La calma piatta apparente in casa Pallacanestro Varese, per quello che riguarda i piani della prossima stagione biancorossa, in campo come in società, preoccupa i tifosi che come giusto che sia, vivono di notizie e smaniano dalla voglia di sapere come sarà la nuova Openjobmetis.

Questo però non deve trarre in inganno nessuno, perché i biancorossi stanno lavorando alacremente su tutti i vari fronti della società, tra movimenti, affari e decisioni che sono ben definite e delineate tra campo ed extra campo. Un quadro di cui traccia un profilo il Consigliere biancorosso nonché Delegato all’area Marketing, Thomas Valentino, partendo dalle mosse sul mercato sponsorizzazioni della scorsa settimana, che hanno portato nuova linfa in casa varesina.

Quanto è soddisfatto della risposta che il territorio sta dando alla proposta di partnership che portate in giro come Pallacanestro Varese?
“E’ importantissima la risposta che stiamo avendo dal territorio e siamo felicissimi di questo. Il fatto di poter contare su asset diversi, su tutti il fatto che il covid non ci sia più per ora, permette di dare prospettive diverse anche ai potenziali investitori. La parola d’ordine in questo nuovo corso biancorosso è svecchiamento. Non che prima Varese fosse vecchia, ma semplicemente non si facevano tante cose che si fanno ora e che seguono quell’idea NBA che Scola e Arcieri, come tutto il CDA, sposa in toto. Una ventata di freschezza che attira anche gli sponsor, che sanno di poter entrare a far parte di una realtà nuova, dinamica, coinvolgente. Questo secondo è uno dei punti principali del nuovo piano economico che presentiamo alle aziende e che è nato dal post festa di Natale di quest’anno, in cui penso si sia toccato il punto più basso di unione tra squadra, anche al suo interno, sponsor e chi per esso fosse presente a quella festa. Varese è una grande famiglia ed in quella occasione manco tutto ciò che tale si può definire”.

Prevcom, Camilpharma ed Esse Solar: tre accordi a livello di sponsorizzazioni importanti. Bolle altro in pentola?
“Sì, abbiamo fatto lo scorso anno un’operazione con FGL, società che fa da main sponsor alla Pallacanestro Casorate e che quest’anno penso proprio ripeteremo. Il mio intento è quello di creare un pool di sponsor che possa portare a quota 500.000 euro il livello d’investimento in Pallacanestro Varese. Oggi, per quanto concerne il mio lavoro, abbiamo già ben più che superato oltre la metà di questa quota e per essere solamente ad inizio giugno direi che è un buon risultato da cui ripartire e continuare a lavorare per crescere. Per chi ha deciso di non rinnovare mi dispiace ma troveremo altre risorse”.

Risorse che andranno poi a sostenere il nuovo percorso targato Luis Scola. Come vede la scelta del campione argentino di acquisire il 51% societario e quali sono le prospettive per il restante 49% delle quote?
“L’ingresso legale e formale di Luis come azionista di maggioranza in Pallacanestro Varese è una mossa che a livello di immagine, di stabilità, di prospettiva e di attrattività sul mercato non si poteva non fare. Scola porta con sé finalmente l’immagine di un uomo forte ed unico a capo di Varese e questo, anche a livello di accordi sul mercato, è importantissimo. Se dobbiamo poi parlare di primi riscontri, dico che la copertura del debito è arrivata ben prima dell’acquisizione del 51% di Scola ed è opera del CDA che lo scorso anno ha fatto un lavoro enorme per tenere in piedi la società. Ora che la realtà è pulita e sana è più facile anche guardare al futuro ed all’immediato presente. Siamo fortunati ad avere il Consorzio, che oggi detiene il 44% societario, che mosso da passione e amore per i colori e la squadra continuerà a mettere quanto ha sempre fatto negli scorsi anni, così come il Basket Siamo Noi che ad oggi detiene il 5% societario e potrebbe crescere fino al 10%. Per quanto concerne poi l’ingresso di altri investitori noi siamo apertissimi, ed è chiaro che un discorso sul 39% di quote che oggi rientra nella “fetta” del Consorzio sia pronto per realtà davvero interessate a sostenere Varese”.

Da qui al discorso budget per la campagna acquisti per la prossima stagione il passo è breve, ad oggi Varese ha una previsione di ciò?
“Sì chiaramente, anche se noi non avendo dietro patron come Armani o Segafredo-Zanetti non possiamo programmare in maniera pluriennale il budget, lo costruiamo anno per anno. Teniamo conto che ad oggi non siamo nemmeno arrivati alla fine della stagione sportiva, ovvero il 30 giugno e comunque idee e prospettive ben chiare ci sono. Io penso che potremmo arrivare a raggiungere il 25% in più di quanto avuto lo scorso anno per lavorare, quindi più o meno 2,5 milioni e mezzo di euro. In questo però può rientrare anche il discorso settore giovanile, non saranno tutti soldi che verranno immessi nel mercato giocatori che comunque gioverà di tale aumento”.

Andando proprio sulle questioni di campo, come si sta muovendo Varese per la prossima stagione?
“Ci sono tanti discorsi in ballo. Chi viene qui a Varese vorrebbe rimanere per sempre e non andare più via, solo che a questo desiderio viene sempre allegata una richiesta di aumento che poi va valutata. Ad oggi se riconfermassimo tutti avremmo un valore di squadra buono per giocarsi la salvezza, perché questo racconta la stagione passata. Visto che siamo ambiziosi e vogliamo portare la società a mirare per qualcosa di più di un dodicesimo posto stiamo facendo riflessioni importanti. Sicuramente il parco italiani a cui si può aggiungere Justin Reyes, saranno base di ripartenza per la nuova squadra”.

E l’allenatore?
“Per questa scelta hanno diretto mandato Scola e Arcieri. Per ora ci sono tanti nomi e non parlo solo di head coach ma di staff più in generale”.

Infine le chiedo se è fiducioso di questa nuova ripartenza?
“Sì e il perché è presto spiegato. In Pallacanestro Varese da oggi si vive su un concetto base, quello della meritocrazia, che vale in qualsiasi ambito della società e nessuno è escluso. Questo è un valore corretto secondo me su cui fondare la crescita di un’azienda in tutto e per tutto. Chi ci ama veramente ci segue per gli altri buona fortuna altrove”.

Alessandro Burin

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