Tra i segreti della buona Robur di quest’anno vi è Andrea “Pilo” Pilotti, 42 anni ad aprile, ma tanta energia e, soprattutto, una leadership silenziosa all’interno del gruppo. Due splendidi figli ad allietare la vita ed un lato umano veramente importante per Andrea, prima uomo che giocatore. Con lui andiamo ad analizzare l’attuale momento in casa Coelsanus che, contrariamente a quanto recita una felice classifica, non è certo facile ed è frutto di sudore, duro lavoro e coesione del gruppo:
“Nell’ultima uscita in quel di Piombino siamo stati molto bravi – l’incipit di Pilotti – Infatti oltre alla mancanza di Librizzi e Virginio che già erano assenti con Vigevano, venivamo da una settimana un pò particolare anche dal punto di vista degli allenamenti. La gara con Piombino l’abbiamo impostata bene e sul -10 a fine terzo quarto siamo stati tutti bravi a tirare fuori quel qualcosa in più che ci ha permesso di portare a casa due punti d’oro. La nostra forza è quella di trovare sempre un protagonista diverso e, ad esempio, abbiamo avuto canestri importanti da Macchi che è un 2004. A fine gara in spogliatoio ho detto ai miei compagni che a Piombino ci siamo ripresi i 2 punti persi a Omegna”.
Andrea è personaggio discreto e non cita la sua super prova contro Piombino (23 punti + 13 rimbalzi). Non è facile allenarsi anche in settimana a pieno ritmo con due assenze importanti: il ritmo in allenamento spesso è tutto per andare al massimo in partita.
“Diciamo che il buon settore giovanile gialloblu permette di allenarsi sempre in 10 o in 12. Diciamo che Librizzi e Virginio sono dei giocatori importanti per noi: quando siamo tutti presenti, in palestra si respira tutto un altro entusiasmo, ti alleni anche in modo diverso, seppur inconsciamente. Diciamo che è impegnativo a livello mentale: vedi le squadre intorno a noi che si rinforzano operando sul mercato, mentre il nostro sembra un indebolirsi anche se nel prossimo mese saremo sempre al completo”.

Oggi più che mai il ruolo che ricoprite tu e Marco Allegretti è quanto mai fondamentale all’interno dello spogliatoio.
“Siamo qui apposta per portare esperienza. Se si considera che togliendo noi due, il giocatore più “vecchio” è Alessandro Spatti che deve ancora compiere 27 anni, poi gli altri sono tutti più giovani. Ogni tanto mi viene da pensare che i ragazzi del 2003 o del 2004 potrebbero essere miei figli! Però, devo ammettere che sono tutti bravi ragazzi: chiedono consigli e li ascoltano, qualità ormai rara. Il nostro campionato dipende da loro: se loro continuano nel loro processo di crescita, allora la nostra crescita come squadra può continuare”.
Sabato al Campus arriva Firenze: all’andata coincise con la vostra prima vittoria, oggi significa due punti pesantissimi in ottica salvezza, ma anche incassare un 2-0 con una squadra attualmente in zona playoff…
“Diciamo che la gara d’andata coincise con l’inizio del nostro campionato, in un certo senso. Siamo andati sotto di 20 punti, poi siamo stati capaci di tornare in partita e vincerla. Ora siamo nel girone di ritorno e se vogliamo finire al meglio le gare in casa si devono vincere tutte, al di là dell’avversario che hai di fronte. Infatti, due punti dopo altri due punti ti avvicini sempre più al traguardo. Nelle prossime 5 gare ne avremo 4 in casa: queste partite ci diranno il valore del nostro campionato. Se andranno bene allora il nostro futuro può essere roseo, altrimenti dovremo lottare per la salvezza fino all’ultima giornata”.

Matteo Gallo

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