Il 5vs5 di pallacanestro più “cool” della provincia. Il torneo/evento che, sebbene sia solo alla sua quarta edizione, rappresenta il punto di riferimento dell’estate varesina della palla a spicchi amatoriale.
Master Cage, Solbiate Arno. Sette serate di basket “vero”, “a tutto campo”. Due arbitri federali, giocatori provenienti dalle categorie più “nobili” del mondo minors: un pizzico di A2, tanta serie B, tantissima serie C e serie D. Un gruppo affiatato di ragazzi che organizza e si diverte di più di chi gioca.

Ne abbiamo parlato con Alberto Riganti, organizzatore del torneo che Varese Sport.com vi racconterà passo passo dalla prima all’ultima serata.

Perché il nome Master Cage?
“ “Master” è il format che ci siamo dati ormai 8 anni fa, nell’estate del 2015. Abbiamo ideato, creato e poi gestito per 5 anni un torneo di calcio a 5 mutuando il concetto di Master League presente nel noto videogioco PES. Ogni team iscritto sceglieva una delle squadre inerenti al tema a cui ispiravamo il torneo. Ogni player, un giocatore della squadra scelta. Master Classic, Euro Master League, Master Champions League. Partite ad alto livello, arbitraggi professionali, interviste dopo la partita, tanti contenuti social, cronaca e commenti in presa diretta.  “Cage” è semplicemente il nome del parco in cui giochiamo a basket. Una volta, quello che ora è il campetto da basket, era un pista da pattinaggio con ringhiere in ferro, e dentro si giocava a calcio come in una.. gabbia. La gabbia è il nome del posto, The Cage è il nome scelto per il mondo del basket”.

Poi il passaggio alla palla a spicchi..
“Con il calcio avevamo fatto tantissimo, il basket si presta molto di più al concept di “coolness” sui cui investiamo. La Master Cage, è cool perché la musica è quella giusta, i giocatori offrono un grande spettacolo mixando agonismo e talento, gli speaker intrattengono la platea mescolando aneddoti, soprannomi e generando grande hype. E poi, da quest’anno, All Star Game, anelli in stile campioni NBA, merchandising, highlights e molto altro ancora”.

Com’è il format del torneo?
“Sei squadre e girone all’italiana. Tutti giocano contro tutti e poi le 4 migliori fanno le final four in singola serata. Ogni serata tutti giocano e tutti sono al campo a seguire l’andamento del torneo. Le partite si giocano alle 20.45, alle 21.30 e alle 22.15 circa con 2 tempi da 15 minuti ciascuna. La licenza poetica che ci siamo concessi, è il tiro da 4. Tre “bolloni” posti a 9 mt dal canestro per ogni metà-campo, all’interno del quale il tiro vale 1 punto in più. Siamo dei precursori, presto anche la FIBA si adatterà a questa idea geniale”.

Il torneo è a iscrizione libera?
“Si, sulla carta. In realtà la sei squadre partecipanti confermano sempre a fine torneo la loro presenza anche per l’anno successivo e durante i mesi invernali si scatena il mercato sotterraneo della composizione dei roster. Essere in campo al nostro torneo è una stelletta da abbottonarsi al petto, significa essere un giocatore “riconosciuto” in provincia, uno che “gioca la Master Cage””.

Chi troviamo a bordo campo?
“Ragazzi, ragazze, genitori appassionati che seguono i loro figli ma anche allenatori, presidenti, dirigenti e addetti ai lavori. A bordo campo talvolta è nato qualche colpo di mercato e qualche trattativa è decollata. Il sale della Master Cage è il saper essere un prodotto di basket autentico, al 100%”.

Dunque non resta che sederci e goderci lo show?
“Esattamente. 7 / 10 /12 / 13 / 17 / 19 /21 luglio. Con la chicca dell’ALL STAR CAGE di mercoledì 19 luglio: una serata “aggiuntiva” dove i migliori prospetti del torneo sono chiamati a dare vita alla partita delle stelle, la gara da tre punti e la gara delle schiacciate. Sarà una bella serata con una duplice valenza, infatti tutto il ricavato sulla vendita del merchandising e altri introiti saranno dirottati al sostegno dell’associazione SuperO ODV (SuperO ODV – Organizzazione di Beneficienza (supero-odv.org)). E’ un progetto a cui teniamo moltissimo, legato ad una piccola solbiatese che abita giusto a qualche metro dalla “Cage Arena”. Vi aspettiamo tutti”.

Alessandro Burin

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