Una stagione intensa e fatta di mille sfaccettature, e ormai agli sgocciali, non ha esitato nemmeno nei colpi di scena finali, tra cui le dimissioni di Paolo Fera dal Tradate calcio.
Il tecnico arrivato a sostituire coach Castiglioni ormai due anni e mezzo fa, non ha digerito alcuni episodi e settimana scorsa ha rassegnato le dimissioni, nel frattempo, sotto la guida del ds Marco Galluzzo, i ragazzi hanno provato, senza riuscirci, a fermare la capolista Valceresio perdendo 3 a 2 e dicendo sostanzialmente addio al sogno playoff. 
Prima di entrare nel merito della mia scelta ci terrei a fare un ringraziamento particolare al presidente Tramontana, arrivavo da un settore giovanile, quello della Sestese, e mi ha dato l’opportunità di allenare una prima squadra, gli sono grata per questa esperienza che a mio avviso è stata esaltante e mi ha insegnato molto”.

Partiamo da un mese fa quando il Tradate era nel gruppetto di testa a giocarsi anche la vetta della classifica. Cosa è successo?
“Purtroppo siamo incappati in un periodo difficile frutto soprattutto di una coperta corta che mi ha condizionato nella scelte, gli infortuni ci hanno martoriato proprio sul più bello, perché stavamo facendo una gran bella stagione e tra le mani potevamo avere chance importanti, per di più stavamo giocando senza pressione perché nessuno mi ha chiesto di vincere il campionato, l’idea è sempre stata quella di fare il meglio possibile e trovandoci così in alto stavamo davvero stupendo tutti”. 

L’ultima tua sconfitta è quella di una decina di giorni fa in casa dell’Arsaghese. Cosa è successo?
“È successo che il vaso è traboccato, la classica goccia che mi ha fatto capire che a tutto c’è un limite perché finchè vengo criticato come allenatore lo posso accettare, quando si tocca la persona no, nell’ultimo mese ho fatto finta di non sentire un sacco di cose, e l’ho fatto per il bene della squadra, ho sempre messo al primo posto i ragazzi, ma non potevo più sopportare determinati atteggiamenti”.

Non pensi si sia trattata di una decisione affrettata?
“No, anzi, è stata ben ponderata perché come ho detto questa situazione andava avanti da un mese, ma altri segnali c’erano già stati in passato, vedi mercato invernale quando io sarei voluto intervenire proprio perché temevo che la coperta corta potesse essere un problema…non sbagliavo”. 

Come ha reagito la società ed in particolar modo il presidente Tramontana quando hai rassegnato le tue dimissioni?
“Ho informato il presidente dell’accaduto e gli ho chiesto di prendere provvedimenti, il martedì sapevo che non fosse intervenuto e gli ho detto che per il bene del Tradate era meglio dare le dimissioni. La risposta? “Se è per il bene del Tradate le accetto” e così è stato. Ma come ho detto prima resto a lui grato per la chance che mi ha dato”.

Alla luce di questi due anni e mezzo hai qualche rimpianto?
“Qualcuno proprio legato al mercato di dicembre, ma per il resto nessuno, esco a testa alta. Sono orgoglioso di questa esperienza che è stata bellissima, ci ho messo anima e corpo, sicuramente ho fatto degli errori come tutti i mister, ma bisogna passare anche attraverso gli errori per crescere, sarebbe potuta andare diversamente, mi spiace perché conosco il valore dei ragazzi che ho allenato, ma al di là di questo non ho nessun rimpianto”. 

Cosa ti aspetti per il futuro? Vuoi restare nel mondo delle prime squadre?
“Sì, mi piacerebbe molto. Quello che vorrei è un progetto serio, innovativo, in una società che abbia la filiera delle giovanili perché ad oggi è essenziale e perché mi piace coltivare il rapporto con i giovani, qualche chiamata era già arrivata, speriamo torni a suonare”.

Mariella Lamonica

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