Poco meno di un anno fa (28 giugno 2021), a margine di un’intervista con Patrizia Testa realizzata nelle ore in cui la Pro Patria veniva iscritta alla stagione appena conclusa, si sottoponeva all’attuale socio di minoranza biancoblu quanto segue:
Abbiamo visto molto coinvolta la Dott.ssa Sara Tosi, frontlady del jersey sponsor Istituto Clinico San Carlo. Potrebbe essere lei un nome spendibile per allargare la base societaria?
“Non ci avevo pensato… mi ha dato un’idea. Sarebbe un sogno che l’unione anche emblematica di due persone profondamente bustocche possa rappresentare il futuro della Pro Patria. Vediamo. Magari proverò a fare questa proposta. Chissà…”.
Senza volersi necessariamente citare addosso, quella provocazione travestita da domanda (non certo buttata lì a caso), aveva il solo difetto di essere stata posta con un anno di anticipo. Tra qualche giorno infatti, proprio Sara Tosi (con l’altro sponsor Christian Cerrone di CC Gestione Logistica e attraverso la mediazione di David Alberti), dovrebbe rilevare dal Consorzio Sgai il 90% delle quote societarie tigrotte. Caduta la conventio ad tacendum sull’identità dei componenti il panel di imprenditori interessati all’acquisto del club, il calcio di vertice a Busto potrà quindi garantirsi un futuro di medio/breve respiro. Arco temporale estendibile al lungo se la SPAC bustocca saprà allargare la base operativa ad altri player del territorio contattati ma non ancora imbarcati nel nuovo progetto biancoblu. Nel quale la Testa dovrebbe mantenere il 10% a garanzia tecnica dell’architettura dell’accordo.
Possibile che qualcosa vada storto? A dar retta alla Legge di Murphy sì. Nella realtà, più plausibilmente no. Anche in virtù della stretta vigilanza cui è sottoposta l’attuale proprietà consortile. Che impone trasparenza e linearità nel passaggio di consegne che verrà gestito nel rispetto dei tempi previo saldo di quanto non ottemperato nell’esercizio in corso.
Con buona pace della politica cittadina intervenuta nella vicenda in ossequio alla moral suasion che è propria dell’autorità amministrativa, la Pro Patria si dovrebbe essere così assicurata la prosecuzione del suo percorso nel professionismo. Nuovamente incarnato dal DS Turotti e (chissà) da Massimo Sala in panca. Ecco, qui (probabilmente), stiamo correndo troppo. Ma fosse stato colto allora il senso della domanda di cui sopra, forse, ci saremmo risparmiati le tarantelle degli ultimi mesi.
Giovanni Castiglioni