Poco più di un mese fa l’AB Olona ha iniziato ad ospitare ai suoi allenamenti Vasyl, un bambino di dodici anni fuggito dalla guerra in Ucraina. Vasyl, proveniente da un paesino vicino a Leopoli, ha raggiunto la nonna dopo una vera e propria fuga e ancora oggi si allena con gli ‘Orange’.

In collaborazione con l’Associazione del Borgo Olonese, presieduto da Franca Poggi, e il Comitato per Cernobil di Induno, presieduto da Emilio Vanoni, la macchina della solidarietà dell’AB Olona, guidata da Marco Luppi, ha colpito ancora. Da una quindicina di giorni le tre realtà unite stanno infatti ospitando una famiglia intera scappata dalle atrocità della guerra.

Mamma e tre figli sono, infatti, ospiti in un alloggio preso in affitto proprio nel Borgo Olonese: “Volevamo fare qualcosa – ci racconta Franca Poggi – non è nella nostra indole stare con le mani in mano e guardare il prossimo soffrire. Abbiamo cercato un’opportunità e l’abbiamo trovata nel sostenere questa famiglia che arriva dalla zona di Leopoli“.

Ambrogio Baj, uno dei fondatori dell’AB Olona, – aggiunge Marco Luppi – ha guidato un pulmino messo a disposizione da Pallacanestro Varese per portare sostegno nelle zone di guerra. Un’esperienza che ci ha spinto ancora di più a intervenire per aiutare chi è costretto a scappare dalla propria casa“.

Una collaborazione a 360° quella tra le tre realtà coinvolte: affitto, utenze, spese per il cibo divise equamente per permettere alla famiglia di avere tutti i confort del caso.
I ragazzi vogliono imparare al più presto l’italiano, abbiamo iniziato l’iter per avere tutti i documenti e per riuscire ad inserirli a scuola. La mamma fa la sarta e sta iniziando a fare qualche lavoro. Il loro obiettivo è quello di cercare al più presto di raggiungere un’autosufficenza – ci dice Franca Poggi -“.

All’Olona abbiamo solo bambini piccoli – dice Marco Luppi -, per questo stiamo cercando diverse realtà che possano inserire i tre ragazzi per fare dell’attività sportiva“.

Chi fa da se fa per tre… si dice. In questo caso tre realtà stanno portando avanti un grande progetto umanitario: standing ovation.

Michele Marocco
(Nella foto in evidenza la famiglia ucraina. Qui sotto Franca Poggi e Marco Luppi)

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