Tra i due litiganti (proverbialmente), è sempre il terzo a godere. Anche se qui da godere non è che ci sia poi granché. E nel perdurante stallo alla messicana tra il Consorzio Sgai e Patrizia Testa, la possibilità che una terza parte possa mettere insieme i cocci di una cessione nata male, proseguita peggio e finita alle carte bollate più che plausibile appare banalmente logica. Sia chiaro, ad oggi non è stata presentata nessuna reale, concreta, motivata manifestazione di interesse per l’acquisto della Pro Patria. Ma, sottotraccia, i consueti portatori d’acqua dell’ambiente biancoblu si stanno adoperando affinché questo possa avvenire in tempi ragionevoli. Va da sé con la permanenza in Lega Pro come condizione sufficiente e necessaria perché l’operazione abbia un profilo di fattibilità. I risultati dell’ultima settimana ne confortano l’auspicio.

Lo status quo è palese. Sgai è afflitta da vicende giudiziarie che (si suppone) rendono l’investimento nel calcio non più prioritario (eufemismo). E la recente assenza del presidente Citarella può essere interpretata in vari modi. Nessuno di segno contrario a quanto sopra. Dall’altra parte, Patrizia Testa ha provato a rivendicare il mancato adempimento di alcune clausole contrattuali (principalmente, la non avvenuta surroga delle garanzie), come causa di non perfezionamento del passaggio di quote. Al di là del merito, quando si va per vie legali i tempi non sono mai compatibili con l’interesse societario. Nello specifico, il destino del club. Tracciato il quadro, sembra impossibile che i reciproci orizzonti possano trovare un comune punto di caduta. A meno che? A meno che non si inserisca il terzo incomodo. Per un triangolo che (a differenza di quanto pensava Renato Zero), in questi casi è sempre meglio considerare.  

Nella stagione 2022/23 la Pro Patria avrà una nuova proprietà? Diversa da quella attuale e da quella precedente? Ah, saperlo! Ma la soluzione (per quanto parecchio complicata), pare essere davvero l’unica praticabile. Nell’interesse di tutti.                           

Giovanni Castiglioni

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