Mentre tutte le realtà sportive di Varese si trovavano al Palaghiaccio per celebrare l’arrivo del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella per l’inaugurazione della Acinque Ice Arena, il Città di Varese ha diramato un comunicato che ha scioccato il mondo biancorosso: Donato Disabato non farà più parte della squadra.

La prima testa a cadere (dopo Gianluca Porro) è quindi quella dell’ex capitano biancorosso, il cui rapporto con mister Luciano De Paola non è mai sbocciato: proprio il tecnico, poco dopo il suo arrivo, gli aveva tolto la fascia da capitano e l’allontanamento del classe ’90 è stato il passo successivo.

Un gesto eclatante per dare un segnale forte (quale?) al gruppo, probabilmente per responsabilizzare il resto della squadra. Certo è che una decisione del genere, il 15 di novembre, sa di umiliazione per un ragazzo che ha sempre dimostrato di avere Varese nel cuore e, soprattutto, uno scarico di responsabilità per una situazione che non gira, come se tutti i problemi del Varese dipendessero dall’utilizzo di Disabato. Società e mister sono liberi di prendere le decisioni che vogliono, ma con modalità che tengano conto del rispetto per le persone; in questo caso ci sembra che di rispetto per il calciatore e l’uomo Disabato non ce ne sia proprio stato.

Di seguito il comunicato ufficiale.

Il Città di Varese comunica che, a partire dall’allenamento odierno, la società e la guida tecnica della prima squadra hanno deciso che Donato Disabato non fa più parte del progetto tecnico. Il calciatore continuerà comunque ad allenarsi con la squadra nell’attesa dell’apertura della sessione invernale di mercato.

Matteo Carraro

1 commento

  1. Gestire una società di calcio in terza categoria è una cosa, gestirne un’altra in serie D è probabilmente un po’ più complesso, quantomeno per quanto riguarda l’allestimento della rosa. Se quello di Disabato non è un allontanamento disciplinare allora c’è sotto qualcosa. Questo allenatore a me proprio non piace, dopo le prime 2 partite avevo pensato che sarebbe durato poco e ad un allontanamento nel giro di 5 o 6 domeniche. Spero solo che, visto che coloro che maneggiano le redini della società sono più o meno le stesse persone, non si faccia la fine del Milano City. A parte che siamo ormai abituati, al limite ripartiremo nuovamente dalla terza categoria. Ma la proprietà, non il presidente, non si accorge di nulla.
    Forza Varese sempre.

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