Quello con la Rhodense è stato un amore fortissimo durato 10 anni, ma si è interrotto nel modo più brutto. L’ex capitano arancionero non avrebbe mai voluto questo epilogo ma purtroppo si è verificato e l’ha portato ad abbracciare una nuova esperienza. Ecco, dunque, che qualche settimana fa Davide Caruso ha detto sì al Saronno, tornando in Promozione dopo alcuni anni e ripartendo da un’altra società ambiziosa e di forte tradizione. Il 2022, che sarà da ricordare in famiglia anche per il prossimo arrivo di Mia, coinciderà con l’ennesima soddisfazione calcistica per il bomber classe 1982?

Che cosa ti ha spinto a salutare la Rhodense dopo tutti questi anni?
“Mio malgrado sono sopraggiunte delle divergenze di vedute con l’attuale allenatore e abbiamo deciso di comune accordo di separare le nostre strade. La dirigenza sapeva della frattura creatasi, ma il tecnico era nei piani della società, il suo posto era saldo e, non essendo possibile proseguire insieme, ho scelto di trasferirmi altrove. Sono molto dispiaciuto per come questa sorprendente avventura sia finita dopo 10 anni di cui 8 da capitano, ma anche le migliori storie d’amore possono terminare, e spesso non nel migliore dei modi. Sono rammaricato perchè è finita male e forse non mi sarei meritato un trattamento del genere, ma si vede che doveva andare così”.

I primi mesi di questa stagione forse non sono stati in linea con le aspettative né per la squadra né per te, è così?
“Sì, sono stati dei mesi frustranti come risultati di squadra e ricchi di contraccolpi dal punto di vista personale. Ho giocato tanto ma ho segnato meno di quello a cui sono abituato. Probabilmente in questo ha pesato particolarmente lo stop di quasi un anno e mezzo e anche alcune scelte sbagliate. Gli attuali 12 punti in classifica non sono quello che avremmo voluto e che avrebbe desiderato la società. E’ una graduatoria un po’ deficitaria e l’obiettivo iniziale era avere qualche punto in più ed essere in una posizione più tranquilla”.

Hai sicuramente tanti ricordi con la maglia della Rhodense. Quali vuoi citare in particolare?
“Tra i ricordi più belli non posso non dire le due promozioni in Eccellenza che sono state fantastiche. Tra i momenti più brutti e dolorosi, invece, sicuramente ci sono la retrocessione ai playout di Eccellenza contro il Luciano Manara e lo spareggio di Promozione che abbiamo perso contro la Castanese. In tutti questi anni alla Rhodense ho incontrato tantissime persone, ma le due che più di ogni altro meritano una menzione sono Renzo Tagliaferri, una persona alla quale ero legatissimo e vera colonna della società che è venuto a mancare nell’estate del 2019, e Giuliano Canal che è stato il mio presidente per 10 anni e a cui potrò sempre e solo dire grazie per avermi accolto nella famiglia Rhodense. Con questa maglia ho giocato più di 300 partite e ho segnato circa 170 gol e non potrò mai dimenticare questo periodo né queste figure cardine”.

Ora hai voltato pagina. Come è stato l’impatto con l’ambiente del Saronno?
“Abbiamo ricominciato ad allenarci in maniera individuale a metà della scorsa settimana e ora a poco a poco stiamo riprendendo in gruppo per quattro sedute settimanali. Abbiamo avuto diversi contagiati e a breve contiamo di essere finalmente al completo. Fin dal primo allenamento mister e compagni mi hanno accolto benissimo e mi sono sentito come a casa. Conoscevo già Bonizzi e Scaccabarozzi, ad esempio, che sono stati con me alla Rhodense per qualche anno, o Giglio, Milazzo, Torriani e Iacovelli che ho incrociato sui campi dei dilettanti. Inoltre, la società si è dimostrata vogliosa di fare bene e di provare a salire in Eccellenza magari passando dai playoff, visto il vantaggio di punti che ad oggi ha la Solbiatese. E’ un obiettivo al quale puntiamo e a cui crediamo fermamente”.

Avevi altre offerte? Perchè hai scelto Saronno, scendendo anche di un gradino dall’Eccellenza alla Promozione?
“La dirigenza mi ha voluto fortemente e Saronno è una piazza ambiziosa, la più ambiziosa e storica tra quelle che mi hanno fatto un’offerta. Saronno, inoltre, logisticamente mi è comoda per conciliare al meglio impegni familiari e di lavoro, è un ottimo punto di incontro. Sono consapevole di essere sceso in Promozione, ma averlo fatto per Saronno, un club così importante e blasonato, sinceramente mi pesa molto meno”.

Su mister Taroni cosa puoi dire? Cosa vi siete detti? Hai mai avuto un tecnico più giovane di te (Taroni è classe 1993, Caruso è nato nel 1982, ndr)?
“No, non mi è mai capitato. Sinceramente non lo conoscevo di persona e ho avuto fin da subito una bellissima impressione. E’ preparato, sa quello che vuole e mi sto trovando bene. In tutta la mia carriera non ho mai avuto problemi con gli allenatori e mi sono sempre messo a disposizione della squadra e dei compagni. Sono stato felice che mi abbia dato fiducia fin da subito e mi abbia lanciato dall’inizio contro il Morazzone solo con pochissimi allenamenti in gruppo. Ora spero di continuare a ripagare la sua stima e quella della società e dei compagni”.

Qual è il valore aggiunto che puoi portare al Saronno?
“Innanzitutto la mia esperienza. Vorrei essere d’aiuto per i più giovani, per i tanti giovani che ci sono in rosa. Mi piacerebbe anche fare gol e assist utili alla causa; in carriera ne ho sempre fatti diversi e vorrei tanto riuscirci anche qui in questa seconda parte di stagione”.

Il campionato regolare riprenderà il 13 febbraio. Com’è la vostra tabella di marcia per il prossimo mese?
“Stiamo allenandoci bene quattro volte alla settimana e la volontà è di farlo sempre seriamente per farci trovare pronti al momento della ripartenza. Davanti a noi c’è quasi un mese di lavoro e dobbiamo sfruttarlo al meglio. Il 6 febbraio scenderemo in campo per il recupero contro il Meda e, poi, se tutto va bene, ricomincerà il campionato in cui vogliamo mantenerci nelle primissime posizioni e magari insidiare la Solbiatese”.

A giugno compirai 40 anni. Hai già pensato al dopo?
“Vorrei continuare nel mondo del calcio, magari provando ad intraprendere la carriera di allenatore. Mi è stato già proposto anni addietro di seguire qualche squadra del settore giovanile ma non sono mai riuscito a conciliare quell’impegno con il lavoro e le esigenze familiari. Mi sono sempre concentrato sull’essere giocatore e intendo farlo in modo esclusivo finchè il mio fisico me lo permetterà. Però l’idea di allenare mi stuzzica parecchio, lo ammetto”.

Il 2022 è iniziato da poco. Quali sono i tuoi propositi per quest’anno?
“A metà aprile nascerà la mia seconda figlia, Mia. Inutile dire che sono, che siamo felicissimi e dopo Letizia, che a maggio compirà 4 anni, allargheremo la famiglia con un’altra bambina. Il mio lavoro di videomaker fortunatamente prosegue bene e non ho risentito particolarmente di questo periodo difficile. Oltre all’ambito familiare e personale, mi auguro di fare bene al Saronno e magari di aggiungere un’altra promozione, la quarta, al mio palmares”.

Laura Paganini

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