Lucky loser” è il termine che nel tennis ad alto livello viene usato per identificare un giocatore, perdente nel tabellone di qualificazioni, che viene ripescato nel tabellone principale.

“Perdente fortunato” nella sua traduzione più letterale. Ieri, giovedì 16 marzo, è toccato a Mattia Bellucci essere il “lucky loser” dell’ ATP SuperChallenger di Houston (Texas, ndr). Il tennista classe ’01, dopo essersi sbarazzato dello statunitense Cassone nel primo turno del tabellone cadetto (3-6 6-3 6-1 il punteggio, ndr), aveva successivamente perso, nel match decisivo, con il russo Kotov (6-4 6-3, ndr).

Bellucci, rimasto a Houston per continuare ad allenarsi con i tanti giocatori forti presenti nella manifestazione texana, è però stato richiamato alle armi poco prima dell’inizio del match. Ilya Ivashka, giocatore bielorusso numero 85 ATP, ha infatti annunciato il suo forfait e ha, quindi, lasciato libero un posto nel tabellone. Ironia della sorte, il bustocco che attualmente occupa la 150esima posizione della classifica mondiale, è stato fortunato ad essere ripescato, ma lo è stato meno nell’accoppiamento. A tabellone già compilato, infatti, Bellucci si è trovato a dover sfidare Matteo Berrettini.

Nonostante l’attuale numero 3 d’Italia non stia vivendo un periodo facilissimo all’interno del rettangolo di gioco, rimane comunque un avversario complicatissimo da affrontare. Al momento Berrettini è al numero 23 ATP, ma solamente poco più di un anno fa il tennista romano era arrivato ad issarsi fino al numero 6 (suo best ranking, ndr). Affrontare un incontro sapendo solo poco prima dell’inizio della partita di dover scendere in campo non è facile, ancor meno lo è sapendo di affrontare un connazionale che è anche la testa di serie numero 1 del torneo.

Detto questo, però, Bellucci è sceso in campo determinato a non fare sconti e a dare del filo da torcere al romano classe ’96. 6-4 6-4 il punteggio a favore di Berrettini, a cui è bastato un break per set per portarsi a casa il match e accedere al turno successivo. Sono stati 7 gli ace di Bellucci, contro i 9 di Berrettini e la differenza sta soprattutto nel dato delle palle break convertite: Berrettini ha sfruttato 2 occasioni sulle 5 concesse da Bellucci per strappare il game di servizio all’avversario, mentre il varesino non ne ha sfruttata neanche una (0/2, ndr). Dati che, comunque, fotografano un’ottima prestazione di Mattia Bellucci, contro un avversario di altissimo livello. Talvolta si impara più dalle sconfitte che dai successi e noi siamo sicuri che, nonostante un periodo fatto di alti e bassi, Bellucci, da queste partite, avrà sicuramente imparato tanto.

Filippo Salmini

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