Ci sono fatti che in un attimo sono capaci di cambiare un’intera annata o addirittura, un intero progetto. Di questi fatti la Pallacanestro Varese quest’anno ne ha vissuti ben due, la penalizzazione prima e l’addio, ormai praticamente certo, del General Manager Michael Arcieri.
Del primo fatto ne abbiamo parlato in lungo ed in largo, in attesa solo di capire come terminerà il ricorso a titolo personale che l’ex presidente biancorosso Vittorelli a presentato al Collegio di Garanzia del Coni, del secondo, invece c’è da dibattere in abbondanza.
Michael Arcieri via da Varese è la notizia che ha scioccato l’intero mondo biancorosso, questa mattina, lunedì 12 giugno. Un fulmine più che a ciel sereno, apparentemente, che va a scontrarsi con una realtà di facciata ben diversa da quanto la scelta del GM americano di andare a Trieste possa nascondere.
Non meno di qualche settimana fa, lo stesso Arcieri confermava in maniera diretta e pubblica che sarebbe rimasto anche nella prossima stagione a Varese, non meno di qualche giorno fa, sempre Arcieri, parlava alla stampa locale dei piani del prossimo futuro della Pallacanestro Varese. Non meno di qualche giorno fa, Arcieri non lasciava trasparire alcunchè potesse far pensare ad un suo addio ai biancorossi anche a chi gli parlava in maniera informale.
Eppure la realtà di oggi ci racconta qualcosa di diverso da un Arcieri a pieno comando sulla nave biancorossa, anzi, ci racconta di un GM che ormai è pronto ad approdare in terra giuliana, anche scendendo di una categoria, in A2, per sposare il progetto, probabilmente triennale, che la nuova dirigenza USA guidata da Richard De Meo, gli ha proposto.
Ed allora è normale farsi delle domande, chiedersi perchè e come Arcieri abbia preso questa decisione. Domande che ci siamo fatti stamane, dubbi che proviamo a dissipare: intanto Arcieri era in scadenza di contratto e proprio le discussioni sul rinnovo tra lui e Scola sarebbero state alla base della separazione. Ma non solo, alcuni rumors parlano di un rapporto diventato complicato tra i due a causa della forte leadership di El General, con Arcieri che invece a Trieste, avrà la possibilità di esprimersi a pieni poteri ed in piena libertà.
Quest’ultima ipotesi però si scorna con una realtà oggettiva che parla di un Arcieri arrivato ai piedi del Sacro Monte per diretta volontà di Scola già nell’ottobre 2021, ancor prima della prima rivoluzione targata Scola; parla di un Arcieri in perfetta sintonia con la filosofia tecnico-tattica voluta da Scola per rilanciare il progetto biancorosso; parla di una perfetta sintonia anche sul lato comunicativo, con Arcieri, GM americano, abile nel parlare la lingua italiana, capace di fare da tramite tra i pensieri dell’AD, poco voglioso di esporsi davanti alla stampa, ed i giornalisti, dicendo quello che la società voleva dire, senza mai andare oltre, mettendoci anche la faccia nei momenti più duri, come nell’addio a Roijakkers.
E poi il rapporto personale tra i due, dimostrato nella sua massima forma da Arcieri nella festa salvezza post vittoria contro Scafati, con il figlio di Michael, Alexander, con la maglia biancorossa proprio di Scola indosso.
Un filo che pareva solidissimo che però si è spezzato, lasciando tutti di stucco. Un filo spezzato che si stava assottigliando nelle ultime settimane che avrebbero visto andare in scena colloqui sempre più frequenti tra i due, poi partiti Scola per il Messico e Arcieri per gli USA, senza però che El General avesse la minima idea che il suo GM potesse andare ad accordarsi con un’altra società.
Un filo spezzato direttamente dal messaggio del Toto Bulgheroni, presidente biancorosso che sotto il post della pagina social Pall Va Meme, proprio riguardo un post sul possibile addio del GM statunitense a Varese, ha scritto: “Bel modo di comportarsi..far leggere le proprie decisioni sul giornale..non ho parole per giustificare un comportamento così poco professionale e scorretto nei confronti della Pallacanestro Varese“.
Un addio quindi tumultuoso, burrascoso, che chiude un progetto che in un anno e mezzo di dirigenza Arcieri ha portato grandi risultati e nel quale il dirigente statunitense ha dimostrato tutte le sue qualità, lasciando ora Varese senza General Manager perchè sembra che la linea scelta dalla società non porti alla nomina rapida di un suo successore, con il mercato nelle mani del solo Matteo Jemoli, suo assistente e di Scola, che ancora una volta si trova ad essere l’uomo forte e solo a comando di una barca di nuovo nella tempesta, in cerca di una guida che la possa portare fuori dall’ennesima burrasca di questo finale di stagione.
Alessandro Burin