La Pallacanestro Varese incappa in una sconfitta per 76-87 nella sfida di domenica pomeriggio del Lino Oldrini contro la Carpegna Prosciutto Pesaro al termine di una partita molto complicata per i biancorossi.
Già in questa frase ci sono due termini, sconfitta e molto complicata, che fanno notizia nell’ambiente biancorosso, che veniva da 7 vittorie in 8 partite e questo basti per far comprendere la dimensione di ciò che i ragazzi di coach Roijakkers hanno costruito in due mesi.

Quando però si perde è giusto analizzare le cause di uno stop per certi versi pesante, per altri meno ma comunque caratterizzato da un unico filo conduttore, ovvero la forza delle idee prima di tutto, anche del risultato finale. Sì perché Varese arrivava a questa partita dopo una settimana davvero complicata, con un Caruso debilitato dall’influenza, Sorokas anch’esso colpito da febbre, Ferrero ko sempre per malanni stagionali e nemmeno in panchina ma soprattutto l’assenza di Marcus Keene. Una serie di assenze che avrebbe portato la maggior parte delle squadre a cambiare registro dal normale, non Varese, non Roijakkers.

Aggredire l’avversario, cercare di correre più di lui, imporre il proprio modo di giocare anche a fronte delle difficoltà, di energia e fisiche che fisiologicamente la partita ha fatto emergere, contro una Pesaro praticamente perfetta al tiro che chiude con il 70% da due e il 45% da tre.

Filosofia, modo di pensare, guardare prima a sé stessi e poi agli altri che sono parte dei dogmi del coach olandese, che finora hanno portato alla rinascita varesina e con i quali ha cercato anche ieri sera di girare un verdetto diventato sempre più chiaro minuto dopo minuto.

Varese si inchina a Pesaro nella forza dei due esterni marchigiani Sanford e Lamb, autori di 45 punti in due, ma in realtà dove la perde maggiormente è nella lotta nel pitturato, dove Sorokas e Vene fanno una fatica immane a reggere lo strapotere fisico di Jones e la versatilità di Zanotti e Mejeris. Non ingannino i 15 rimbalzi offensivi di una Varese che poco riesce a trarre dai secondi tiri e che paga una serata non brillante nelle conclusioni dalla lunga distanza, proprio nel giorno dell’assenza di uno dei suoi uomini migliori in questo.

I biancorossi provano a cambiare le sorti del match con quintetti piccoli, rapidi, intensi, Roijakkers opera scelte molto particolari, lasciando in panchina nell’ultimo periodo due dei giocatori più in palla di serata come Beane e Reyes, a favore del duo Woldetensae-Librizzi, che quasi riapre i giochi.

E’ l’imprevedibilità della Varese di oggi, quella che finora ha sempre messo in crisi gli avversari incapaci di anticipare le mosse dei biancorossi, quella che porta a cercare di fermare l’inerzia favorevole degli ospiti con il gioco invece che con i timeout, quella che ieri sera è costata cara ma che è sintomo di identità, convinzione, forza delle proprie idee, al di là di tutto, questa volta anche del risultato.

Alessandro Burin

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