Una vita da numero uno più una vita da numero uno: quanto fa? Fa Andrea Vitareti, portiere della Sommese, più Alessia Bogni portiere del Città di Varese. 
Ebbene sì, una coppia di due giovani ragazzi che condividono, oltre che una bella storia d’amore, la passione per quel ruolo un po’ pazzo e un po’ solitario. 
In realtà l’intervista all’estremo difensore granata non nasce con questo intento ma in una chiacchierata lucida, leggera e con una buona dose di umiltà in primo piano, è venuto fuori cheCi siamo conosciuti sui campi da calcio a Vergiate, da piccoli, ma ci siamo ritrovati anni dopo e da lì è scattato qualcosa, non ci siamo più lasciati”. Lo stesso amore per il ruolo tra i pali diverso, però, l’idolo a cui ispirarsi: “Lei voleva diventare come Buffon, senza barba ovviamente, e ci sta riuscendo perché è fortissima, io mi sono sempre ispirato a Casillas, per me stilisticamente è sempre stato il più bello da vedere”. 

Casillas (e Bogni) nel cuore, ma in testa solo la Sommese. Ti aspettavi un campionato così?
“No onestamente no, non mi aspettavo questa posizione in classifica, conosco questo gruppo e sapevo che avremmo fatto bene anche in Prima Categoria, ma così bene, da neo promossi, era difficile, aspettarselo”.

Ed ora visto il 4° posto ed i 31 punti gli obiettivi sono cambiati…
“Non ci provare a strapparmi di bocca qualcosa che non voglio dire (ride ndr), io sono scaramantico, super scaramantico, vogliamo continuare a far bene, quello è sicuro, ma oltre non vado”.

Super scaramantico fino a che punto? Raccontaci qualche rito.
“Ma in realtà nulla di particolare però faccio sempre le stesse cose prima della partita, arrivo al campo più o meno allo stesso orario, cose così; anzi un rito, seppur piccolo, c’è ovvero lavare sempre i guanti al giovedì, questa cosa mi è rimasta dalla Varesina, mi ha sempre portato fortuna, e alla fine è un “vizio” che mi tengo stretto”.

A proposito di Varesina, raccontaci un po’ la tua carriera.
“Io nasco nelle giovanili delle Vergiatese, ho iniziato lì, poi un giorno il mio mister di allora mi ha portato con sé alla Varesina, negli allievi e da lì è nato un percorso fino alla Juniores Nazionale, ho avuto anche la fortuna di fare qualche panchina in serie D ma non tanto per bravura, sono stata fortunato, ero al posto giusto al momento giusto, dopo la Varesina sono andato a Besnate, dove mi sono anche infortunato, e all’Olimpia, non sono mai riuscito a trovare, però, la continuità che ho trovato qui a Somma, questo è il quarto campionato con questa maglia”. 

Una o più panchine in serie D, da giovanissimo, non si fanno mai per caso, cosa ti è rimasto di quell’esperienza?
“Certamente è stato il periodo che mi ha formato di più, sono cresciuto molto ma mi sono anche reso conto che quello non era il mio mondo, io sono molto onesto con me stesso, non avevo quel qualcosa in più o quelle capacità che avevano gli altri, ho conosciuto anche Vaccarecci, portiere che ha giocato anche in serie B, ho rubato da lui e dagli altri il più possibile, ringrazio tanto la Varesina proprio per avermi fatto prendere coscienza dei miei mezzi”.

Tornando alla Sommese e alla Prima Categoria che impressioni hai su questo campionato?
“Ottimo livello, molto combattuto, non esistono partite scontate né se giochi con la prima in classifica né se giochi con l’ultima e questo rende tutto più avvincente, non mi aspettavo di vedere il Victoria e la Valceresio così in basso né tantomeno noi ed il Laveno così in alto, ripeto non c’è nulla di facile o già scritto, sicuramente Gallarate e Mozzate sono in alto perché lo meritano, personalmente sono le squadre che mi sono piaciute di più”.

Fino ad oggi ti ritieni soddisfatto del tuo campionato?
“Devo dire di sì, qui ho trovato la continuità e la serenità che mi è mancata altrove, per adesso sta andando tutto bene e sono contento ma devo dire un grazie enorme al gruppo, io faccio il mio ma senza di loro non andrei da nessuna parte”.

Mister Peloso ma anche i “tuoi” mister ovvero Riccardo Grossoni e Moreno Gianello: come ti trovi con loro?
“Il mister è molto preparato, è il primo che sente la partita, è molto pratico e si affida meno ai tatticismi, a lui piace la “garra” e noi cerchiamo di non deluderlo, quest’anno ha anche un compito più difficile perché decidere chi mandare in campo porta a delle scelte non semplici, però metterlo in difficoltà è buon segno quindi va bene così, umanamente, poi, è una persona squisita; quanto ai miei preparatori ho un rapporto splendido, Riccardo (Grossoni ndr) è un po’ un fratello maggiore, mi aiuta tanto sotto il profilo psicologico, Giane (Gianello ndr) invece è più sul lato tecnico, ma sono entrambe molto preparati ed un grande punto di riferimento”.

Ci sveli un segreto? Come mai è così difficile battere la Sommese soprattutto sul suo campo?
“Nessun segreto, noi siamo davvero un gruppo coeso difficile da battere, non molliamo mai, ci aiutiamo l’un l’altro, il nostro campo poi è il nostro fortino, abbiamo anche gli ultras che ci seguono sempre e ci danno una grossa mano, poi siamo molto fisici, a me piace definirci la classica squadra di provincia che dà del filo da torcere a chiunque”.

Dalla vittoria in casa della Valceresio alla delicata sfida con il Bosto: che gara è stata domenica scorsa e che gara ti aspetti domenica prossima? 
“Vincere al Peppino Prisco non è mai facile e loro sono un’ottima squadra, credo che il vero vantaggio sia stato segnare per primi anche perché erano partiti meglio, poi comunque siamo stati bravi a legittimare il vantaggio, con il Bosto sarà un’altra gara molto delicata, innanzitutto perché sono una buona squadra e poi perchè cercano punti salvezza, dal canto nostro noi vogliamo continuare il nostro percorso”.

Infine, visto che sugli obiettivi di squadra non ti sbilanci, hai qualche obiettivo personale?
“Direi di no, non mi pongo mai dei clean sheet o rimanere sotto la soglia di un certo numero di gol, per me conta solo il bene della squadra e con la squadra, anche se non mi sbilancio, ti dico solo che vogliamo andare il più lontano possibile”.

Mariella Lamonica

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