Quest’estate è salito sul treno della carriera dopo un’ottima seconda parte di stagione, dov’è stato protagonista della salvezza della Pallacanestro Varese, e domenica tornerà nella Città Giardino da avversario. Michele Ruzzier è pronto con la sua Virtus Bologna a cercare altri due punti fondamentali per il testa a testa con Milano e di fronte troverà il suo passato tra amicizie e una Varese che non vuole smettere di sorprendere.
Che valutazione da a questi primi sei mesi in maglia bianconera?
“Sicuramente positiva. Onestamente ho trovato più spazio di quello che pensavo, anche in relazione agli infortuni dei miei compagni. All’inizio ho faticato a trovare il mio ruolo definitivo nel roster, poi con il tempo e l’esperienza l’ho trovato e sono riuscito anche a fare buone partite e a farmi trovare pronto quando sono stato chiamato in causa. In questo modo ho raggiunto il mio primo obiettivo e sono molto contento”.
E’ cambiato un po’ il suo modo di giocare alla Virtus? Si sente migliorato sotto qualche aspetto?
“Avere un grande allenatore come Scariolo è qualcosa che ti apre la mente. In primis perché la richiesta è sempre altissima e poi perché impari tanti cose che prima non vedevi e che lui ti fa notare. E’ un grandissimo allenatore che dal punto di vista mentale ti fa crescere moltissimo”.
Com’è avere Teodosic come compagno?
“E’ un compagno super. Mi aspettavo un tipo silenzioso che stava sulle sue, invece è fantastico. Con noi italiani ha creato un gruppo bellissimo ed è un leader silenzioso ma molto prezioso”.
Questo campionato, tolti voi e l’Olimpia Milano è molto equilibrato, come lo vede?
“Come hai detto tu c’è molto equilibrio tolti noi e Milano. Per il resto è un campionato molto competitivo, come ha già dimostrato l’accesso alle Final Eight e penso che, sia per quanto riguarda i playoff che la zona retrocessione, sarà tutto in ballo fino alla fine. Di qeusto aspetto ci se ne rende ancora più conto quando si gioca contro qualsiasi squadra e ci si accorge del livello similare di tutte le squadre”.
Venendo a Varese, lei quest’estate ha fatto una scelta importante lasciando la città giardino per salire sul treno Virtus Bologna. C’è un motivo particolare per cui ha preso questa decisione?
“E’ successo tutto il 30 giugno e per me non è stata una scelta facile. All’epoca chiamai Andrea Conti quasi per scusarmi, anche se non era colpa mia e so che le tempistiche non furono bellissime. A 28 anni era un treno che non sarebbe più passato, quindi mi sono detto o adesso o mai più e ho deciso di accettare l’offerta. Fino al 29 giugno non avevo intenzione di lasciare Varese e non me ne sarei mai andato se non per una squadra del blasone della Virtus. Non è stata una questione di soldi ma di ambizione personale”.
All’andata avete incontrato una Varese totalmente diversa da quella di oggi. Le chiedo che impressione le fece e come ha vissuto da fuori tutto quello che è successo in queste settimane?
“Ho visto l’ultima partita che hanno fatto con Trento e sono rimasto impressionato per la voglia, il cuore e la grinta che ci hanno messo. Tanti di loro li conosco, De Nicolao, Ferrero, i due ragazzi che sono stati coinvolti e sono stato veramente contento di vedere il pubblico così caldo, cosa che purtroppo lo scorso anno non mi sono mai potuto gustare a causa delle limitazioni per il Covid. Varese si basa molto sul talento di Keene, anche se poi tutti sanno cosa fare e come farlo”.
De Nicolao ci ha detto che non gliene farà passare una, lei cosa si sente di rispondergli?
“Che ci provi (ride ndr). A parte tutto mi fa molto piacere ritrovare i compagni dello scorso anno, perché a parte le difficoltà iniziali siamo venuti fuori e ciò che non è mai mancato è stato il gruppo che era davvero super. Ho sentito lui e Gianca di recente e spero continuino a fare cose buone”.
Alessandro Burin