La miglior medicina esistente per un attaccante è segnare, e i gol di certo non mancano nel bagaglio che Antonio Quartesan ha portato al Valle Olona. Il classe ’02, di proprietà della Solbiatese, ci ha messo poco ad ambientarsi nel mondo biancorosso dimostrandosi un perfetto compagno di reparto per Entoni Guarda: il suo rigore messo a segno domenica scorsa ha suggellato la splendida vittoria per 4-0 sul Gallarate consentendo al Valle Olona di stabilirsi saldamente a metà classifica.

Dopo un avvio difficile, chiuso dai tanti top players di casa Solbiatese, il passaggio all’Union Villa Cassano non ha dato gli effetti sperati: solo un gol dalle parti di Cassano Magnago, per scherzo del destino, proprio al Valle Olona e poi un nuovo trasferimento. Per stabilizzarsi e trovare sé stesso. “Se sono qui lo devo a Giampaolo Calzi – spiega Quartesan – perché mi conosceva da tempo e, un paio di anni fa, aveva provato a portarmi alla Vergiatese. Ora che tornato a giocare al Valle Olona ha fatto il mio nome, e questa volta ho detto sì: con il Covid non abbiamo giocato per due stagioni e quest’anno avevo troppa foga e voglia di fare per stare in panchina. Sono qui per dire la mia”.

Diciamo che ti sei presentato bene. Domenica scorsa hai trovato il tuo primo gol con la maglia del Valle Olona; che partita è stata?
“Contro il Gallarate abbiamo provato subito a imprimere il nostro ritmo giocando di squadra, anche se col passare dei minuti sono stati loro a fare la partita. Noi siamo stati bravi a non disunirci e trovare il vantaggio grazie all’imbucata di Calzi per bomber Guarda e da lì è aumentata la fiducia: il 2-0 con cui abbiamo cominciato la ripresa non ci ha mai fatto dubitare di poter perdere. Dovevamo chiuderla e l’abbiamo fatto: ho procurato il primo rigore, che poi il bomber ha sbagliato, ma siamo comunque andati sul 3-0 e nel finale ho segnato io dagli undici metri. I prossimi rigori? Mi piacerebbe tirarli perché finora (gesto scaramantico, ndr) non ho mai sbagliato, ma il bene della squadra viene prima di tutto”.

A proposito di squadra, come ti stai trovando con i compagni?
“Molto bene. Giorno dopo giorno cresce l’intesa fuori dal campo e inizio ad essere sempre più all’interno delle dinamiche di gioco. Certo, manca ancora qualcosina per arrivare al top ma sono qui per mettermi al servizio della squadra e per migliorare”.

Il mister, invece, cosa ti ha chiesto?
“Da me vuole l’attacco della profondità. Per le mie caratteristiche sa che posso dare tanto alla squadra: con il cambio di passo e la mia velocità devo risultare determinante sulle ripartenze per andare in porta o mettere il bomber nelle migliori condizioni possibile per segnare. Mister Rovellini, inoltre, è un grande professionista e intenditore di calcio: sa qual è il meglio per me e sono qui per far tesoro dei suoi consigli”.

Riavvolgendo il nastro, cosa non aveva funzionato a Cassano?
“Appena arrivato c’è stato l’esonero del mister e, di conseguenza, il momento non era certo dei più propizi. Sono comunque stato accolto alla grande dalla squadra e nelle prime partite ho sempre giocato; poi, vista la situazione e il fatto che avevo sempre meno spazio, ho scelto di tornare a Solbiate perché non potevo complicarmi la vita non giocando nemmeno lì. Ho dato tutto me stesso negli allenamenti e, appena c’è stata la chiamata del Valle Olona, non ho potuto dire di no; sono felicissimo della mia scelta e so di aver preso la decisione migliore”.

Visto che siamo in tema Solbiatese, il fatto che tu sia stato ceduto in prestito indica che comunque i nerazzurri, nonostante tu fossi chiuso da “mostri sacri” di categoria, credono in te; esatto?
“Penso che credano molto su di me, e so che toccherà proprio a me dimostrare quanto valgo per meritare una conferma alla Solbiatese. Quest’anno vinceranno il campionato e, la prossima stagione, mi piacerebbe potermi giocare le mie chance in una categoria superiore. Al momento, comunque, il mio unico obiettivo è dare tutto per il Valle Olona”.  

A Solbiate, nonostante lo scarso minutaggio, hai comunque avuto la possibilità di allenarti in un gruppo “di categoria superiore”: cos’hai imparato negli scorsi mesi?
“Ho imparato molto e, di conseguenza, sono cresciuto parecchio. Gli allenamenti sono impostati in maniera diversa, i grandi ti spronano a dare tutti in ogni singolo secondo e chiunque, dal veterano al ragazzino, ha un’eccezionale voglia di fare. Credo sia oggettivo dire che la Solbiatese con la Promozione non centra nulla”.

Ora, però, come hai detto poco fa, sei concentrato sul Valle Olona: qual è l’obiettivo stagionale?
“Con la squadra che abbiamo credo che abbiamo l’obbligo di salvarci. Poi se, come credo, inizieremo un filotto positivo potremmo anche farci venire l’acquolina in bocca per arrivare ai playoff; sarà praticamente impossibile, ma crederci fino in fondo dovrà essere per noi uno stimolo a dare più del 100% ogni domenica”.

A cominciare dalla prossima sfida contro la Lentatese?
“Assolutamente. Ce la andremo a giocare perché abbiamo le caratteristiche per poter far male a chiunque: sappiamo di affrontare un’ottima squadra, ma noi non siamo da meno e daremo del filo da torcere sotto ogni aspetto. I nostri punti di forza? Credo che a centrocampo e in attacco, lo testimoniano i numeri, abbiamo un eccellente potenziale”.

A livello personale, invece, che obiettivo ti sei posto?
“Voglio arrivare almeno a cinque gol ma, soprattutto, crescere sotto ogni punto di vista. Devo ascoltare il mister, mettermi a disposizione e sacrificarmi di più per i compagni: fisicamente sono molto valido, a livello mentale non mollo mai, ma devo migliorare nelle ultime scelte ed evitare di intestardirmi troppo nelle giocate. Sono qui per crescere”.

Parlando di crescita, e qui concludiamo, c’è un giocatore a cui t’ispiri?
“Scapinello, ma non voglio farlo esaltare troppo (ride, ndr). Guardando a categorie più alte devo dire che mi è sempre piaciuto Lucas Paquetà: l’ho sempre considerato un grandissimo talento e sono felice che in Francia si stia consacrando. Ora lo aspetto in campionati più performanti. Sta di fatto, comunque, che per quanti modelli e punti di riferimento io possa avere, la mia crescita dipende solo ed esclusivamente da me”.

Matteo Carraro

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