Nel mezzo del cammin di sua vita Andrea Marusic, 33 anni, vive la pallacanestro in un dimensione più serena. L’ala della Robur Saronno, due metri di guizzante atletismo, estro, creatività e ovviamente “secchiate” di talento che lo avevano portato da giovanissimo alle soglie della Serie A con Pallacanestro Varese, si è oramai messo alle spalle un brillante avvenire “stoppato” nella sua crescita solo da montagne di sfiga. Tradotto in parole povere: futuro ad alto livello praticamente azzerato da una serie di gravissimi infortuni al ginocchio.

Andrea se n’è fatto una ragione e dopo la Laurea in Economia e Commercio inizia un’altra carriera, quella lavorativa, mettendo il basket in secondo piano “obtorto collo” perché, si sa, i sogni rappresentano pur sempre una delle ragioni per vivere. E, oggi, il concreto e senza fronzoli di Marusic è fare bene con Saronno.

“La nostra stagione è stata fin qui travagliata e complicatissima perché – spiega Marusic -, tutto quello che poteva capitarci è accaduto sul serio:  infortuni, alcuni dei quali molto seri, acciacchi, ripetuti contagi da covid-19, problemi di lavoro e chi più ne ha, più ne metta. Difficoltà che soprattutto con l’anno nuovo si sono acuiti facendoci perdere la testa della classifica e rallentato in maniera evidente la crescita del nostro gruppo. Però da un paio di settimane, grazie al ritorno a tempo di alcuni giocatori, abbiamo ripreso a lavorare bene in palestra e i risultati di questo miglioramento sono sotto gli occhi di tutti: 3 partite vinte di fila e soprattutto la conquista della Coppa di Lombardia vinta battendo in finale Pizzighettone. Aver alzato il trofeo contro una della squadre più forti e attrezzate del girone ci dà mentalità, rinforza la nostra consapevolezza e accresce la fiducia in vista di un finale di stagione nel quale vogliamo, come sempre, come da tradizione saronnese, recitare un ruolo da protagonisti”.

“Insomma – prosegue l’ala del Saronno –: i campioni in carica siamo pur sempre noi di Saronno e chiunque abbia ambizioni per il titolo volente o nolente dovrà fare i conti con noi. Allo stesso modo con grande umiltà sappiamo che non sarà semplice perché in questo momento ci mancano entrambi i playmaker – Jack Mariani e Lollo Gergati, due ragazzi che non vorremmo regalare nemmeno alla playstation – e un centro esperto e vincente come Pietro Fusella. La speranza è di riuscire a rimetterli in sesto per l’inizio della post-season, altrimenti arrivare in fondo senza tre pezzi da novanta come loro sarà problematico”.

Playoff ormai ad un passo: chi vedi in “pole position”?
“Personalmente mi ha fatto grandissima impressione Lumezzane, compagine forte, attrezzata, esperta, completa in tutti i ruoli e con giocatori di talento. Noi, è vero, l’abbiamo affrontata nel nostro momento peggiore con numerosi giocatori fuori-roster o in pessime condizioni, ma la forza degli avversari resta e quella allenata da coach Bianchi mi è sembrata la migliore del lotto. Ho buone considerazioni anche per Pizzighettone che, col rientro al 100% dei suoi registi, salirà certamente di livello e, poi, anche per la coppia Gallarate-Busto. Entrambe fortissime e, rispetto alla prima fase, certamente più lunghe nelle rotazioni”.

“Infine, ci siamo noi che a organico pieno siamo probabilmente la numero 1 del “ranking”, ma in questa stagione disgraziata al completo non siamo mai stati e con i guai che affliggono Fusella dubito potremo mai esserlo. Quindi, se tutto andrà seguendo le prospettive attuali noi giocheremo i playoff partendo di rincorsa e col classico ruolo di mina vagante. In questo caso – conclude in tono tranquillo Marusic –, toccherà ai nostri avversari”.

Massimo Turconi

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