Un fulmine a ciel sereno (quasi), una pubblicità che non fa certo bene all’immagine del Città di Varese e al presidente Stefano Amirante. Il Tribunale Nazionale Federale ha inibito per 70 giorni il numero uno biancorosso e condannato la società a pagere una multa di 500€. Il motivo? Per avere “consentito e comunque non impedito al sig. Ezio Rossi, di svolgere l’attività di allenatore della squadra Città di Varese, partecipante al campionato di serie D, dal 9 agosto 2021 sino al 10 settembre 2021 privo di tesseramento“.
Riavvolgendo il nastro all’estate 2021, la conferma di Ezio Rossi era state certificata fin dal 26 giugno e proprio il tecnico torinese, il 2 agosto, aveva tenuto una conferenza in cui anticipava i primi passi del suo (all’epoca) Varese 2.0; il 9 agosto, poi, spazio al primo allenamento davanti alla solita cornice di irriducibili tifosi ad Albizzate per iniziare una stagione che ha avuto il suo start ufficiale domenica 12 settembre con la sfida all’Arconatese in Coppa Italia.
Fin qui nulla di strano, se non fosse che Ezio Rossi non è stato tesserato fino proprio al 10 settembre, un paio di giorni prima del debutto stagionale. Gli accordi economici nel mondo dilettantistico hanno una valenza di dieci mesi ed Ezio Rossi, avendo rassegnato le proprie dimissioni il 4 aprile, avrebbe pertanto dovuto percepire otto mensilità; avendo però firmato a settembre, il Varese ne ha pagate sette (come da contratto) e il tecnico ha fatto vertenza per richiedere che gli venisse riconosciuto a livello economico il lavoro svolto durante la preparazione estiva. Richiesta respinta dal Collegio Arbitrale in data 13 ottobre poiché il mese di agosto non rientrava nell’accordo economico firmato)
A questo punto, però, è evidentemente intervenuto il Tribunale Nazionale Federale. Stando al regolamento, effettivamente, ad Ezio Rossi non può esser riconosciuta la mensilità di agosto ma, proprio per questo, il tecnico non poteva nemmeno dirigere un allenamento. Di sessioni in quel di Albizzate, invece, ce ne sono state eccome; a tal proposito, in assenza di accordo economico spettava al Varese impedire all’allenatore di scendere in campo fino al momento della firma.
In tal senso è evidente la buona fede (reciproca) tra le parti, che è altrettanto evidentemente venuta meno nel momento in cui le strade tra la società biancorossa e il tecnico torinese si sono separate. Rossi (oltre al danno la beffa) non riceverà tale mensilità e, soprattutto, sarà verosimilmente squalificato a sua volta; nel frattempo è stato inibito e multato Stefano Amirante reo, in quanto presidente, di aver affidato allo stesso Rossi un incarico senza tesserarlo. Una brutta pubblicità, lo ripetiamo, che sarebbe stata evitata semplicemente ponendo una firma nero su bianco. E, soprattutto, un insegnamento: la fiducia non è per tutti.
Matteo Carraro