È stata la prima conferma ufficiale diramata dalle parti di Besozzo: Axel Caldirola indosserà ancora la maglia del Verbano, in quella che sarà la sua terza stagione effettiva sul rettangolo verde della Bombonera.
Arrivato alla corte di Patron Barbarito quattro estati fa, l’attaccante classe 1998 ha in realtà disputato la sua ultima gara ufficiale al Morbio, nella seconda lega interregionale svizzera, dove era arrivato con la formula del prestito nella stagione interrotta dal Covid, quando i rossoneri non avevano aderito al mini-campionato svoltosi da aprile a giugno 2021. Poi l’infortunio al ginocchio al suo ritorno in Italia, durante la preparazione estiva con i compagni. Quasi un anno dopo, il bomber scalpita ai nastri di partenza, impaziente di tornare a fare ciò che gli riesce meglio: gonfiare la rete.
Parentesi pre-infortunio: com’è stata la tua esperienza oltreconfine?
“In Svizzera mi sono trovato molto bene. Anche lì per via del Covid si era giocato un campionato ridotto, di sole tredici giornate: la mia squadra è arrivata seconda ed è stato un peccato perché se non avessimo perso la penultima partita, avremmo potuto vincere. In generale, comunque, è stata un’esperienza positiva, in cui ho sempre trovato bei campi e società ben organizzate”.
Una stagione intera lontano dai campi: come l’hai vissuta e com’è stato il recupero?
“Diciamo che quest’ultimo anno l’ho vissuto piuttosto male. Il problema si era presentato in estate, ma siccome non c’era niente di rotto avevo preferito una soluzione alternativa all’operazione. Ero andato anche due volte in panchina ma, a fine settembre, quando ho provato ad allenarmi con la squadra, mi sono infortunato definitivamente e a quel punto a novembre mi sono operato. Durante la stagione ho seguito sempre i miei compagni sia per le partite sia per gli allenamenti, ma devo dire che è stato difficile essere lì con loro e sapere di non poter giocare. La riabilitazione per fortuna è andata bene e adesso non vedo l’ora di tornare”.
Pensi di poter iniziare la preparazione con la squadra?
“Sì, adesso sto bene e sto andando in palestra. Dovrò recuperare la condizione fisica, ma penso che ad agosto potrò iniziare con cautela a lavorare coi compagni”.
Seguendo la squadra da fuori, cosa ti è piaciuto di più del Verbano della scorsa stagione?
“Sinceramente a inizio anno pensavo che saremmo arrivati un po’ più su della zona playout, per salvarci in tutta tranquillità; poi invece è arrivato Barranco, Malvestio ha fatto una stagione perfetta, tutti i tasselli si sono incastrati e siamo riusciti a conquistare il sesto posto. Chiaramente, se in alcune partite non ci fossimo fatti recuperare, ci saremmo anche qualificati per i playoff. Qual è stato il nostro punto di forza? Al Verbano siamo giovani e non abbiamo niente da perdere. Il nostro presidente vuole che ci sia innanzitutto la prestazione, indipendentemente dal fatto che si vinca o che si perda, e io penso che se in rosa ci sono diciassette o diciotto giovani che danno tutto alla fine i risultati si vedano sul campo; non a caso in queste ultime stagioni siamo sempre arrivati nella parte alta della classifica”.
Tra questi giovani, il tuo “sì” è stato il primo ad arrivare. È stata una decisione immediata o hai valutato anche altre proposte?
“Sinceramente avevo altre richieste, anche dalla Svizzera, ma durante il mio infortunio Barbarito mi ha aiutato molto; glielo dovevo e voglio ripagarlo sul campo”.
Cosa ti auguri personalmente per il tuo ritorno e in generale per la squadra? Con l’ampliamento del girone, sarà secondo te un campionato ancora più competitivo?
“Per prima cosa spero di stare bene fisicamente e di non farmi più male, poi chiaramente di segnare quanti più gol possibili. Nel complesso, con Castanese e Varesina salite in Serie D, la speranza è di arrivare in zona playoff. Chiaramente, essendoci più squadre, il campionato sarà difficile ma anche più bello da giocare. In generale, però, preferisco pensare a noi e alla squadra che stiamo costruendo. Se poi anche gli altri saranno bravi, faremo loro i complimenti”.
Silvia Alabardi