Domenica 18 dicembre alle ore 18:00 arriva al Lino Oldrini di Masnago la Pallacanestro Trieste ed è il primo vero snodo importante dell’annata biancorossa. Infatti, reduce da due sconfitte consecutive e con Milano alle porte nella giornata di Santo Stefano, Varese si trova nella necessità di vincere da favorita la sfida coi giuliani per restare al quarto posto e per pensare alle Final Eight di Coppa Italia Torino del prossimo febbraio.

A questa sfida Ferrero e soci ci arrivano col dente avvelenato per la prima sconfitta vera, ma anche con la consapevolezza che la squadra c’è nonostante l’assenza di Reyes. Contro Pesaro si è vista l’importanza del portoricano: la sua energia, la sua capacità di fungere da raccordo fra ala piccola ed ala forte e la sua presenza difensiva. Un altro indizio della sua assenza sta anche in quella statistica che vede 18 tiri da 2 a fronte di ben 45 tiri da 3: Varese dovrà imparare ad attaccare il ferro anche senza l’elemento più emblematico in questo fondamentale per evolversi e andare avanti nonostante la sua pesante assenza.

Servirà tutto l’entusiasmo di Masnago, vero e proprio sesto uomo dei biancorossi, per spingere Varese al successo contro una Trieste parsa in difficoltà nell’ultimo turno dove Brindisi ha allungato nella ripresa vincendo con 17 punti di scarto all’Allianz Dome, ingarbugliando ancora di più la corsa per la Coppa Italia che vede in piena lotta anche le squadre a quota 8, tutte vincenti nell’ultimo turno: Napoli, Sassari e Scafati.

Venendo a Trieste, gli alabardati hanno il coach più giovane della serie A: Marco Legovich. Trent’anni compiuti a settembre, Legovich ha scalato i posti da secondo assistente a vice e ora capo allenatore dei giuliani dimostrando competenze e capacità: a lui spetta il compito di condurre alla salvezza Trieste. Il mercato ha portato alla corte giuliana un ex varesino ovvero Michele Ruzzier che era chiuso alla Virtus Bologna da una sovrabbondanza nel suo ruolo. 28 presenze in biancorosso e 8,9 punti per Ruzzier che ha disputato 3 gare con Trieste con 5,7 punti e 2,3 assist di media. Insieme a lui in cabina di regia ci sono Stefano Bossi, dato ora in uscita visto il suo arrivo, e l’americano Corey Davis, sbarcato a Trieste a dicembre 2021 e confermato in estate. Giocatore che predilige il tiro dentro l’area ed anche buon passatore (6 assist di media): interessante il suo duello con Ross. In guardia troviamo due pezzi da novanta come Frank Gaines e Frank Bartley, di cui parleremo nell’occhio a.. Gaines è stato capocannoniere della Serie A con la maglia di Cantù e ora viaggia a 15,1 punti di media: giocatore da limitare nelle sue scorribande verso il ferro, ma che non disdegna il tiro da fuori. A ritagliarsi spazi c’è Luca Campogrande, tiratore mortifero soprattutto quando va in striscia, torva 15′ di media, ma quest’anno, per ora, sta litigando col ferro: solo 20% da 3.

Spostandoci sotto il ferro il reparto ali grandi vede capitan Deangeli dare sostanza e Aj Pacher che finalmente dopo anni di A2, ha la possibilità di confrontarsi col massimo livello: 9,5 punti e 7 rimbalzi sono un buon biglietto da visita per l’ex legnanese. Lever ha sofferto un infortunio che gli ha fatto saltare alcune gare mentre Giovanni Vildera si sta dimostrando giocatore solido che fornisce un contributo più che apprezzabile. Sotto la lente d’ingrandimento, invece, c’è il rendimento del pivot Spencer: 6 punti, 7,3 rimbalzi di media ma un misero 21% ai liberi il suo fatturato in questo inizio di stagione.

Occhio a…. Frank Bartley

Terzo posto nella classifica marcatori con 18,8 punti a gara e terzo anche per valutazione, Frank Bartley è certamente una delle sorprese di questo campionato. Massiccia guardia nativa di New Orleans, la sua carriera si è dipanata fra Valladolid, Bayreuth in Germania, Bakken Bears e i tutt’altro che irresistibili israeliani del Nes Ziona. Insomma, non certo un pedigree da urlo. Eppure sono già 6 le gare oltre quota 20 punti per l’esterno giuliano che è molto veloce e sfrutta il fisico attaccando il canestro fino al ferro o correndo velocemente in campo aperto. Il suo uno contro uno gli permette anche di subire falli e guadagnarsi viaggi in lunetta dove è mediamente affidabile visto il 72% dalla linea della carità. Dove forse non eccelle è l’aspetto difensivo, ma con un fisico così è un osso duro per tutti. Insomma, un giocatore da circoletto rosso e da seguire con attenzione: gli equilibri di Trieste passano dalle sue mani: ci sarà tanto lavoro per Brown in difesa.

Matteo Gallo 

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