È stato un girone d’andata in chiaroscuro per la Virtus Bisuschio: i soli 8 punti conquistati nelle prime 10 giornate sono un bottino che i gialloblu vogliono assolutamente migliorare nel corso del girone di ritorno. A parlarci dell’umore che si respira dalle parti del campo di via Bonvicini è proprio mister Benito Pappalardo, che ha parlato del percorso svolto fin qui dalla squadra e i passi successivi che sarà chiamata a compiere per proseguire nel proprio percorso di crescita.

Partiamo da una domanda abbastanza diretta: 8 punti nelle prime 10 giornate di campionato, è soddisfatto?
“Diciamo che qualcosa in più mi aspettavo, non siamo contenti, si poteva fare di più e non ci siamo riusciti”.

Inizialmente il mister della Virtus Bisuschio ai nastri di partenza di questa stagione non era lei, ma lo è diventato da metà settembre in poi. Cosa l’ha convinta ad accettare questa proposta?
“Io in realtà ero un po’ che ero fermo, lo stimolo quindi è stato semplicemente quello del gioco del pallone, della passione che ti tiene legato a queste cose. Per ricominciare ai nostri livelli non servono chissà che promesse, basta avere la passione per quel maledetto pallone, per l’odore del campo e dell’erba, per il caldo di agosto e per il freddo di gennaio. Sono tutte cose che dopo un po’ ti mancano”.

Il campionato che inizialmente doveva riprendere a gennaio ripartirà invece il 13 febbraio secondo le ultime notizie. La ritiene una decisione corretta?
“Purtroppo non possiamo decidere noi, siamo costretti ad adeguarci a ciò che si decide. Diciamo che, come prima cosa, si spera di ricominciare, anche se di certo è molto complicato. Ora come ora noi siamo un gruppo di 17 ragazzi, e tra di noi ci sono un paio di positivi e altri 4/5 che sono in attesa di fare la visita medica post Covid. Diciamo che la nostra non è di certo una situazione semplice, anche perché qui alla Virtus Bisuschio per quanto riguarda le visite mediche ed il rispetto delle regole siamo sempre molto fiscali, dunque finché non si ha la visita medica apposto un ragazzo non si allena. Si può dire, da un certo punto di vista, che forse il 13 febbraio è anche fin troppo presto, perché con qualche altra settimana in più probabilmente saremmo in grado di recuperare un po’ più di giocatori”.

Per quanto riguarda invece il gruppo della squadra, seppur non numerosissimo è comunque da considerarsi molto unito. Che impressione hai sui tuoi giocatori?
“Io sono arrivato a metà settembre ed eravamo un gruppo di 24/25 ragazzi. Ci siamo dati un obiettivo, che era quello di formare un gruppo, perché era la condizione necessaria per partire. Diciamo che da lì in avanti è stata fatta una selezione naturale, tra chi giocava poco, chi ha trovato lavoro, e chi aveva altro per la testa. Alla fine abbiamo formato questo gruppo di 17 ragazzi che sono veramente molto educati, puliti, precisi e davvero in gamba. Ora come ora l’obiettivo di formare il gruppo penso si sia raggiunto, e credo che da questa settimana potremmo cambiare l’obiettivo, che sarà cercare di formare la squadra”

E qual è la differenza secondo lei?
“Il gruppo è la base per costruire una casa. Se tu una casa non la costruisci su delle fondamenta solide alla prima ventata crolla tutto; adesso le fondamenta le abbiamo costruite, ora bisogna cominciare a far salire su i muri. Formare la squadra, significa avere un’identità precisa, un gioco, delle soluzioni, dei concetti, cercare di essere professionali per quanto riguarda l’impegno e la determinazione”.

Un dato di questa squadra dice che fino a qui tutti gli 8 punti conquistati sono arrivati in casa. È da considerarsi quindi un punto di forza il campo di Bisuschio?
“Io in realtà preferisco giocare fuori, perché il nostro, detto in maniera sincera, non è che sia proprio un bel campo. Ad ogni modo, penso che, indipendentemente dal campo, abbiamo fatto comunque delle buone partite fin qui, dove forse si meritava anche qualcosa in più di quello raccolto. Ricordo la partita che abbiamo giocato a Maccagno contro la France Sport, in cui abbiamo fatto un primo tempo bellissimo sotto l’aspetto tattico, prendendo poi un gol al 45’ per una disattenzione per poi disunirci nel secondo tempo. Il concetto di formare la squadra passa anche da queste cose: saper reagire anche quando si va sotto, riuscire a rimanere in partita sempre e comunque fino al 90’. Anche nell’ultima giornata contro il Don Bosco primo in classifica la storia è stata simile: abbiamo sì perso 3-1, ma non abbiamo comunque avuto timore di provare a giocare, prendendo due gol evitabili e facendo un ottimo possesso palla, rimanendo a lungo nella loro metà campo”

Cosa si aspetta quindi dal girone di ritorno?
“Come ho detto, fino ad adesso ci siamo focalizzati sul formare il gruppo. Ora ci siamo riusciti, e nel girone di ritorno sicuramente quello che mi interesserà non sarà tanto il risultato fine a sé stesso, ma che la squadra abbia la sua identità, e che se la giochi dappertutto senza alcun remore”.

Francesco Vasco

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