Riavvolgendo il nastro allo scorso 30 luglio, difficilmente qualcuno si sarebbe immaginato che il 4 dicembre, alla 14^ giornata di campionato, la Caronnese avrebbe fatto visita al Città di Varese precedendo i biancorossi in classifica. Nemmeno gli stessi rossoblù. Le parole di Simone Moretti (da pochi giorni al timone della squadra) testimoniano infatti quella che all’epoca era considerata quasi una certezza: la Caronnese avrebbe lottato per salvarsi, il Varese per vincere il campionato.

La realtà, invece, dice altro. La Caronnese ha incontrato non poche difficoltà e sta lottando, giornata dopo giornata, per meritarsi la permanenza in categoria; lotta che passa dallo scontro diretto del “Franco Ossola”. Sì, un autentico scontro diretto perché, dopo tredici giornate, il Varese stesso si trova pericolosamente a rischio retrocessione diretta, ad un punto di distanza proprio dalla Caronnese che nell’ultimo turno è salita a quota 11.

Va da sé che una partita già di per sé speciale, a maggior ragione per un varesino doc come Moretti, assuma ulteriori connotati emozionali poiché i tre punti in palio peseranno molto più del solito. “Mentirei se dicessi che per me è una partita come le altre – esordisce con un sorriso il classe ’83 -. È un match speciale per i miei trascorsi, per il fatto che vivo in città e soprattutto perché avrà un peso specifico determinante per la classifica delle due squadre. Sarò un crocevia importantissimo e, per me, un’emozione unica: al Varese ci sono cresciuto e ci sono tornato a fine carriera sperando di riportarlo tra i professionisti. Non è andata come speravo, ma affrontare i biancorossi all’inizio della mia avventura da allenatore è bellissimo”.

Qual è il tuo ricordo più bello in biancorosso?
“Ne ho due in realtà, a cominciare dal mio esordio. Era il 12 agosto del 2001: arrivavo dalla Berretti e avevo fatto il ritiro con la Prima Squadra, ma non mi sarei mai aspettato di esordire da titolare in Coppa Italia contro la Biellese. Quello era il Varese di Beretta, di Gasbarroni e di Fava; il ricordo è davvero forte e indelebile, anche perché vincemmo 3-2. L’altro momento che porterò sempre con me è il mio ritorno: segnai all’esordio contro la Folgore Caratese e le prime settimane furono di grande trasporto emotivo. La stagione fu davvero entusiasmante, anche se alla fine il campionato andò al Cuneo e perdemmo la finale playoff contro il Gozzano”.

Ti aspettavi di arrivare a questa partita davanti al Varese?
“Diciamo che ci speravo, ma di sicuro non mi aspettavo di trovare loro così in basso: se me l’avessero detto a inizio stagione non ci avrei mai creduto. Il Varese ha una rosa che merita ben altra classifica. Non sono dentro le vicende né societarie né di squadra, non so cosa sia successo, ma non è bello vedere una squadra del genere affrontare così tante difficoltà. Detto questo, da allenatore della Caronnese io devo guardare al mio e scenderemo in campo per giocarcela e portare a casa il risultato”.

Come si affronta una partita del genere?
“Io cerco di far capire ai miei ragazzi che ogni partita è un’occasione per racimolare punti e ogni sfida si prepara allo stesso modo. A volte ci si nasconde dietro a dichiarazioni di facciata, ma la classifica va guardata: domenica sarà un incontro importantissimo. Per quanto mi riguarda la partita contro il Varese si prepara da sola a livello mentale; spero che per tutti i miei ragazzi valga lo stesso. La difficoltà più grande consiste nel capire cosa aspettarci: per il Varese saranno giorni intensi e il mercato potrebbe portare parecchie novità in casa biancorossa”.

Paradossalmente l’inerzia è quasi a vostro favore…
“Sicuramente quello che posso percepire da esterno è un momento difficile soprattutto a livello mentale. Mi sembra che l’autostima dei giocatori sia sottoterra ed è naturale, in questi casi, fare fatica; parliamo però di una squadra che ha giocatori dalle qualità tecniche e morali importanti per venir fuori da ogni situazione. Se posso permettermi, spero che le loro difficoltà continuino almeno per un’altra partita…”.

E la tua Caronnese come arriva al match?
“Arriviamo al match consapevoli che ogni domenica sarà più difficile della precedente e, pertanto, ogni volta dovremo essere sempre più bravi. Sicuramente la vittoria contro il Sona rappresentava per noi uno scontro diretto fondamentale e l’abbiamo vinto giocando bene; un connubio che spesso era mancato visto che alle prestazioni non sono sempre corrisposti i risultati che avremmo meritato”.

Ti aspettavi di incontrare tutte queste difficoltà?
“Sapevamo che il percorso per restare in Serie D sarebbe stato pieno di difficoltà, così come sapevamo che le prestazioni da sole non bastano: una partita è fatta di episodi e a volte sono i valori del singolo a decidere un match. Credo ci sia mancato quel cinismo in grado di farti svoltare: spesso abbiamo disputato ottimi primi tempi creando occasioni a ripetizione, senza però riuscire ad andare in vantaggio. Quando crei e non finalizzi t’innervosisci e, in un girone come il nostro pieno di squadre forti e qualitative, finisce che gli avversari ti puniscono alla prima occasione. Poi devi recuperare, cosa che non è mai facile: a volte ci siamo riusciti, molte altre volte no. Il momento più complicato? Sicuramente la sconfitta con il Breno. A ottobre avevamo fatto bene e arrivavamo a quel match consapevoli di poter dare la svolta alla nostra stagione: abbiamo invece sbagliato completamente la partita e le certezze che avevamo costruito a fatica sono traballate pericolosamente. Siamo stati bravi, poi, a reagire e a rimetterci in carreggiata”.

A livello complessivo, il campionato si sta sviluppando come immaginavi?
“Sì, perché il Girone B è sempre stato un raggruppamento particolare: ci sono tante squadre che hanno investito parecchio e molte sono attrezzate per stare in alto. La qualità è tanta, l’agonismo è a livelli incredibili e a livello offensivo non mancano autentici fuoriclasse per la categoria: mi aspettavo un campionato in cui ogni campo è un vero e proprio fortino e solo con il blasone non vai da nessuna parte”.

Interverrete sul mercato?
“La mia volontà, condivisa con la società, è quella di operare rimanendo dentro al budget che ci eravamo imposti senza fare follie: se esce qualcuno entra qualcun altro. Non saprei dire ad oggi le tempistiche, ma se dovessimo riuscire a fare qualcosa nel breve periodo sarei contento. Vai? Ha avuto delle difficoltà, come tutti quanti, e lui in primis ha preso la scelta di cambiare aria; domenica non sarà della partita e nelle prossime settimane prenderemo un sostituto”.

Chiudendo sul match di domenica: che reazione ti aspetti dal Franco Ossola?
“Da biancorosso è triste vedere uno stadio così freddo perché a questi livelli un Franco Ossola pieno può fare la differenza: non avere il supporto di un pubblico più numeroso non dà quel quid in più che una piazza come Varese merita. Sicuramente è chiaro che, per quelle che erano le premesse di inizio stagione, un tifoso è deluso e si sente meno invogliato ad andare allo stadio; questo non vale solo per Varese, ma per tutto il mondo del calcio che è inevitabilmente governato dai risultati. Detto questo, domenica spero di vivere una bella partita in un bel clima: a prescindere da tutto cercherò di godermela”.

Matteo Carraro

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