbiamo venduto cara la pelle. Ora l’obiettivo minimo è stato raggiunto e cercheremo di andare avanti e vincere questi playoff”.
Playoff a cui la squadra è approdata anche grazie alla sua concretezza in fase di realizzazione.
“A livello personale, questa forse è stata la mia migliore stagione, non solo dal punto di vista numerico, ma anche in termini di prestazioni e per l’aiuto che sono riuscito a dare alla squadra”.
Il gol più pesante? “Direi il rigore col Pavia subito dopo la sosta. Era una partita difficile in cui non ci rassegnavamo all’idea del pareggio e fare quel gol negli ultimi minuti è stato molto importante perché ci ha permesso di ripartire col piede giusto nel girone di ritorno, che è sempre complicato, quasi un altro campionato”.
Anche in questo caso, le idee sono ben chiare per un’eventuale dedica post-vittoria. “Dedicherei il premio ai miei compagni, perché è anche merito loro se ho fatto un campionato così importante. Molti li conoscevo già, altri li ho incontrati per la prima volta quest’anno, e si è creato un gruppo bellissimo, dove ognuno dà il 100% per gli altri. La dedica andrebbe anche alla società, in particolare al dg De Bernardi e al ds Garavaglia, che hanno puntato su di me e mi hanno voluto fortemente a inizio stagione, quindi sarebbe un altro modo per ripagarli della fiducia”.

Tra i più votati dagli allenatori c’è anche Luca Malvestio, centrocampista classe 1997 del Verbano che ha trascinato la squadra con il carisma di un leader. Dopo la breve parentesi alla R.G.Ticino, conclusasi con la vittoria del campionato, questa è stata non solo la sua sesta stagione in rossonero, ma anche la più prolifica della sua carriera. Il suo fiuto per il gol, favorito dalle dinamiche di squadra, ha portato a quattordici timbrature stagionali.
“Al Verbano avevo sempre giocato con il 3-4-3 e con quel modulo ero più bloccato a centrocampo; quest’anno, invece, siamo partiti con il 3-5-2 e quindi mi sentivo più libero di andare in avanti. Avendo caratteristiche offensive, preferisco giocare a tre in mezzo al campo, quindi è grazie a questo che ho fatto così bene e anche grazie ai miei compagni che mi hanno messo nelle condizioni di segnare e hanno almeno l’80% del merito“.
Ed è anche grazie ai suoi gol se i rossoneri hanno disputato una stagione di alto livello, piazzandosi immediatamente a ridosso della zona playoff.
“A inizio anno non mi aspettavo che avremmo fatto un campionato di questo tipo, quindi è stata una stagione più che soddisfacente. Forse rimane il rammarico di aver buttato via qualche qualche partita tra gennaio e febbraio; se fossero andate bene, avremmo potuto fare molto meglio e raggiungere i playoff. Ma resta comunque un anno molto positivo, di cui mi porto dentro tutto: si è creato un gruppo fantastico, sia dentro che fuori lo spogliatoio, e siamo sempre stati tutti bene, da agosto fino all’ultima partita di maggio”.
Anche in questo caso, la dedica è d’obbligo: “Ero consapevole di aver fatto bene durante l’anno, ma non mi aspettavo di essere tra i cinque finalisti. Se fossi io a vincere, dedicherei il premio ai miei genitori, alla mia ragazza, ai miei amici che venivano a vedermi, ai miei colleghi, che purtroppo non potevano, ma guardavano sempre la partita al telefono, e a tutte le persone che mi vogliono bene”.

Il quarto candidato risponde al nome di Claudio Poesio, centrocampista classe 1987 della Varesina. Alle spalle una lunga carriera in Serie D, in club come Vogherese, Chieri, Pergolettese (con cui ha vinto i playoff) – solo per menzionarne qualcuno – prima di interpretare il ruolo di regista, fantasista e miglior marcatore in quel di Venegono, vivendo una stagione straordinaria coronata dall’esplosione di gioia della vittoria del titolo.
“Questa è la prima volta che vinco un campionato e sono davvero contento di averlo fatto in una società fantastica come la Varesina. Loro ci provavano da qualche anno e anch’io non vedevo l’ora, perché nella mia carriera sono sempre arrivato secondo o terzo e non avevo ancora provato questa emozione”.
Un’emozione frutto di sacrifici e della forza di un gruppo in cui il numero 8 si è inserito con tutta la sua esperienza, adattandosi anche a più posizioni.
“Ho fatto qualche volta il trequartista, ma in genere ho giocato come mezzala o anche a due con Mira davanti alla difesa. Mi sono trovato molto bene con tutti fin dal primo giorno: noi nuovi siamo stati accolti nel migliore dei modi e si è creato subito un bel gruppo, che alla fine è la chiave per vincere i campionati”.
Alla felicità del titolo, si è aggiunta anche quella personale di capocannoniere di casa. Sedici i gol stagionali, che gli hanno permesso di arrivare e superare il traguardo dei cento in carriera.
“Mi ha fatto molto piacere stabilire questo record, perché la mia filosofia è non mollare mai e porsi sempre nuovi obiettivi da raggiungere. Questa è stata la mia stagione più prolifica, insieme a quella di Chieri, ed è una grandissima soddisfazione. Devo dire che fare tanti gol porta bene, perché lì avevo vinto la Coppa Italia e qui il campionato, quindi speriamo di continuare così anche nei prossimi anni”.
La dedica, anche in questo caso, va alle persone che l’hanno accompagnato in questa avventura. “Dedicherei il premio alla mia famiglia, che mi è stata sempre vicina. Ringrazio anche la società e tutti i miei compagni, perché se ho fatto gol è merito loro. Un giocatore, da solo, non può prendere palla, scartare tutti e andare in porta, quindi se vinco, mi ritroverò con tutti loro per farci una foto insieme”.

Chiudiamo, sempre in ordine alfabetico, con Alex Romano, attaccante classe 1989 della Vogherese. Con i colori rossoneri sulle spalle, il centravanti è arrivato fino al secondo turno dei playoff regionali. Nel suo curriculum calcistico spiccano tante stagioni in Eccellenza e Serie D, anche con la stessa Vogherese, la sua città. Il sogno di riportarla nella massima categoria del calcio dilettantistico è sfumato domenica scorsa, dopo una scalata inesorabile conclusasi con il terzo posto in campionato.
“Se pensiamo a com’era iniziata, abbiamo fatto un’impresa. Quando sono arrivato alla quarta giornata, la squadra era nelle ultime posizioni e raggiungere i playoff sembrava impossibile. Però, conoscendo già la maggior parte dei giocatori, sapevo che avevamo grandi qualità. Spiace non essere riusciti a fare risultati con mister Tomasoni, con cui mi ero già trovato molto bene al Legnano; penso che il cambio di allenatore ci abbia dato una scossa, mettendoci tutti in discussione. Siamo ripartiti da zero, ci siamo rimboccati le maniche e nel girone di ritorno siamo stati quasi perfetti. Peccato, perché se fossimo stati perfetti, avremmo giocato in casa la finale dei playoff e sarebbe stata tutta un’altra partita. Speravamo di andare avanti, ma è giusto così perché la Castanese è stata lì in alto sin dall’inizio. La nostra resta una stagione da incorniciare: la nostra forza è il gruppo e insieme abbiamo fatto qualcosa di fantastico”.
E l’apporto di Romano, con sedici cartellini timbrati, non è di poco conto.
Mi hanno preso per segnare e ho fatto solo il mio dovere. La nostra difesa è stata fantastica e ci ha permesso di non rischiare mai niente; se non prendi mai gol, prima o poi l’occasione ti capita e devi essere bravo a sfruttarla. Così come io ho cercato di aiutare la squadra, i giovani mi hanno dato una grande carica, quindi devo ringraziare anche loro se sono tornato ai miei standard”.
Questi standard, per un centravanti del suo calibro, hanno portato al 200° gol in carriera.
“Con le poche partite delle ultime due stagioni, quel traguardo sembrava non arrivare mai. Per me era importante, perché segnare duecento gol vuol dire dimostrare di essere un ottimo giocatore per la categoria, e ci tenevo doppiamente a farlo a casa mia. Sono contentissimo e quest’anno ho solo gioie da raccontare: sono tornato dove sono cresciuto, ho giocato una finale di playoff e, ciliegina sulla torta, a dicembre divento papà e questo è il gol più importante dell’anno”.
La dedica in caso di vittoria sembra a questo punto scontata: “Ovviamente ringrazio tutti i miei compagni e i nostri tifosi, che sono la nostra arma in più fuori casa. Ma se vincessi dedicherei il titolo alla mia compagna: quest’anno il regalo più bello me l’ha fatto lei e penso che i tifosi mi perdoneranno”.

Silvia Alabardi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui