Piccoli passi per costruire qualcosa di grande. È questa l’idea di Raffaele Ferrara che, da quando ha ereditato il timone del mercato del Legnano, non ha certo avuto fretta (cattiva consigliera) e si è preso il suo tempo per riflettere a 360° sulla costruzione della futura rosa lilla. L’arrivo di Antonio Palo in panchina ha posto fine alle querelle allenatore e, settimana scorsa, sono arrivati i primi annunci.
Quattro, al momento, le ufficialità (Banfi, Kone, Rocco e Silvestre) messe nero su bianco dall’ex DS delle Caronnese; nei prossimi giorni ne seguiranno altre in vista dell’inizio della preparazione prevista per mercoledì 27 luglio, data in cui mister Palo potrà contare su una discreta ossatura da cui partire per vivere una stagione importante. Legnano, anche solo per una tradizione storica, non può infatti prescindere da un campionato di vertice. “Ho scelto Legnano – spiega Ferrara – per il progetto di una società ambiziosa, una piazza blasonata come poche altre nella Lombardia. Sarà una sfida bella ed esigente, ma siamo pronti ad entrare nel gruppo delle quattro o cinque squadre che se la giocheranno fino alla fine. Poi, bisogna essere onesti, tra queste solo una vince; a luglio tutti fanno tanti proclami, ma le chiacchiere servono poco o nulla”.
Prima di concentrarci sul Legnano, un bilancio sulla sua esperienza alla Caronnese?
“A Caronno ho sicuramente vissuto tre anni buoni. La piazza rossoblù, giustamente, ha orientato il suo progetto non al risultato ma alla costruzione e, ad oggi, la Caronnese può vantare un bel tesoretto di Under di sua proprietà e di ottimo livello. L’esperienza è stata positiva, la società è composta da persone con la testa sulle spalle ma, così come per calciatori e allenatori, anche per i direttori sportivi arriva il momento in cui si ha bisogno di nuovi stimoli”.
Come si è arrivati alla scelta di mister Palo?
“Due anni fa a Picerno, nel Girone H, si è reso protagonista di un ottimo campionato arrivando a giocarsi la promozione con il Taranto, per poi vincere i playoff e conquistare la Serie C attraverso la riammissione per meriti sportivi. In Serie C ha fatto bene, anche se poi le strade con il club lucano si sono separate anzitempo. Lo conosco da qualche anno ormai, da quando era il vice di Michele Pazienza al Pisa, è una persona umile e ambiziosa che, venendo dal Sud, vuole farsi conoscere al Nord”.
Apriamo la parentesi del mercato: dopo gli annunci già ufficializzati cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi giorni?
“Credo proprio che entro il finesettimana annunceremo altri innesti visto che siamo nelle fasi clou di parecchie trattative. In questo periodo molti ragazzi aspettano la Serie C e non vogliono precludersi quella possibilità fino all’ultimo istante; considerando che il mercato di C è stato fin qui abbastanza bloccato mi aspetto che si possa muovere qualcosa nei prossimi giorni”.
Banfi, Rocco e Silvestre: tre giocatori con un passato alla Caronnese. Maurizio Cosentino e Antonio Arpino, altri due ex rossoblù sono in procinto di arrivare (“Siamo ai dettagli” spiega Ferrara). Spesso si parla impropriamente di “usato sicuro”, ma quanto è importante il rapporto tra DS e giocatore?
“È importante se il rapporto rimane professionale e non si fa oltre. Mi spiego: l’allenatore deve fare l’allenatore, il giocatore deve fare il giocatore e il DS deve fare il DS. Il rapporto tra queste figure non deve mai essere né troppo freddo né troppo intenso, ma bisogna trovare la misura giusta affinché ognuno faccia il suo lavoro al meglio. Di certo la conoscenza reciproca, soprattutto a livello caratteriale, aiuta tanto e, in questi casi, garantisco io in prima persona. Banfi ha fatto benissimo a Caronno due anni fa per poi volare in C, ma alla Pro Patria non ha trovato tantissimo spazio; Arpino, invece, arrivava tra mille punti di domanda dal Sud ed è stato votato come miglior difensore della Serie D. Vernocchi? Rientra fra i giocatori che stanno aspettando la chiamata dalla Serie C. Alessandro è un bravo ragazzo e un giocatore eccezionale: l’ho scoperto nel momento in cui stava andando verso categorie inferiori e, se arriverà la chiamata dal professionismo , farà bene a coglierla; di sicuro ha tante richieste anche dalla Serie D”.
Vista, per l’appunto, la provenienza di mister Palo e Antonio Arpino, arriveranno altri giocatori dal Sud?
“La Lega Nazionale Dilettanti è un campionato che già nel suo nome specifica la sua estensione sull’intero suolo nazionale, per cui bisogna avere una visione d’insieme e, se ci sarà l’occasione, sfrutteremo quel tipo di mercato. Tra difesa, centrocampo e attacco arriveranno giocatori pronti a fare i titolari in vista delle rotazioni che, nel corso di un campionato, ci sono sempre e rivestono un ruolo importante. Entro il 27 luglio conto di avere almeno l’80% della rosa a disposizione; qualcuno arriverà dopo”.
Capitolo rinnovi: qualche elemento della rosa del Legnano 2021/22 resterà per la prossima stagione?
“Abbiamo parlato con qualcuno ma i matrimoni si fanno in due e, anche in questo caso, c’è da considerare e rispettare la volontà di coloro che aspettano la Serie C. Uno di questi, giusto per fare un nome, è Luigi Ronzoni e voglio essere chiaro: non reputo queste richieste come un’offesa nei nostri confronti perché è giusto che i calciatori, soprattutto in una certa fascia di età, abbiano l’ambizione di salire nel professionismo. Non escludo, comunque, che qualcuno possa rimanere”.
La scelta di puntare su un portiere Under?
“Le annate dei 2002 e dei 2003 offrono tantissimo a livello di rendimento, mentre i 2004 saranno da valutare perché secondo me sono stati penalizzati enormemente dal Covid. Con la società è stata fatto un discorso di programmazione e riteniamo che investire su portieri giovani sia la scelta migliore per il Legnano (con il conseguente non rinnovo di Giovanni Russo, ndr); resta da capire se ai due estremi difensori che prenderemo ne sarà affiancato un terzo più giovane”.
Quello che stiamo vivendo è il mercato che si aspettava?
“Direi proprio di sì. Squadre come Legnano e Varese sono al momento numericamente indietro rispetto a Castellanzese, Fanfulla o Arconatese, ma nessuno mi ha sorpreso fin qui. Se uno vuole stare attento ai costi deve aspettare, magari rischiando qualcosa, ma sul finire del mercato potrebbero arrivare occasioni inaspettate; chi non risica non rosica, poi ognuno segue la sua politica. Il Novara, ad esempio, seppur con un budget importantissimo, la scorsa estate ha costruito la squadra ad agosto e ha vinto il campionato”.
Il Legnano finirà nel Girone A o nel Girone B?
“Bella domanda, a maggior ragione se consideriamo che due anni fa il Legnano ha giocato nel Girone A e lo scorso anno nel Girone B. Tutto dipenderà dalle liguri: se queste andassero nel girone con le toscane propenderei per l’A, se invece rimanessero con le piemontesi allora direi B”.
Lei quale preferisce?
“Tutti i campionati sono difficili. Le lombarde sono estremamente tecniche, mentre le piemontesi e le liguri sono squadre più di garra. Diciamo che il Girone A è forza fisica e aggressività agonistica, il Girone B è qualità. Legnano aggressivo o qualitativo? Prendo entrambe le qualità, anche perché se hai qualità ma ti manca l’aggressività non vai da nessuna parte; diciamo che il Legnano sarà qualitativamente aggressivo”.
Matteo Carraro