Il segreto di una squadra forte è dato inevitabilmente dalla qualità di chi entra in campo, ma anche e soprattutto dall’alchimia dello spogliatoio: pur non giocando, o saggiando il campo solo in alcune occasioni, si può comunque essere un elemento prezioso del gruppo e Alessandra Brunello ha fatto sua questa caratteristica.

Terzino destro classe ’01, fin qui le presenze stagionali con il Città di Varese non sono state molte, ma mister Bottarelli sa bene quanto gli equilibri interni siano importanti e a Brunello viene (giustamente) data la stessa importanza di tutte le altre. Per questo motivo, la straordinaria vittoria di domenica scorsa a Lecco è anche in qualche modo farina del suo sacco, nonostante abbia seguito l’intera partita dalla panchina.

A confermare il concetto è la stessa Brunello: “Rispetto alla maggior parte delle mie compagne io ho iniziato a giocare solo tre anni fa, per cui sono ovviamente più indietro. Nonostante questo, però, la forza del nostro gruppo è l’affiatamento: tutte siamo importanti e nessuna è indispensabile. Una mentalità del genere forgia la squadra meglio di qualsiasi altra cosa e questo è il segreto del Varese”.

Domenica come hai vissuto il match?
“La sfida con il Lecco è una partita cui noi teniamo molto e già dalla settimana precedente si respirava un clima intenso. Ci siamo preparate davvero bene, consapevoli di partire svantaggiate, e la vittoria dimostra quanto siamo maturate: l’abbiamo vinta sia tecnicamente sia come squadra, e in particolar modo è stato il mister il fattore che ha fatto la differenza perché ha impostato la sfida in maniera perfetta guidandoci per tutti i 90’”.

Al triplice fischio?
“È partita la festa! Ci siamo rese conto di aver coronato una rincorsa durata 18 mesi perché il Lecco era sempre stata la nostra bestia nera, in grado di rifilarci pesantissime sconfitte: mi ricordo un 6-1, un 5-0 e un 7-1. Nel mezzo due pareggi per 1-1, tra cui quello dell’andata all’Ossola, ma vincere domenica è stato qualcosa di incredibile. Nello spogliatoio, sul pullman e rientrate a Varese non abbiamo smesso un secondo di festeggiare anche perché abbiamo sfatato un mito: vincere una trasferta fatta in pullman, visto che finora le avevamo perse tutte. Poi mister Bottarelli e Francione ci avevamo promesso il McDonald’s in caso di vittoria e non si sono tirati indietro dall’offrire a tutta la squadra la cena: è stata una giornata unica”.

I tre punti, al netto dell’importanza data già di per sé dalla partita, sono serviti a consolidare il settimo posto: domenica prossima, però, ci sarà un altro big match contro Brescia.
“Sarà un’altra battaglia. A Brescia abbiamo fatto una bellissima partita riuscendo a rimontare da 3-0 a 3-3 per poi pagare due errori nel finale che ci costarono la vittoria. Sappiamo il valore delle avversarie, c’è un motivo se sono quarte a +10 da noi, ma non vogliamo porci limiti: dovremo scendere in campo facendo ciò che sappiamo fare per continuare a scalare la classifica. Obiettivo? Il Lecco si trova a +2 e vogliamo arrivare davanti”.

Venendo a te, invece, se dovessi porti un obiettivo personale da qui alla fine del campionato, quale sarebbe?
“Non saprei, probabilmente giocare un po’ di più, ma non ne faccio un’ossessione. Conosco bene i miei limiti e l’aspetto su cui devo migliorare tanto è la parte fisica; a livello tecnico non penso di essere così indietro e il tempismo dell’intervento non mi manca, ma la velocità è senz’altro un mio punto debole”.

Cosa ti manca nel concreto per diventare titolare?
“Non ho una risposta precisa, probabilmente un insieme di cose ma, come ho detto, non mi è mai pesato troppo il fatto di non giocare. A livello mentale sto bene, so quale sia il mio ruolo e far parte di uno spogliatoio del genere comporta a prescindere molte responsabilità: mi alleno duramente, non manco mai una sessione e provo sempre a spingermi al limite per portare le mie compagne a fare lo stesso. Come ci dice sempre Claudio (Vincenzi, ndr), anche chi non gioca è fondamentale negli allenamenti e con la sua presenza in trasferta: è quello che sto facendo da inizio anno e non mi pesa affatto”.

La passione per il calcio, invece, da dove nasce?
“Mi è sempre piaciuto come sport e non ho mai perso occasione di giocarci con mio fratello Matteo, che adesso gioca nell’Aurora Induno, e i suoi amici. Un giorno decisi di provare concretamente e ho così iniziato al Ceresium Bisustum in Promozione, per poi passare qui quando il Varese ha costruito la squadra femminile. Ambizioni? Per me è già un traguardo essere arrivata al Varese perché è un onore giocare per la squadra della città”.

C’è un giocatore cui ti ispiri?
“Onestamente no, ma se ne dovessi scegliere uno direi Theo Hernandez. Tra l’altro, da buona milanista, non perdevo mai occasione di andare allo stadio. Pronostico Champions League? Secondo me con il Napoli ce la possiamo fare e aspettiamo i cugini nerazzurri in semifinale”.

Per l’anno prossimo cosa ti aspetti?
“Da settembre a febbraio sarà in Erasmus a Siviglia per cui di sicuro non giocherò; in Spagna mi terrò comunque  in forma e mi farò trovare pronta al mio ritorno. Cosa studio? Sto facendo un Master in Management dello Sport: mi piacerebbe trovare lavoro in ambito sportivo”.

Per chiudere, c’è qualcuno che vuoi ringraziare?
“Oltre a mio fratello e ai miei genitori, il pensiero non può che andare a nonna Gina: mi ha sempre seguito e sostenuto in ogni scelta fatta e viene quasi sempre a vederci”.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui