Here we go again. Ci risiamo, per evitare inglesismi. A una settimana esatta di distanza dalla querelle Donato Disabato, il Città di Varese si ripete mettendo fuori rosa Francesco Mapelli. Capitano e vicecapitano alla porta, a correre lungo una linea laterale in attesa dell’apertura della finestra di mercato per accasarsi altrove. Situazione che, inutile dirlo, non piace ai tifosi infastiditi (e infuriati) da un costate deficit comunicativo da parte della società che crea l’ennesima situazione di impasse: questo, unito ai risultati che non arrivano, stanno portando l’amore della tifoseria ai minimi storici.

Il dialogo inesistente è la vera e propria spada di Damocle, al punto che non mancano gli utenti online che s’interrogano sul perché di questa non-comunicazione. “Dirigenza… – è l’appello di Andrea Catellama perché non dite le cose come stanno? I tifosi sanno anche capire…. basta parlare, comunicare…“. Alessandro Bodini rincara la dose: “La chiarezza coi tifosi prima di tutto dicevano“.

Ma quella trasparenza tanto sventolata dalla dirigenza alla nascita del Città di Varese dov’è finita? – s’interroga anche Max TronciVa bene le decisioni drastiche ma qualcuno ci metta la faccia e spieghi cosa sta’ succedendo, questi silenzi stanno facendo male più dei risultati di una squadra da qualche tempo è un po’ alla deriva… i tifosi non si meritano anche questo“. Non è da meno Pino Quattrone: “Il Varese dovrebbe essere esempio di correttezza, lealtà, trasparenza e soprattutto condivisione. Ma qual è la vera ragione che impedisce alla dirigenza di non comunicare le scelte. Si saranno resi conto che ormai il disamore è così evidente che per riavvicinare la gente, soprattutto i più giovani, non basteranno neanche tre campionati vinti di fila. Che peccato e che delusione…“.

Massimiliano Menozzi ha un’idea ben precisa su ciò che sta succedendo: “Quando si cercano capri espiatori continuamente vuol dire che non si sa che pesci pigliare…“, anche se Vittorio Ballerio risponde prontamente dando la sua versione: “Nessun capro espiatorio, semplicemente siamo la peggior difesa del campionato e bisogna assolutamente cambiare i difensori. Non può essere sempre colpa dell’allenatore“. Spiegazione che sposa indirettamente anche Stefano Pauletto: “Io penso che, senza fare ragionamenti particolari, la motivazione sta nel fatto che De Paola vuole giocatori scelti da lui. Non pensate che la società vi dica la motivazione perché nessuna società dalla Serie A alla Terza Categoria spiega per filo e per segno le sue scelte economiche/tecniche con buona pace dei tifosi e dei giornalisti… Forza Città di Varese. La squadra del cuore si segue sia nei momenti beli che nei momenti negativi!!!“. Lo stesso Vito Ballerio, però, puntualizza: “Adesso però deve arrivare un mercato di altissimo livello, altrimenti è tutta una pagliacciata“.

Non vado allo stadio da tempo, diciamo dal 2017; in ogni caso seguo sempre il Varese perché è un è un pezzo importante del mio cuore – scrive Fabrizio Penati. Faccio però veramente fatica a capire notizie di questo genere. Mi resta tanta, tanta amarezza e nostalgia per il mio Varese di quando ero ragazzo e, perché no, del Varese di Sannino e Maran. Fino alla fine, forza Varese“. Scelte che non comprendono nemmeno né Fabio Carlin (“Settimana scorsa Disabato, questa settimana Mapelli, chi sarà il prossimo??? Dimenticavo, il primo a saltare è stato mister Porro!! Noi vorremmo andare in Lega Pro non in Eccellenza!!!“) né Gabriele Arcari che lancia un monito: “Pseudo-dirigenti attenti a quello che fate! È già troppo tardi per pentirvi amaramente delle vostre decisioni insulse!“.

Decisioni che, come scritto in precedenza, non fanno altro che aumentare il senso di disaffezione nei confronti della società al punto che Marco Gervasini tuona: “Chiamatelo come volete. Ma non chiamatelo Varese. Ridicoli“. La parola fine sulla querelle Mapelli viene messa da Claudio Limido: “Anche i matrimoni finiscono!! Con questa dirigenza e questo mister, però, non solo non ci fidanziamo, ma non usciamo nemmeno per uno spritz!!”.

Da capire, ora, come si comporterà il Città di Varese con gli altri esuberi: sicuramente Disabato e Mapelli erano i nomi più importanti e peggio di così, nella gestione comunicativa, è difficile fare. Certo, la spiegazione dataci può essere condivisibile o meno (i giocatori avranno la possibilità di continuare ad allenarsi evitando infortuni in attesa di una nuova squadra), ma la società è ricaduta nello stesso errore della settimana scorsa dimenticandosi che, fino a prova contraria, è ancora possibile riconquistare una tifoseria disinnamorata. Basta volerlo.

Matteo Carraro

1 commento

  1. Qualche mese fa qualcuno si lamentava per il fatto che Wikipedia avesse “fermato” la voce sul Varese al 2019, senza considerare il Città di Varese quale erede.

    Che dire, il tempo sta dando ragione a Wikipedia.

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