Alla guida di ogni nave serve un timoniere che sappia dove dirigere la propria imbarcazione, soprattutto quando le onde sono più impervie. Coach Donati è riuscito a fare ciò all’interno di una stagione che ha riservato di tutto ai suoi marinai – giocatori in una annata che, per dirla con le sue parole, è stata lunghissima:
“E’ stata una stagione lunghissima, eppure, nonostante ciò ti volti indietro e pensi: è già finita! Si è partiti ad agosto, il 9 ottobre è nato il mio bimbo, poi abbiamo attraversato tutta una serie di vicissitudini e il tempo è letteralmente volato via. E’ stato un anno indimenticabile. Il mio primo anno in serie B e la prima stagione intera dopo due anni viziati dal covid: si può dire che non eravamo più abituati a questi ritmi normali. Sportivamente la Robur arrivava da anni difficili e alcune di queste stagioni le avevo vissute anche io. Si voleva dare serenità e tranquillità. Ecco, quest’anno come staff, come società e come giocatori abbiamo colto dei risultati importanti arrivando addirittura primi nella classifica del minutaggio riservato agli Under grazie al tanto “materiale” made in Robur. Non posso non citare la crescita di Trentini, lo stesso si può dire di Sorrentino, l’utilità di Macchi e, in generale, tutti i ragazzi su cui abbiamo investito hanno ripagato la nostra fiducia. In più c’è stata la grande mano data dai senior sin dal primo giorno”.
Domanda provocatoria. La Robur vista a dicembre e gennaio era cosi piacevole che valeva un posto fra le prime quattro.
“Avevamo trovato una quadra e degli equilibri molto interessanti. Giocavamo una pallacanestro di qualità grazie ad un play con caratteristiche che nessuna altra squadra aveva in questo campionato (riferimento a Librizzi, ndr) con lunghi frontali che creavano spazio per tutti. Poi una serie di eventi ci ha fermato e la gara casalinga contro Oleggio è stata l’inizio di un nuovo capitolo. Loro avevano messo dei begli innesti ed arrivavano lanciati a questa che per noi era una gara spartiacque fra la tranquillità e i playout. Chiudere a quota 13 successi ritengo sia un ottimo risultato”.

Sarebbe un peccato interrompere qui questo cammino. Ci sono novità sul tuo futuro?
“Non so se questo sia effettivamente un punto di arrivo o un nuovo punto di partenza. Al momento non ho contatti e sto aspettando anche io di sapere quale sarà il mio futuro. Io sono qui e posso dire che se ci sarà da parte di entrambi la volontà di andare avanti in questo percorso sono assolutamente disponibile. In caso contrario, valuteremo il da farsi. Sarebbe un peccato non proseguire. Posso dire che parte del merito di questo annata la devo anche al mio staff: in Andrea Manetta e Andrea Mai ho trovato non solo due ragazzi tecnicamente validi, ma anche due persone vicine anche nei momenti al di fuori del campo”.
Parlando di futuro non si può non pensare alla riforma profonda che attende la serie B. Il tuo punto di vista?
“Credo sia abbastanza discutibile. La serie B come la conosciamo viene smantellata. Si prosegue in un livellamento verso il basso che negli anni ha già avvicinato la B alla C Gold e il prossimo anno sarà un anno votato al risparmio. Va bene far giocare i giovani, ma lo si deve fare nell’ottica di investire su di loro, non nell’ottica di risparmiare perchè costano meno. La cosa che mi preoccupa di più è il livellamento: guardiamo ad Alba e Sangiorgese, due realtà a noi vicine che hanno fatto molto bene negli ultimi anni. Che incentivo potranno avere per sostenere una prossima B1 che avrà dei costi folli da affrontare? Si rischia, per l’ennesima volta, di attuare una riforma che non serve al sistema”.

Matteo Gallo

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