Un anno fa esatto facevamo il punto della situazione in casa BasketBall Gallarate con il Direttore Generale biancoblu, Francesco Fogato, nel pieno di una stagione che avrebbe regalato la vittoria del campionato di C Gold alla Prima Squadra e una crescita esponenziale alle attività del settore giovanile.

Oggi, a 365 giorni di distanza, abbiamo l’occasione di riprendere il filo, parlando proprio con Francesco Fogato che ci traccia il bilancio dell’annata passata e indica la via per la nuova.

Partiamo subito, nel bilancio del 2022, dalla vittoria del campionato di Serie CGold e il conseguente approdo in B della Prima Squadra
“Senza dubbio il 2022 è stato un anno importante. La prima cosa che viene subito in mente è proprio la promozione in Serie B, che ha aperto scenari sconosciuti sia alla società sia a parte degli stessi ragazzi che l’hanno conquistata. E’ stata una grande soddisfazione ovviamente e, come ho già detto, io sono contentissimo di quanto successo in primis per il nostro Thomas Valentino. I senior non sono il mio primo target, ma mi sto abituando a questa nuova, bellissima esperienza che a Gallarate non si era mai vissuta e che ci siamo meritati ampiamente sul campo. E, secondo me, resa ancor più dolce dall’aver raggiunto questo traguardo grazie alla programmazione. Forse non eravamo i più forti, i più ricchi o quelli pettinati meglio, anche perché il capitano; tuttavia, siamo stati i più determinati, più efficaci, i più…belli. La B ci sta dimostrando, una volta di più, che questo non è un mondo in cui ci troviamo per caso, al di fuori dalle nostre possibilità. Quest’estate, la squadra è stata costruita con un senso, con un ampio dialogo tra Società e Staff Tecnico. Sicuramente non abbiamo il budget delle prime 4 e neanche delle prime 8, ma abbiamo messo sul tavolo idee ben precise e gli sforzi vengono ripagati con buoni risultati sul campo”.

Idee che sono alla base del progetto che va avanti sulle attività giovanili. Lo scorso anno avete fatto un importante salto in avanti, da settembre ancor di più..
“Ad oggi, nelle iscrizioni ai campionati siamo arrivati ad un punto mai raggiunto prima. Abbiamo, tra le altre, due Élite, due Eccellenze e un Gold con sostanzialmente tre anni di lavoro alle spalle. Dobbiamo pur sempre considerare di essere negli stessi campionati di società con potenze da fuoco totalmente diverse dalla nostra: da una parte, settori giovanili di Serie A, con foresterie, reclutamenti su scala nazionale e internazionale; dall’altra, realtà che vivono questi campionati da decenni, come ABA, Cernusco, Blu Orobica ecc. Trovarci qui, nel top della Lombardia, è qualcosa cui aspiravamo dal primo giorno, perché permettiamo ai nostri ragazzi di fare una grande esperienza. Stiamo facendo esperienze importanti; al di là di qualche eccezione, stiamo dimostrando di poter stare in questi campionati. La vittoria o la sconfitta possono essere viste come passi avanti o indietro all’interno di un percorso, però poi quello che conta è proprio il percorso stesso nella sua interezza. Io rimango convinto solo di una cosa: senza impegno, sacrificio e fame non si arriva da nessuna parte. Ma non a Gallarate, non nel basket… nella scuola, nella vita, sul lavoro. Questo cerchiamo ogni giorno di insegnare ai nostri ragazzi, a volte riuscendoci, altre meno. E lo stesso vale per noi, per me: con il 2023 voglio togliere gli specchietti retrovisori: non mi importa di guardare indietro e vedere quanto è stato fatto fino ad oggi, dove eravamo tre anni fa ecc; conta solo quello che facciamo e dovremo fare per arrivare dove vogliamo”.

Cosa volete realizzare allora, dove volete arrivare?
“Io ho impostato all’inizio del progetto una programmazione quinquennale e oggi siamo nel corso del quarto anno; da certi punti di vista siamo anche più avanti di quanto mi ero prefissato, pur dovendo considerare tutti i problemi portati dal covid-19. Fare settore giovanile ti obbliga ad avere pazienza. Io stesso in questi tre anni sono cresciuto, vedo e valuto le cose in maniera diversa. Qualche giorno fa leggevo un articolo in cui si parlava di Davide Calabria, che durante le giovanili spesso sedeva in panchina e oggi è il capitano del Milan: è un esempio del fatto che lavorando seriamente e con continuità si possono ottenere risultati anche di un certo spessore, senza per forza essere la punta di diamante della squadra o vincere mille campionati e tornei. Ad esempio, raccontavo scherzosamente che un nostro ragazzo del 2005 che aveva pochi minuti fino allo scorso anno, ad aprile si è svegliato un giorno e si è reso conto di saper giocare: oggi si allena a Casorate in C Silver. E il 90% è merito suo che non ha mai mollato un centimetro; noi ci siamo limitati a dargli gli strumenti. A livello giovanile non sai mai cosa aspettarti e il miglioramento e la crescita sono dietro l’angolo, se coltivate come si deve. Il nostro obiettivo deve essere quello di creare giocatori che raggiungano il miglior sviluppo tecnico e anche mentale, ma soprattutto la fame di voler arrivare. Noi siamo una società molto attenta sul territorio, vediamo decine di partite ogni anno di tutti i campionati per capire se ci siano ragazzi su cui investire: il che non vuol dire “rubare” ragazzi ad altre realtà, ma offrirgli un percorso di sviluppo che a nostro modo di vedere possa contribuire al loro miglioramento, grazie al lavoro del nostro staff. Tutte le società che collaborano con noi possono confermarlo: il nostro primo interesse è aiutare a costruire per una sostenibilità nel medio-lungo periodo; depauperare fino a distruggere a chi serve?”.

Un discorso che si lega a quello che è tutto il mondo HUB Sempione. Dopo tre anni, nella testa di ragazzi e famiglie, sta entrando il concetto base del progetto? Ovvero giocare in una determinata squadra dell’HUB (Eccellenza, Provinciale, UISP) non per premio o bocciatura, ma perché è la realtà migliore nel quale crescere?
“Noi siamo anni luce avanti a rispetto a quando siamo partiti e anni luce indietro dal punto in cui vorrei arrivare. E’ un viaggio lungo, anche perché quello del nostro HUB è un concetto mai sviluppato altrove con queste caratteristiche. E’ una prospettiva totalmente diversa per cui stiamo facendo un lavoro enorme nel quale cerchiamo di trasmettere questa nuova cultura. Nella trasmissione di questa unione, questa cultura, questo essere tutti parte di un medesimo Progetto grande merito va a Matteo Rizzo, che si prodiga ogni giorno del suo incarico a unire, a creare, a fare iniziative congiunte. Noi non bocciamo nessuno, semplicemente cerchiamo di dare opportunità diverse e, nella nostra prospettiva, migliori. Perché fare il dodicesimo in una squadra a 2 minuti a partita quando si può essere protagonisti con 30 minuti in un’altra squadra dello stesso progetto? Il concetto va espanso, non si parla di più bravo o meno bravo, ma di percorsi che i giocatori devono fare in un modo e altri in un altro per arrivare ad esprimere il loro miglior potenziale. Questa è la forza dell’HUB; una forza che diventerà esponenziale quando verrà capita ed apprezzata al 100%. Vogliamo creare delle squadre HUB del Sempione, partendo già dal prossimo anno con gli Under 13. Vogliamo creare una sovrastruttura che raccolga il meglio dell’HUB, che rappresenti un obiettivo tangibile per i nostri ragazzi”.

Facciamo un gioco adesso, diamo degli Oscar ai protagonisti del 2022..Il miglior giocatore del 2022?
“Per quanto fatto fino ad oggi De Bettin. Le letture che fa lui sono di livello assoluto. Quando vedi leggere la pallacanestro così non puoi che apprezzarla”.

Miglior allenatore?
“Sicuramente merita una menzione Stefano Gambaro, che l’anno scorso ha vinto e si sta dimostrando persona valida e professionista di spessore. Tuttavia, l’Oscar va ad un allenatore che ha fatto dei passi da gigante: Chicco Riva. Mi sta facendo vedere una crescita veramente importante. E’ un allenatore “giovane”, se consideriamo che ha giocato a basket tanti anni ed ha iniziato ad allenare solo una volta smesso; ha esperienza di campo di tutto rispetto e soprattutto è un allenatore che riesce a far innamorare i ragazzi e le famiglie con la sua educazione, garbo e competenza. E’ uno che studia, continua a studiare e ci mette passione. Sono contento della sua crescita. Io son soddisfatto di tutto il mio staff di allenatori perché sono tutti di ottimo livello, però un premio lo do sicuro a lui”.

Miglior dirigente, escluso chi sta parlando?
“Escluso anche perché arriverei quarto o quinto…All’interno dell’HUB sicuramente Alberto Riganti, cresciuto in maniera esponenziale e che non a caso ora ricopre un ruolo di primaria importanza come quello di Team Manager nella nostra Prima Squadra. Preciso, metodico, competente; ha sicuramente tanta esperienza da fare ma il 2022 è stato il suo anno e questo dimostra il nostro continuo tentativo di crescere e valorizzare risorse interne per poi gratificarle. Per il 2023 candido già Paolo Cecco di Luino, ex compagno sia mio che di Chicco Riva. Una mente cestistica eccelsa, a mio modo di vedere è stato capace già in pochi mesi di dare a Luino una solidità che forse non aveva mai avuto negli anni passati. Sono convinto che, all’aumentare delle responsabilità che gli verranno date, potrà dimostrare quanto vale”.

Miglior squadra di questi primi mesi di CGold?
“Nerviano. Al di là del fatto di aver preso Goretti ed essere molto più avvantaggiata delle altre per questo in quanto il Gore è ex BBG (ride, ndr), sono state fatte scelte di investire su ragazzi che necessitavano di avere un’opportunità importante (come De Vita e Genovese) e lo hanno fatto mantenendo una struttura stabile. Io da dirigente sto imparando che chi meno cambia meglio cambia. Se parti da una struttura stabile cambiando pochi tasselli per volta, possono succedere due cose: se rimani nella stessa categoria, prima o poi fai il salto; se fai il salto, ti avvantaggi di avere già un importante zoccolo duro per ambientarti al nuovo livello. Esempio possiamo essere noi o anche la gestione di Tomasich a Marnate dove, dopo la conquista della CGold, è stato tenuto gran parte del roster anche per il nuovo campionato e infatti stanno viaggiando a velocità di crociera pur ad un livello superiore”.

La migliore della CSilver?
“Come detto sopra, Luino che è ben diretta e ben allenata da Enrico Senesi. Poi sicuramente Daverio sta facendo un percorso importante a scapito delle poche risorse di cui dispone, come la nostra Casorate”

C’è un prospetto di giocatore che la sta facendo innamorare? Un suo pallino?
“Penso di aver avuto modo di “gestire” già tanti giocatori che mi regalano sorrisi; l’ultimo forse è Riccardo Antonelli che è un vero punto di riferimento in campo e fuori per tutti i compagni. Poi probabilmente ha ancora squadra solo perché io e lui siamo amici, altrimenti non lo vorrebbe nessuno, ma questo è un altro discorso (ride, ndr). Un giocatore che ho provato tante volte a portare a Gallarate e che invece continua a “tirarmi pali” è Stefano Caccianiga, che ho avuto modo di crescere quando era ancora in fasce insieme al mio amico Omar Busana e oggi mi ringrazia cosi. Ci sarebbe poi Giovanni Romano’, che secondo me è veramente un bel giocatore. Il vero obiettivo è trovare un sosia di Teo Clerici, ma sul mercato ad oggi non c’è, stiamo provando a costruircelo in casa ma ci vorrà ancora qualche anno”.

Crede nell’obiettivo playoff in Serie B?
“Sì, ci credo fermamente nei playoff. Questa è una squadra in linea con le aspettative e secondo me si può giocare l’accesso ai playoff fino all’ultima giornata. I playoff non devono essere visti come un obbiettivo ansiogeno, ma come una gratificazione del tanto e duro lavoro che stanno facendo tutti in palestra, dallo staff ai giocatori”.

A livello giovanile invece cosa aspettarci dal 2023?
“Ci aspettiamo tanto. Penso che stiamo per cambiare marcia, per alzare i giri del motore e partire con grandi cose. Con l’aiuto del mio caro amico Luca Ciardiello e di Thomas Valentino stiamo cercando risorse per fare il salto anche a livello giovanile, dopo averlo fatto con la Prima Squadra. Vogliamo arrivare ad avere pulmini di proprietà per poter andare a prendere i ragazzi a casa, anche se il vero sogno sarebbe quello di creare un luogo dove i ragazzi possano trovarsi, studiare, fare gruppo e parlare di pallacanestro. Questo sarebbe il culmine della costruzione dello spirito BBG. I ragazzi sono consapevoli di essere parte di qualcosa di speciale che va amplificato e reso ancora più integrante. Quest’estate, poi, con Paolo Remonti torneremo negli Stati Uniti per fare un percorso estivo con i ragazzi del settore giovanile e lanceremo il progetto femminile, che ha emesso il suo primo vagito nel quadrangolare organizzato da noi a dicembre. Abbiamo margini importanti per creare anche questo polo. Un ulteriore pezzo di carne parte di una grigliata quanto mai succulenta”.

Alessandro Burin

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