Sono passati poco più di dodici mesi da quando la Base 96 Seveso si colorava di rosso nella classifica del girone dopo la doppia gara dei playout contro il Pavia. La sua lontananza dall’Eccellenza, però, era destinata a durare ben poco. Sotto la guida tecnica di Marco Varaldi, scelto come condottiero per il campionato di Promozione, i rossoverdi raggiungevano la terza posizione, dietro a corazzate del calibro di Saronno e Meda, per poi conquistarsi il salto di categoria nella cavalcata dei playoff. Naturale, a quel punto, la riconferma del giovane allenatore, che continuerà a difendere la panchina rossoverde con la stessa sicurezza con cui nella sua carriera da calciatore difese i pali di squadre di Serie C, quali Lecco, Giulianova e Biellese, dopo il biennio come terzo portiere nell’Inter di Marcello Lippi. Una settimana prima dell’inizio delle competizioni, il tecnico rivive la stagione vincente con i suoi ragazzi e si proietta con cautela e fiducia verso il prossimo capitolo.
Una stagione come quella dell’anno scorso è il sogno di tutti gli allenatori. In un girone non semplicissimo, qual è stato il vostro punto di forza?
“Vincere i playoff non era qualcosa di scontato perché la Base arrivava da una retrocessione e non era facile, entrando nell’ambiente in quel momento, riportare l’entusiasmo necessario, oltre al fatto che c’erano squadre che avevano investito di più. Il club aveva comunque fatto un lavoro egregio, ma non si può nascondere che le favorite fossero altre. Rispetto all’anno prima, erano stati persi tanti giocatori e il cosiddetto gruppo storico si era ridotto a quattro o cinque elementi. I ragazzi erano stati bravi a ritrovare la forza necessaria per compattarsi insieme ai nuovi e probabilmente la rivoluzione messa in atto era stata una ventata d’aria fresca. Nel girone di andata abbiamo preso consapevolezza con nove vittorie consecutive e dominato fino alla penultima giornata, quando la sconfitta nello scontro diretto col Saronno ci ha ridimensionato. C’è stato anche qualche momento difficile, ma in un percorso di crescita ad ampio spettro ci siamo sempre rialzati dopo ogni caduta, coronando il tutto con la promozione. È stata il risultato di tutti: squadra, allenatore e società”.
Possiamo dire che le riconferme all’interno della rosa sono state il corollario di quella vittoria?
“Le nostre armi sono sempre state l’entusiasmo, il sistema di gioco e il gruppo, quindi non si poteva che rendere merito a questi ragazzi. La società ha condiviso la mia scelta di riconfermare gran parte della rosa, perché secondo me stravolgere la situazione sarebbe stato rischioso. Chi è andato via, l’ha fatto per sua volontà, e i sette o otto giocatori che abbiamo inserito, a parte Galimberti che è un classe ’91 di esperienza, sono tutti profili giovani. Chiaramente questa scelta è dipesa dalle nostre economie, più limitate rispetto ad altre piazze, ma anche dal fatto che volevamo fare acquisti mirati e che da allenatore mi piace molto lavorare coi giovani. Probabilmente non faremo un campionato di vertice come l’anno scorso e per gli investimenti fatti ci collocheremo negli ultimi posti della griglia di partenza; da parte nostra, però, speriamo di rivelarci la sorpresa del girone”.
In due stagioni è passato dalla panchina della Prima Categoria con la Triestina all’Eccellenza conquistata sul campo: personalmente come si approccia a questo nuovo inizio?
“Tra gli anni da giocatore e quelli da allenatore, ormai mi manca solo la Terza Categoria e la Serie B (ride, ndr). Sarà una bell’avventura da vivere in un ambiente adatto e sicuramente dovrò corrispondere gli oneri richiesti a un allenatore, ovvero fare il risultato. Con la Base si è creato un legame importante e dovremo essere bravi a conservare con cura l’entusiasmo, anche quando il verdetto del campo non ci darà ragione”.
Ci ha già detto che vorrete essere la sorpresa del girone… Concretamente a cosa punta questa Base 96?
“Da neopromossa ovviamente dobbiamo pensare a mantenere la categoria. Cercheremo di essere all’altezza, divertirci ed esprimere un buon calcio; se metteremo in pratica tutti questi fattori, penso che potremo centrare l’obiettivo”.
Silvia Alabardi