Non esistono più le bandiere di un tempo. Quante volte abbiamo sentito questa frase nel calcio di oggi, a tutti i livelli, finendo per convincerci che sia davvero così. Allora non avete avuto la fortuna di conoscere Francesco Piccinini, leader storico della Baranzatese, che domenica contro l’Esperia Lomazzo ha dato l’addio al calcio giocato chiudendo così un’avventura in maglia gialloblù durata ben 28 anni. La divisa della “Baranza” per lui è diventata ormai una seconda pelle, tanto che non ci stupirebbe vederlo ancora in società in futuro seppur con un ruolo differente.
Domenica hai giocato una buona mezz’ora prima di uscire ricevendo la standing ovation del pubblico. Che emozioni hai provato?
“È stata una giornata molto emozionante, non me l’aspettavo così tanto infatti ho pianto tutto il giorno. Solo in campo sono riuscito a trattenere le lacrime, anche se quando sono uscito non ce l’ho più fatta”.
Cosa ti ha spinto a sceglie questo momento per chiudere questa pagina di storia?
“Sono felice di aver lasciato la società all’apice della sua storia, era il momento giusto perché quando corpo e testa non ci stanno più bisogna essere maturi e capire di dover fare un passo indietro”.
Conosci molto bene squadra e società: c’è qualche piccolo rimpianto per non essere riusciti a disputare i playoff, visto che siete rimasti a lungo in corsa?
“I rimpianti ci sono sempre per chi non vince, ma il nostro obiettivo era la salvezza e abbiamo fatto una stagione strepitosa arrivando quinti, mancando i playoff soltanto per la forbice da squadre molto più attrezzate di noi e costruite per l’alta classifica. Non ho dubbi però che la Baranzatese arriverà ancora più in alto nei prossimi anni”.
Il tuo è un addio al calcio o anche alla società?
“Il mio è un addio al calcio giocato, non potrei mai dire addio alla Baranzatese. Fortunatamente a luglio divento papà quindi mi prendo qualche tempo per me, ma in futuro ci sarò sempre per questa società”.
Alex Scotti