Socialmente e sportivamente parlando, a pagare il prezzo più alto di questa pandemia che da ormai due anni sta scombussolando le nostre vite sono tantissimi bambini e ragazzi che in queste ultime settimane, come già successo nei mesi passati, hanno dovuto separarsi forzatamente dal campo di allenamento. In attesa della ripresa dei campionati giovanili, teoricamente fissata al 13 febbraio, abbiamo interpellato una realtà della nostra provincia, la Vergiatese, per fare il punto della situazione in questo periodo di adattamento e rimodulazione in cui l’attività non si sta ancora svolgendo a pieno regime. Con ben sei categorie tra Allievi, Giovanissimi, Esordienti, Pulcini, Primi Calci e Piccoli Amici, la società granata, insieme a tante altre con un vivaio altrettanto o meno corposo, resta alla finestra sperando in un positivo evolversi degli eventi. A spiegarci i nuovi programmi e accorgimenti adottati è il Responsabile del Settore Giovanile Pietro Rizzuto.

“Quando è stato rimandato l’inizio dei campionati, vista la situazione sanitaria abbiamo deciso, di comune accordo con il presidente, di posticipare la ripresa. Siamo ripartiti proprio martedì con un programma graduale. Fino alla fine di gennaio l’Attività di base si allenerà soltanto una volta alla settimana, mentre l’Agonistica ha iniziato con due sessioni per questa prima settimana e passerà a tre dalla prossima. Abbiamo optato per questo meccanismo in modo tale da non creare incroci tra le varie squadre ed evitare il rischio di possibili contagi, visto che i numeri sono veramente elevati. Abbiamo anche spostato gli allenamenti dei piccolini al sabato pomeriggio per sfruttare al meglio tutta la settimana. Poi dal 31 gennaio ricominceremo con tutte le sedute, come da programma, a meno che non ci vengano imposte altre limitazioni dalla Federazione o dal governo”.

Facciamo un bilancio della prima metà della stagione. Com’è andata l’Attività Agonistica?
“Con tutto quello che è successo, e che continua a succedere, il bilancio purtroppo non è completamente veritiero, perché alla fine la pandemia ha causato problematiche a tutte le società. Sicuramente il fatto di dover interrompere gli allenamenti e di avere qualche ragazzo bloccato a casa non ci ha consentito di raggiungere quegli obiettivi che ci eravamo prefissati all’inizio della stagione. Il calcio, però, è anche questo, visto che è sempre il campo a dettare le regole, e a volte singoli episodi possono determinare i risultati in maniera positiva o negativa. Analizzando squadra per squadra, posso dire che mi aspettavo qualcosa in più dai 2005 e dai 2006; il campionato, però, non è finito e personalmente sono fiducioso: possiamo ancora giocarcela negli scontri diretti e fare un girone di ritorno ad alti livelli. I 2006, oltre tutto, hanno una partita in meno e vincendo potrebbero andare a -4 dalla vetta, quindi è ancora tutto molto aperto. I 2007 hanno fatto un girone di andata abbastanza positivo, soprattutto nella prima parte, considerando che sono una squadra completamente nuova sotto la guida di un nuovo mister. Anche i 2008 nel complesso si sono comportati piuttosto bene. Mi auguro anche per loro che nel girone di ritorno ci possa essere un’ulteriore crescita, anche in prospettiva futura. È certamente bello raccogliere subito i risultati, ma a volte, soprattutto nel settore giovanile, bisogna avere pazienza e continuare a lavorare nel miglior modo possibile”.

E per quanto riguarda l’Attività di Base?
“Una nota positiva è che, a differenza degli anni passati, siamo riusciti a creare tutte le squadre. Stiamo cercando di gettare le basi per un futuro propedeutico al settore giovanile di una società di Eccellenza con una storia importante quale la Vergiatese. Ce la stiamo mettendo tutta e a questo proposito vorrei ringraziare tutti i genitori che ci danno una mano mettendosi a disposizione come dirigenti accompagnatori, perché il loro lavoro è di grande aiuto per la società. Anche per l’Attività di Base, il nostro obiettivo è sicuramente quello di crescere e migliorarci sempre”.

Numericamente parlando, la pandemia ha inciso negativamente sulla pratica dell’attività sportiva?
“Penso che la pandemia sia un problema che deve essere guardato in un quadro un po’ più ampio. È vero che, per quanto ci riguarda, i numeri sono aumentati, però questa situazione ha interrotto un lavoro di crescita sportiva e sociale che per i ragazzi è fondamentale, impedendoci di lavorare con continuità. Pensando al girone di ritorno, mi auguro che possa andare meglio da questo punto di vista e che i ragazzi possano tornare numerosi al campo. In questi primi giorni di ripresa, infatti, abbiamo avuto alcune defezioni per via di classi in quarantena; per fortuna nessuno dei nostri tesserati è stato colpito direttamente dal virus, ma chi è rimasto coinvolto non potrà ovviamente partecipare agli allenamenti. La speranza è che queste continue interruzioni non creino dei disagi nei ragazzi e non li facciano allontanare dallo sport, che è essenziale per crescere, divertirsi e affrontare la vita di tutti i giorni”.

Silvia Alabardi

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