È stato uno dei grandi colpi di mercato dell’ambiziosa e in parte rinnovata Ardor Lazzate. Dopo una stagione in Serie D alla Varesina, per un totale di trentun presenze tra campionato e Coppa Italia, Luca Malvestio è pronto a tornare in Eccellenza con la grinta e il carisma che lo contraddistinguono. Tanta corsa e sostanza, unite a una visione della porta fuori dal comune, sono i tratti distintivi del centrocampista classe 1997, che per tanti anni in questo campionato aveva legato il proprio nome alla maglia del Verbano. A meno di tre settimane dal primo giorno di preparazione, che al “Gianni Brera” è fissato per lunedì 7 agosto, il nuovo innesto gialloblù valuta la sua esperienza con le Fenici e condivide con noi le sue sensazioni in vista della pre-season.

Partiamo dall’annata a Venegono, la tua prima volta in Serie D. Qual è il tuo bilancio?
“In generale è andata bene, perché sono arrivato a ventotto presenze in campionato, ma le partite che ho giocato dall’inizio non sono state tantissime. Quando sono stato chiamato in causa, sono riuscito a dare il mio contributo e mi ha fatto piacere ricevere i complimenti dall’ambiente. Ovvio che sono abbastanza grande da capire se ho fatto bene o male – e in quel caso sarei il primo a criticarmi -, ma tutto sommato posso dire che il bilancio è positivo, anche se avrei voluto incidere di più in fase realizzativa. In realtà ero partito bene, segnando subito in Coppa. All’inizio giocavamo con il 4-3-3 e potevo fare la mezzala; da metà campionato, invece, siamo passati al 4-2-3-1 e con quel modulo, quando giocavo, ero nei due di centrocampo e mi sentivo più limitato dal punto di vista offensivo. Quel cambio mi ha penalizzato e non ho trovato molta continuità. Sinceramente mi aspettavo di giocare un po’ di più, ma è stata comunque un’esperienza positiva che mi ha permesso di imparare tanto, anche perché rispetto all’Eccellenza il ritmo è completamente diverso”.


Ora passi in una piazza per te nuova, dove in un certo senso troverai un po’ di Varesina. Quanto ha influito la presenza di mister Fedele nella tua scelta?
“Diciamo che la mia scelta è dipesa soprattutto da lui, che mi ha voluto fortemente a Lazzate. Avevo ricevuto tante offerte in Eccellenza, da quasi tutte le sei/sette squadre più forti. Mi sono preso del tempo per riflettere e alla fine ho scelto di seguire il mister in questo progetto. È una bravissima persona che ci sa fare molto coi ragazzi e personalmente mi trovo molto bene con lui, sia in campo che fuori. Questa sarà la sua prima esperienza, quindi speriamo che vada nel migliore dei modi”.

Il tuo è stato solo uno dei tanti nomi caldi del mercato gialloblù. Conoscendo già qualcuno dei tuoi nuovi compagni, ci sai dire cosa ti piace di più della squadra che sta prendendo forma settimana dopo settimana?
“Che siamo completi in ogni reparto. Dietro sono stati confermati M’Zoughi, Marioli e Guanziroli e sono arrivati anche Zefi e Schieppati, che erano con me alla Varesina e che a mio parere sono giocatori giovani ma forti. In mezzo al campo ci sarà anche Pellini, che per la categoria è un giocatore importante. Da ragazzini avevamo giocato insieme al Varese, prima che lui facesse esperienza nel calcio vero, con tanto di convocazione in Champions League. In attacco sono stati inseriti degli ottimi elementi: Deodato non lo conosco bene a livello calcistico perché ci ho giocato solo contro per due anni, ma già lo conosco fuori dal campo; Giangaspero era stato con me al Verbano per una stagione, in cui aveva segnato tantissimi gol. È un attaccante che, se messo in condizione di fare bene, è una grande garanzia; poi ci sarà anche Silla, un 2000 con tanto carattere. A nomi la squadra è molto competitiva, poi ovviamente sarà tutto da vedere sul campo”.

Dando un’occhiata al potenziale girone, cosa ti aspetti da questa nuova stagione?
“Se ci mettono tutte nel girone A, sarà un campionato molto competitivo che secondo me potrebbe equivalere a un girone di Serie D; oltre al fatto che con la nuova regola dei soli due under in campo, il livello si alza ulteriormente. Non sarà facile, perché ci sono tante società che si sono attrezzate per vincere. Rispetto a una squadra come la Solbiatese siamo sicuramente un’outsider, ma penso che daremo del filo da torcere a tutti e che potremo fare un ottimo campionato”.

Personalmente, quale traguardo vorresti raggiungere?
“Sono sincero, non mi piace molto scendere nel personale perché a inizio anno mi metto sempre in testa un obiettivo, ma poi devo cercare di non pensarci troppo. Di sicuro, considerando la stagione da quindici gol di due anni fa e quella da un solo gol dell’anno scorso, vorrei almeno arrivare a sette o otto. Penso che sarebbero già tanti, visto che non sono un rigorista e non calcio neanche le punizioni. In passato mi capitava di farne tre o quattro a stagione; chiaro che crescendo hai più esperienza, diventi più furbo e cambi anche il modo di interpretare le partite, quindi spero di segnare il più possibile”.


Silvia Alabardi

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