A distanza di oltre due mesi il ricordo di quel 16 aprile è ancora ben impresso nella memoria della Varesina. Il rotondo 5-0 rifilato al Settimo Milanese è quasi passato in secondo piano, una formalità a fronte dell’esplosione di gioia al triplice fischio: dopo quattro anni le Fenici sono ufficialmente tornate in Serie D e la festa biancorossoblù si è protratta a lungo per celebrare un traguardo ambito, inseguito e conquistato meritatamente sul campo.
“Ci siamo goduti questi due mesi – esordisce il Direttore Generale Massimiliano Di Caro – anche se in realtà, subito dopo aver raggiunto l’obiettivo, eravamo già proiettati alla prossima stagione: affronteremo una categoria nuova, diversa e molto più difficile dell’Eccellenza, motivo per cui vogliamo farci trovare pronti. Resta la gioia per quello che abbiamo fatto e la promozione è il giusto premio ai nostri sforzi e alla nostra mentalità: anche quando abbiamo raccolto le delusioni più grandi abbiamo sempre ragionato allo stesso modo, lavorando a testa bassa consapevoli che il futuro sarebbe stato dalla nostra. Così è stato e adesso, dopo essercela goduta, siamo pronti per la Serie D”.
A tal proposito, quali devono essere le ambizioni della Varesina?
“Il nostro obiettivo principale deve essere il consolidamento. È vero che in passato abbiamo già fatto la Serie D, ma da neopromossi non possiamo che ambire a diventare una realtà importante per la categoria. Dobbiamo essere realisti e umili: costruiremo una squadra per toglierci delle belle soddisfazioni, ma non inizieremo certo con chissà quali ambizioni. Per nostra politica lavoriamo molto in ottica futura e il progetto pluriennale che stiamo vivendo è orientato a prepararci per fare qualcosa di importante, ma per il momento bisogna essere lucidi e lungimiranti, rimanendo concentrati senza alzare troppo le aspettative”.
Il cammino in Serie D è ricominciato con le conferme di mister Spilli e della coppia mercato Scandola-Micheli. Sinergia vincente in Eccellenza ora chiamati a loro volta a fare un salto di qualità in una categoria superiore; cosa significano queste conferme?
“Sono frutto e simbolo della voglia di continuità. Si tratta di persone che si legano molto ai progetti in cui credono, facendoli propri, senza però rinunciare al dialogo e ad accogliere idee che arrivano dall’esterno. Con mister Spilli c’è ormai un rapporto decennale: è un allenatore preparato e aziendalista che ci ha seguito fin dalla Promozione, non ho alcun dubbio su di lui perché sa lavorare in tutte le categorie e si toglierà meritatamente non poche soddisfazioni. Scandola e Micheli hanno formato una super squadra che ci ha portato a conquistare il risultato che inseguivamo da anni: la loro riconferma è stato un passo automatico. Sono giovani, praticamente coetanei con me e mio fratello, e insieme formiamo un team affiatato con le stesse idee e la stessa voglia di confronto costruttivo; sono bravi, sanno fare il loro lavoro al meglio e meritano un palcoscenico come la Serie D”.
Dal mercato cosa dobbiamo aspettarci?
“Il calciomercato in Serie D è complicato per le cifre che girano, basti vedere cosa ha fatto l’Arconatese con Chessa. Dovremo essere costantemente vigili, ma abbiamo la nostra strategia e siamo convinti di ciò che stiamo facendo. Dal primo luglio, con la possibilità di mettere nero su bianco le firme, entreremo nel vivo e costruiremo una squadra che se la giocherà con tutti. Chiaro che a tutti piace prendere i giocatori forti e noi stessi cercheremo di farlo, cominciando però dalla valorizzazione di chi già abbiamo: tenere gente del calibro di Spadavecchia, Poesio, Kate, Gregov, Bernardi e Zefi non è scontato. Inoltre continueremo ad investire sui giovani facendo far loro esperienza tra Promozione ed Eccellenza”.
A livello societario ci si aspetta un consolidamento e una crescita; in questo senso i lavori allo stadio rispondono a questa esigenza?
“Arriveremo ad avere una capienza di oltre un migliaio di posti il che, se guardiamo da dove eravamo partiti, è un risultato niente male. La tribuna centrale resta di 655 posti e di fronte ne verrà creata una da 450; a tempo debito ne allestiremo un’altra da 600 posti dietro una delle due porte. Abbiamo inoltre tolto le recinzioni e allargato al campo per avvicinarci a misure più consone a campionati come quello di Serie D. La priorità ora è il campo, poi interverremo riqualificando l’are uffici, avremo una nuova sala stampa e investiremo ulteriormente sulla struttura di Venegono Superiore che è il nostro centro principale; l’augurio è di arrivare pronti a settembre”.
Parlando di giovani, anche il settore giovanile continuerà la sua crescita?
“Assolutamente sì perché, al netto dello strepitoso lavoro fatto fin qui, ci sono sempre i margini per far meglio e abbiamo il dovere di alzare l’asticella. L’avere una prima squadra in Serie D darà una bella motivazione in più e ci spingerà ad offrire un ulteriore servizio qualitativo a bambini e famiglie, senza dimenticare che avremo anche una Juniores Nazionale guidata da Alessandro Ferraresi. L’obiettivo è costruire una squadra composta da 2005/06, un bel serbatoio da cui la Prima Squadra possa attingere ma che al contempo sappia farsi valere in un campionato tosto come l’Under19. Questa sarà solo la punta dell’iceberg perché l’anno 2022/23 è già partito da qualche settimana e con tutti i nostri settori lavoreremo per ottenere il massimo”.
Chiaramente è ancora presto per fare ragionamenti sul prossimo anno, considerando che i gironi saranno ufficializzati solo in un secondo momento, ma quali possono essere, ad oggi, le prime impressioni sulla SerieD 2022/23?
“In passato abbiamo fatto sia il Girone A sia il Girone B: sono due raggruppamenti diversi, ma estremamente difficili. Nell’A c’è qualche trasferta in più e si va in tante piazze calde, di garra, mentre nel B credo ci siano contenuti tecnici più alti; accetteremo di buon grado qualsiasi destinazione e, anzi, non vediamo l’ora di cominciare sperando di essere la mina vagante della categoria”.
Il sogno Serie C c’è?
“Noi siamo dei sognatori: da quando siamo retrocessi ci siamo strutturati e abbiamo posto le basi per fare qualcosa di importante. Nostro padre ci dice sempre di sognare e prende come esempio la nostra azienda: trent’anni fa producevamo per una decina di clienti del territorio e oggi il pastificio Scoiattolo esporta in tutto il mondo. Il sogno c’è e lo culliamo, ma per il momento bisogna metterlo in un cassetto e concentrarsi solo sull’anno prossimo. Ambiziosi sì, ma mai presuntuosi.”.
Per concludere, un augurio per la prossima stagione?
“Fare una grande annata sotto tutti i punti di vista con tantissimo entusiasmo. Non vogliamo darci degli obiettivi troppo grandi o fare promesse: il mio augurio è che la Varesina possa stupire tutti ancora una volta”.
Matteo Carraro