Genuinità, freschezza e vivacità. Caratteristiche della vita di tutti i giorni che Beatrice Vitali non manca mai di trasporre anche sul rettangolo verde in ogni allenamento e in ogni partita: l’esterno classe ’03 in forza al Città di Varese fa proprio della semplicità il suo punto di forza e, in virtù di ciò, sa riconoscere spontaneamente quello che le serve ancora per fare il grande salto.
Di certo, non le manca la voglia di mettersi alla prova e di sudare per quei colori che ormai sente suoi, visto quanto sono già riusciti a dargli in meno di una stagione. In biancorosso Vitali ha trovato una maglia da titolare, un gruppo solido e affiatato e un ambiente in grado di darle tanta fiducia, rendendola ancor più vivace del solito. “Quando gioco mi carico come una molla – commenta subito ridendo la classe ’03 – e, per usare un eufemismo, mi partono gli emboli. Fa parte del mio essere e credo rispecchi quel dinamismo che è il mio punto di forza”.
Dinamismo che si affianca alla duttilità, dico bene?
“Sì. Io nasco come difensore esterno, ma posso spaziare su tutta la fascia anche se, dal mio punto di vista, mi trovo meglio in difesa perché mi sento più sicura. In attacco, per quanto riesca a far salire la squadra e risultare pericolosa con la mia velocità, mi manca completamente il fiuto del gol. Due settimane fa contro il Lesmo avrei potuto segnare ma, dopo la respinta sul tiro di Lunardi, sono riuscita a sbagliare a porta vuota…”.
Come mai questo limite?
“Sarò sincera: non l’ho ancora capito. Il mio obiettivo, comunque, è quello di fare almeno un soprattutto per le mie compagni che forse ci credono ancor di più di me. Ho già preparato un’esultanza organizzata, ma ovviamente la rivelerò al momento opportuno, nella speranza che quel momento arrivi già domenica prossima”.
Mister Bottarelli, a tal proposito, cosa ti dice?
“Il mister crede davvero tanto in me e nelle mie potenzialità: ha un ottimo modo di rapportarsi con noi ragazze sia nella preparazione fisica sia soprattutto a livello mentale e di questo non posso che essergli grata. Mi ha dato l’opportunità di giocare e mi ha spinto a provare anche altri ruoli: tendenzialmente gioco a destra ma, se dall’altra parte ci sono attaccanti veloci, posso adattarmi anche a sinistra. Il mio problema principale è l’ansia pre-match: mi distrugge. Anche da questo punto di vista, però, il mister sta facendo un lavoro eccezionale aiutandomi a superare questo mio limite”.
Domenica scorsa è arrivata una vittoria attesa e importante, ma che si è rivelata più difficile del previsto. In ogni caso, l’obiettivo del settimo posto è stato raggiunto.
“Raggiunto momentaneamente, perché sappiamo di dover lottare fino alla fine per difenderlo e, perché no, guadagnarne altri. I tre punti di domenica sono pesantissimi perché abbiamo affrontato una squadra determinata a rovinarci i piani: siamo state brave ad entrare in campo con la giusta convinzione e indirizzare subito la gara, per poi difenderci dal loro tentativo di rimonta. Adesso dobbiamo proseguire così: il quarto posto sarà difficilissimo, già il quinto è più alla portata, ma non dobbiamo porci limiti”.
Domenica prossima, invece, sarà tempo di big match. La sfida al Lecco è forse per voi la partita più sentita in stagione, dico bene?
“Di sicuro è sempre una gara piena di emozioni: lo è per me che non ero qui lo scorso anno, figuriamoci per le mie compagne. All’andata abbiamo pareggiato 1-1 all’Ossola in un match elettrizzante in cui ognuna di noi ha dato ogni briciola di energia in suo possesso. Domenica prossima non sarà diverso: mi aspetto un match intenso, pieno di continui ribaltamenti di fronte, che proveremo a far nostro in ogni modo nonostante qualche assenza di troppo”.
Venendo a te, ti aspettavi una stagione del genere?
“In tutta sincerità no. Io sono arrivata dalla Solbiatese Azalee in prestito con l’idea, lo ammetto, di stare più che altro in panchina. Nel momento in cui mi è stata data l’opportunità di giocare l’ho sfruttata e la stagione è stata per me un crescendo di emozioni: adesso che sono in ballo voglio dare tutto fino alla fine per ripagare la fiducia di chi ha creduto in me”.
Colgo l’assist: come sei arrivata al Varese? Ripercorriamo brevemente la tua carriera.
“Parto col dire che sono sempre stata appassionata di calcio e, tra l’asilo e la prima elementare, ho iniziato a giocare al Morazzone nelle squadre miste fino ai 12 anni. A quel punto pensavo di smettere, ma ho avuto la possibilità di passare al CSI con la maglia de Le Gazze, anche se per questioni di età non ho potuto giocare per un po’; si tentò poi il salto a undici ma, tra il Covid e una spalla rotta, ho giocato veramente poco. L’anno scorso a Solbiate ho collezionato in totale una mezzoretta, ragion per cui è questo per me l’anno della svolta: ho preso fiducia e sarò pronta, un domani, a mettermi ancora alla prova in Serie C, con la maglia del Varese ovviamente”.
Vita privata?
“Finite le superiori ho iniziato a lavorare facendo servizio dopo-scuola: mi piacerebbe diventare insegnante negli asili perché ho un feeling particolare con i bambini visto che mi affeziono in fretta e la cosa è reciproca. Allenare? È una possibilità che ho già preso in considerazione perché credo che il calcio, se insegnato nella maniera giusta, possa dare tanto”.
Vista questa tua propensione, qual è il tuo ruolo nello spogliatoio?
“Non posso certo definirmi una leader caratteriale, ma di sicuro non sono nemmeno la più timida. In realtà, la forza di questa squadra è l’essere una grande famiglia e lo dimostra il mio approccio: nel momento in cui sono arrivata ho subito legato con tutte”.
Chiudiamo con i consueti ringraziamenti: c’è qualcuno in particolare cui vuoi rivolgere un pensiero?
“Senza dubbio a quella santa donna di mia mamma Michela. Mi ha accompagnata ovunque aiutandomi a coltivare la mia passione, mi supporta ogni giorno e sopporta la mia ansia; non posso far altro che ringraziarla e continuare ad impegnarmi al massimo per realizzare i miei sogni e ripagare il suo sostegno. L’obiettivo? Arrivare in Serie A. È il sogno di chiunque giochi a calcio e non credo di abbandonarlo tanto facilmente. Farlo con il Varese sarebbe il sogno dei sogni”
Matteo Carraro