Intrigo all’italiana. A due anni e mezzo di distanza dalle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 la situazione “strutture” è un cul-de-sac, visto che i lavori all’ex PalaSharp di Lampugnano (in disuso dal 2011) sono ben lontani dal partire. Una situazione paradossale che trasformerebbe i Giochi di Milano-Cortina nei Giochi del Nord Italia: oltre alla già prevista area metropolitana di Milano (Rho e Assago) si vocifera la possibilità di includere altri territori, tra cui rientrerebbe a questo punto proprio Varese.

Il contributo di 24 milioni stanziato per il rifacimento del PalaSharp verrebbe infatti destinato alla costruzione di un nuovo impianto multidisciplinare in provincia di Varese (in un’area ancora da individuare): tre piste di cui la principale avrebbe fra i 3mila e i 5mila posti, mentre le altre due (una decisamente più piccola) sarebbero adibite perlopiù agli allenamenti. Tempi strettissimi, ma la volontà di agire il prima possibile ci sarebbe.

Perché Varese? Perché per sua natura il territorio si presta ad eventi del genere e ne è una dimostrazione la perfetta riuscita degli eventi internazionali legati al canottaggio sul Lago di Varese elogiati, tra gli altri, dal Sottosegretario con delega allo Sport della Regione Lombardia Lara Magoni. Proprio in occasione della Coppa del Mondo dello scorso weekend, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (varesino doc) ha presenziato alla Schiranna ribadendo l’importanza del connubio sport-turismo, aspetto che si sposa alla perfezione con il discorso olimpico. Lo stesso Giorgetti potrebbe aver spinto, previo consenso del Governatore Attilio Fontana e del Ministro dello Sport Andrea Abodi, per la candidatura di Varese nell’ospitare il nuovo centro federale che (a Olimpiadi concluse) resterebbe alla FISG.

A prescindere da discorsi ipotetici, la realizzazione di un nuovo palaghiaccio darebbe ampio respiro anche alla Acinque Ice Arena offrendo nuove opportunità a tutte le società e le realtà che hanno affollato l’impianto di Via Albani. Complice l’esplosione degli sport del ghiaccio a Varese nell’ultimo anno proprio con la riapertura del Palaghiaccio si è paradossalmente venuto a creare un problema di sovraffollamento e, per quel che riguarda i Mastini (capostipiti del movimento), di “poca capienza”.

Oltretutto, la creazione a Varese di nuovo Palaghiaccio multifunzionale avrebbe senso solo nel momento in cui si va a trascendere il puro concetto di sport. Come sottolineato da Luis Scola nel contesto della ristrutturazione del Lino Oldrini, un impianto moderno andrebbe vissuto 365 giorni all’anno: nello specifico, relativamente proprio agli sport del ghiaccio, si potrebbe sfruttare una struttura così grande (soprattutto in estate) per eventi, concerti, feste e tanto altro.

TC
Foto di Klim Musalimov su Unisplash

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