Quarto giorno di votazioni per i candidati di Promozione, Prima Categoria e Seconda Categoria al Pallone d’Oro 2022 di VareseSport. Boom di click (oltre 30.000 voti) da parte dei nostri lettori: in Promozione Simone Maugeri sta provando a scavare il solco sugli inseguitori, in Prima Categoria è testa a testa al momento tra Alberto Stefanazzi e Antonio Ippolito, mentre in Seconda Categoria davanti a tutti c’è Omar De Bortoli.
Ricordiamo che sarà possibile continuare a votare fino alle ore 15.00 di domenica 29 maggio (da questa sera le percentuali si oscureranno): i vincitori saranno rivelati nella serata di lunedì 30 maggio a partire dalle ore 20.30 in diretta Facebook dalla Camera di Commercio di Varese
Dopo aver presentato i candidati di Seconda Categoria e di Prima Categoria, conosciamo oggi gli aspiranti golden boy di Promozione sempre in rigoroso ordine alfabetico.
MATTIA GHIZZI (’86), attaccante Morazzone
Quando si affronta il Morazzone c’è sempre una certezza: occhio al ragazzotto con la maglia numero 9 là davanti. A 36 anni Mattia Ghizzi non ha certo intenzione di smettere di segnare e i 18 gol messi a referto in campionato hanno contribuito a portare i rossoblù più in alto di tutti, eccezion fatta per l’irraggiungibile Solbiatese. “Dall’arrivo di mister Dossena la squadra ha attraversato un notevole percorso di crescita – conferma Ghizzi –: i nuovi si sono inseriti al meglio, mentre i senatori e tutto il resto del gruppo hanno cominciato a preparare la stagione già da giugno. I risultati raccolti sono frutto dell’intenso lavoro e dell’affiatamento che si è creato tra di noi. Il playoff? Spiace aver perso contro il Cantù, ma fa parte del gioco e le partite secche sono così; l’importante, comunque, è stato aver creato un gruppo da cui ripartire l’anno prossimo per fare ancora meglio”.
Qualche rimpianto, si fa per dire, anche a livello personale: “Non posso certo dirmi scontento della stagione che ho vissuto ma, volendo esser sincero, puntavo ai venti gol. Me ne sono mancati due; è stata comunque un’annata più che positiva. Una dedica se vincessi il Pallone d’Oro? Lo dedicherei al Morazzone perché la società ci consente di lavorare in una struttura che pochi si possono permettere. A questo, il ringraziamento andrebbe anche a tutti i miei compagni di squadra che mi hanno permesso di fare bene durante la stagione”.
SIMONE MAUGERI (’94), attaccante Aurora CMC Uboldese
Dal sogno playoff all’incubo playout il passo è breve, ma se in attacco puoi vantare il capocannoniere della categoria (uno che ha calcato i campi di Serie C1 con il Como nella stagione 2012/2013) diventa tutto più facile. E così l’Aurora può ringraziare bomber Simone Maugeri: 24 gol (25 contando la Coppa) e poker all’ultima giornata al Gallarate per blindare la salvezza. “Dopo un girone d’andata di tutto rispetto – esordisce l’attaccante classe ’94 – mi aspettavo qualcosina di più da parte della società per raggiungere i playoff: la base della squadra c’era e, nonostante sapevamo di affrontare un anno di transizione dopo la fusione, con qualche innesto di categoria avremmo potuto stare nelle prime posizioni. Alla fine il bilancio stagionale è troncato in due: la prima parte è andata oltre le aspettative, mentre in chiusura abbiamo deluso raccogliendo due punti in dieci partite prima della partita contro il Gallarate”.
L’amarezza per l’andamento della squadra è però compensata dalla gioia per quella che può tranquillamente essere definita la sua miglior stagione a livello personale e Maugueri conferma: “Non potrei essere più felice: contando la Coppa Italia, già ad Uboldo avevo raggiunto quota 25, ma arrivare a conquistare il titolo di capocannoniere con un poker all’ultima giornata è qualcosa di incredibile. Quest’anno è stato davvero il top. Futuro? Per ora voglio staccare, ma qualcosa che bolle in pentola c’è e siamo in via di definizione”. Immancabile la dedica: “Ho sempre dedicato tutto le mie soddisfazioni sportive, e della vita in generale, ai miei genitori: se vincessi il Pallone d’Oro il ringraziamento più grande andrebbe a mio papà che non ha mai perso una partita seguendomi nell’ascesa al professionismo fino al “declino” per scelte di vita fino alla Promozione. Non voglio però dimenticare mia madre, perché ricordo bene le cene tardi post allenamento e tutte le lavatrici che ha fatto per farmi sempre trovare pronte le divise”.
EMANUELE PAPPALARDO (’87), attaccante Castello Città di Cantù
Dal capocannoniere passiamo a chi, nella classifica marcatori, è stato beffato proprio all’ultima giornata: Emanuele Pappalardo si è “fermato” a quota 23 gol, ma la terza posizione finale e la vittoria sul Morazzone al secondo turno playoff (testa ora alla doppia sfida con il Rezzato) possono far sorridere il bomber gialloblù. “La stagione non può che essere positiva – asserisce Pappalardo – perché eravamo partiti con una squadra nuova e, forse, non totalmente consapevole delle sue potenzialità. Ci siamo amalgamati in fretta lavorando con dedizione e passione, abbiamo seguito mister Bertoni che è per noi un valore aggiunto e tutto questo ci ha portato a toglierci lo sfizio di arrivare ai playoff e di passare il secondo turno a scapito di società più blasonate di noi”.
Sul titolo di capocannoniere sfumato all’ultima giornata, Pappalardo dichiara: “Lo ammetto, un po’ mi è spiaciuto. Alla fine, però, ognuno deve fare il suo percorso e se mi guardo indietro vedo che ho giocato 23 match tenendo la media di un gol a partita. Forse ho perso la classifica marcatori, ma io sto giocando i playoff con la mia squadra mentre Simone il weekend andrà al lago (ride, ndr): scherzi a parte, sono davvero felice per lui, siamo amici, e sono sicuro che le squadre di Promozione e di Eccellenza staranno facendo carte false per averlo con loro. La dedica? Alla mia famiglia. Quando arrivi a una certa età o ti supportano o devi prendere altre decisioni. La mia compagna e mio figlio sono tutto per me e mi consentono di fare ciò che più mi piace, e di farlo bene”.
STEFANO PELLINI (’97), centrocampista Solbiatese
Elemento “estraneo” in un lotto di attaccanti, ma se le chiavi del centrocampo sono in mano a Stefano Pellini allora rientra tutto nella norma. Se la squadra si chiama Solbiatese, allora il connubio è ai limiti della perfezione. Scuola Juventus, esperienze in Serie C, in Serie D e in Eccellenza: con un curriculum del genere la Promozione è un gioco da ragazzi e con il progetto nerazzurro è pronto a dirigersi verso palcoscenici che più gli competono. “Fare meglio di quanto abbiamo fatto è difficile – riconosce Pellini – perché è stata una stagione grandiosa sotto tutti i punti di vista. A fare la differenza è stato un gruppo fantastico sia per le qualità di campo sia soprattutto per le qualità umane dello spogliatoio: partivamo favoriti, ma senza un grande gruppo non si completa un’annata senza mai perdere”.
“A livello personale – continua il centrocampista nerazzurro – è stata una stagione positiva tra gol e assist, mi sono davvero divertito anche perché quando si vince diventa tutto più bello. L’anno prossimo dovremo riconfermarci in un campionato diverso e più competitivo, sono certo che il gruppo farà ancora la differenza. Io unico centrocampista candidato? Fa sicuramente piacere. Nel calcio, giustamente, la scena viene rubata dai bomber; essere qui significa però che non si guarda solo ai tabellini e il lavoro che ho fatto è stato apprezzato”. Nessun dubbio sulla dedica: “La Solbiatese mi ha voluto fortemente coinvolgere nel suo progetto a lungo termine e sono grato alla società perché mi ha fatto ritrovare quella serenità che mi mancava. Il grazie andrebbe anche ai miei compagni e al mister; la Solbiatese è una famiglia fantastica”.
DENNIS SCAPINELLO (’95), attaccante Solbiatese
Da uno che ha calcato i campi di Serie C ad uno che ha esordito in Serie B con il Varese. La Solbiatese presenta una rosa ricca di giocatori “fuori categoria” e Scapinello rappresenta la punta di diamante: 17 gol, giocate di livello assoluto e gol capolavoro al 90’ per sancire la vittoria del campionato. “Ci aspettavamo una stagione del genere – ammette Scapinello con un sorriso – perché sapevamo di essere una squadra davvero forte. Non è però stato così semplice e siamo stati bravi a dimostrare giorno dopo giorno la nostra superiorità concludendo il campionato senza aver mai perso”.
Una stagione praticamente perfetta per la Solbiatese; e per Scapinello? “Avrei forse potuto fare qualche gol in più, ma sono pienamente soddisfatto del mio percorso. Ciò che mi inorgoglisce ancor di più è il poter far parte di una società unica: la Solbiatese è speciale e in tanti, me compreso, hanno accettato di scendere di categoria perché qui c’è un progetto davvero ambizioso che ci porterà molto in alto. Non vedo l’ora delle prossime stagioni”. Per il futuro ci sarà tempo. Il presente, invece, lo vede tra i più agguerriti concorrenti per il Pallone d’Oro: a chi andrebbe la dedica? “Alla mia famiglia perché a loro devo tutto, ma forse (ride, ndr) un grazie lo direi anche ai miei compagni”.
Matteo Carraro