Per comodità, si va per blocchi di 5 partite. A dispetto della mancanza di successi (e al netto della sfida con la Juventus U23 slittata al 23 febbraio), nelle prime 5 del girone di ritorno (AlbinoLeffe, Piacenza, Padova, Trento e Lecco), la Pro Patria ha fatturato 3 punti più dell’andata (4 contro 1). Nelle prossime 5 (Virtus Verona, Pro Sesto, SudTirol, Juve e Legnago) l’asticella è posta agli 11 punti contabilizzati in autunno. Di fatto (numeri alla mano), la fase più produttiva della stagione biancoblu. Chiaro, in 4 mesi sono cambiate parecchie cose. Ma abbarbicate alla possibilità di ripetersi, ci sono gran parte delle chance salvezza tigrotte. Partendo dalla trasferta di domenica a Verona (ore 14.30, stadio “Gavagnin-Nocini”). Impianto mai calcato dalla Pro. Per una première che potrebbe dare una discreta svolta all’ultimo terzo di campionato dei bustocchi. Va da sé, in un senso. Oppure nell’altro.  

Siamo soli nell’immenso vuoto che c’è. Pezzo su cui Raf oltre 30 anni fa ha broccolato parecchio e che può fare da quinta alla contingenza biancoblu. Orfana di Prina (Covid), orfana della solita litania di assenti (certamente Lombardoni, Vezzoni, Bertoni, Brignoli più lo squalificato Nicco), orfana, soprattutto, della società (sospesa in un impasse legale dai non plausibili risvolti), la squadra ritrova Massimo Sala in panca oltre a Saporetti e (forse) Fietta in campo. Undici su cui è meglio non cimentarsi. Aspettando la rifinitura di domani mattina. La Pro Patria ha vinto solo una delle ultime 14, striscia in cui ha infilato 9 pareggi con soli 3 clean sheet. Esattamente come nelle prime 10.          

Fresco Fresco. Ripetuto 73 volte nella metrica dell’omonimo brano del rapper MadMan. Cioè, tante quante le mansioni professionali di Gigi Fresco (nella foto in alto a destra), 61enne presidente/allenatore/factotum/etc della Virtus Verona. Un uomo solo al comando per un club che un giorno (chissà) potrebbe prendere direttamente il suo nome. Come Giana Erminio, Willem II, Vasco da Gama, Colo-Colo e via così. Il tecnico rossoblu è tale dall’82 con cursus honorum forte di scalata dalla Terza Categoria al professionismo. Per la stretta attualità, i veneti non vincono dal 12 dicembre (3 punti in 6 giornate) e hanno perso 3 delle ultime 6 dopo essere andati sotto solo in una delle precedenti 11 (20 punti e 5 vittorie). Ma con l’1-1 di mercoledì (Malomo, Zigoni) hanno stoppato a 5 vittorie (e a 624’ di inviolabilità) la serie della capolista SudTirol. In campo 3-5-2 con Giacomel tra i pali; Cella, Munaretti e Pellacani in difesa; Amadio, Hallfredsson, Danieli, Lonardi e Daffara in mediana; Arma e Marchi in attacco.               

Mi casa es tu casa. Sfida affidata a Matteo Canci (nella foto a sinistra) di Carrara (Franco Iacovacci di Latina e Ferdinando Pizzoni di Frattamaggiore gli assistenti, David Kovacevic di Arco Riva il quarto ufficiale). Il fischietto marmifero è un primo anno in Serie C con 6 gare dirette, score non certo casalingo (una vittoria interna, 3 esterne, 2 pareggi), e taccuino non caldissimo (27 gialli, nessun rosso e un rigore).      

Giovanni Castiglioni

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