Giancarlo Abete è il nuovo Presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Eletto all’unanimità, l’ex presidente della FIGC diventa così il decimo nella storia della componente più vasta della Federazione, dopo averne ricoperto il ruolo di Commissario straordinario in seguito alle dimissioni di Cosimo Sibilia, avvenute il 26 ottobre scorso.

Presente all’assemblea elettiva, il presidente federale Gabriele Gravina che ha sottolineato: “Giancarlo Abete è un uomo di grandissimo spessore, la persona giusta, il dirigente perfetto per riportare dialogo e unità all’interno della Lega Dilettanti. La LND deve riacquisire il peso all’interno del sistema che le è dovuto non per i numeri imponenti, ma per il contributo di idee e soprattutto per i valori che esprime l’intero movimento dilettantistico. Più la LND è partecipe e propositiva, più fa bene a tutto il calcio italiano”

Il mio più sincero ringraziamento a tutti coloro che nelle 23 precedenti assemblee, mi hanno designato come Presidente della Lega Nazionale Dilettanti – esordisce Abete -. Desidero sottolineare ancora una volta l’importanza di essere oggi qui, tutti insieme, in un clima di pluralità e confronto. Il nostro è un mondo associativo e i rapporti sono alla base del nostro stare insieme. Ci attende un grande lavoro e lo affronteremo tutti insieme da squadra, senza uomini soli al comando, com’è nel nostro dna. La storia della Lega Nazionale Dilettanti, patrimonio del calcio italiano, è da sempre intrecciata a quella della FIGC, con la quale deve avere non un “patto di potere” ma di progetto. Rinsaldiamo oggi un rapporto basato su un’identità comune e nella tutela dei valori, che rappresenta il core business stesso della Federazione. Siamo il cuore del calcio – ha aggiunto il presidente Abete – e non lo dico come spot elettorale. Dobbiamo lavorare all’impiantistica, alla sicurezza, alla prevenzione, un patrimonio fondamentale nel quale deve investire l’intero sistema paese. Abbiamo inoltre il compito di implementare la formazione dei dirigenti che operano nelle nostre strutture centrali e territoriali, componenti che mai devono appiattirsi nel confronto della politica sportiva ma restare super partes. Si dovrà porre grande attenzione allo sviluppo mirato sui territori in modo unito ma flessibile sulle specificità. Meno autocelebrativi e più competitivi. Nel mio programma tre i cardini: Progetto, regole e comportamenti. Per una nuova stagione della LND da vivere con umiltà, orgoglio ed emozione, senza paura del cambiamento“.

Redazione

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