La città giardino di Varese non è particolarmente nota: nonostante 80.000 abitanti e il grande numero di parchi e giardini, poco si sente parlare di questo luogo. Potrebbe essere colpa della posizione, così al confine con il canton Ticino, potrebbe essere colpa della natura che circonda la città, bella come poche altre cose all’interno del territorio lombardo, potrebbe essere la vicinanza con Milano: nel giro di massimo un’ora è possibile arrivare nel capoluogo lombardo, sfruttare un comodo deposito bagagli presso Milano Centrale e girare la città.
Eppure a Varese non mancano storie da raccontare e tragitti da ripercorrere: uno di questi è quello del Varese Calcio, la squadra locale che ha fatto sognare e innamorare generazioni e generazioni di abitanti lungo cento anni di storia, all’ultimo fallimento del 2019. Nel corso di questo articolo cercheremo di ripercorrere questa storia, con attenzione ai dettagli e qualche piccola chicca per chiunque non si sia mai addentrato nella sua ricostruzione.

La fondazione

Il Varese Football Club nasce nel 1910 come società per il gioco del calcio, che già veniva praticato in città. Inizialmente vestiti di bianco viola, con un campo rappresentato dalla piazza del mercato, i giocatori nel 1914 riuscirono a prendere parte al campionato di promozione del comitato regionale Lombardo, arrivando primi nel girone di qualificazione e terzi nel girone finale, dietro solo a Pavia e Ausonia Pro Gorla. Durante il 1915 l’esplosione della guerra mondiale interruppe le attività della squadra per ben quattro anni, riprendendo soltanto nel 1919 con l’introduzione della massima serie locale (prima categoria). 
Fino al 1950 la storia del Varese prosegue tranquilla tra le divisioni minori regionali, con partite disputate in diversi stadi della città, fino alla sistemazione permanente a seguito della costruzione dello stadio del Littorio a Masnago. Il Varese calcio arrivò in Serie C durante la fine degli anni trenta e arrivò in serie B durante la seconda metà degli anni quaranta, dopo la parentesi del campionato Alta Italia legata alla presenza del fascismo.

Tragedie indirette

Prima di proseguire oltre è bene parlare dello stadio polisportivo ancora oggi utilizzato dal Varese per accogliere le gare casalinghe della propria squadra. Una volta stadio Littorio, oggi Stadio Franco Ossola, la struttura di Masnago fu presentata all’ufficio tecnico del comune nel 1935, con i lavori di costruzione terminati durante il corso dello stesso anno. Dopo la caduta del fascismo lo stadio fu adibito a campo di prigionia temporaneo per il comitato di liberazione nazionale alta Italia. Con il termine della seconda guerra mondiale e il ritorno alla normalità lo stadio acquisì il suo nome definitivo, anche se a causa di una terribile tragedia. La tragedia di Superga è infatti un incidente aereo avvenuto a Torino durante il pomeriggio del 4 Maggio 1949. Durante quel pomeriggio un aereo della compagnia aerea ALI con a bordo l‘intera squadra del grande Torino si schiantò contro il terrapieno sotto la basilica di Superga, poco fuori dal capoluogo piemontese. I giocatori erano la colonna portante dell’allora nazionale, nonché una delle nazionali più forti del decennio, con 5 scudetti consecutivi e una coppa Italia. Tra questi figurava anche Franco Ossola, attaccante in forza al Torino prelevato dall’allora squadra locale durante il 1940; lo stadio è ancora oggi dedicato a lui.

Ondeggiando tra le serie maggiori

La formazione del Varese della stagione 1965-66

Nel periodo che va dal 1964 al 1975 il Varese Calcio riuscì a partecipare a ben 7 campionati di serie A, senza però mai primeggiare per evidenti limiti di budget e mercato, nonostante tanti talenti in formazione come Kurt Anderson o Horst Szymaniak. Diverse furono le rivoluzioni derivanti dagli allenatori, con regolamenti e contratti molto più lassi nei confronti dei giocatori. Uno dei momenti storicamente più noti di questo periodo è sicuramente il 5-0 inflitto alla Juventus nel 1966, con la complicità di Pietro Anastasi, che l’anno dopo si trasferirà alla società torinese diventandone uno dei giocatori più riconoscibili e apprezzati. Nel campionato 1968-1969 il Varese retrocedette in Serie B, tornando poi in serie A nel 1970-1971, complice una sorprendente e sofferta vittoria 3-0 con il Foggia calcio. Da qui al 1975 il Varese non fa altro che essere indeciso, balzando di campionato in campionato senza una stabilità: le ultime fondamenta del successo vennero distrutte nel 1974 con la cessione dei giocatori migliori a varie squadre, tra cui il Milan. Nel 1974 il Varese retrocede in Serie C, dove rimane in C1 fino al 1980-81 prima di tornare in serie B per tre anni. Durante la stagione 1984 un cambiamento nel panorama societario ha portato alla retrocessione in Serie C1 e la discesa successiva in C2 e la successiva stasi in serie D (campionato 1992-1993), a causa delle difficili condizioni economiche.

Tra vette e discese a cavallo del nuovo millennio

È difficile citare tutti quanti i dettagli di ciò che è successo al Varese dagli anni novanta in poi: 2 coppe Italia di serie C (stagioni 1994-1995 e 1997-1998), una risalita dalla serie D e poi la serie B persa (stagione 1990-2000) per un colpo contro il Cittadella, soffrendo un 2-0 durante la gara di ritorno. Da lì in poi si susseguono tre stagioni piuttosto normali, con la squadra a metà classifica e poche novità anche dal punto di vista societario. Con la stagione 2003-2004 le cose cambiano di nuovo, a seguito dell’esonero del tecnico sportivo a causa di divergenze con la dirigenza e una stabilità societaria sempre più altalenante, anche a causa dell’importante debito nei confronti della Lega Calcio. Il peggio arriva nel 2004 con il primo fallimento societario: nell’estate dello stesso anno non si riuscirono a presentare le garanzie richieste dalla federazione per l’iscrizione al campionato C2 e ciò si concretizzò in un vero e proprio scisma: da una parte il Varese 1910 finanziato da una rete di imprenditori locali, dall’altra il Varese calcio patrocinato dalla famiglia Turri, che inizialmente non riuscì a soddisfare le garanzie richieste per il campionato C2. In seguito a questo fallimento, il Varese calciò fu rifondato ripartendo dall’eccellenza e impiegando poco tempo per ritornare in serie C2. I tifosi della squadra che ci leggono sicuramente conoscono con grande affetto tutto quello che è successo da questo momento in poi, tra il ritorno in serie B e la serie A sfiorata durante la stagione 2011/2012. Per quanto l’immediato passato della squadra, tra lotte intestine, retrocessioni, crisi societarie e altri fallimenti sia una fase quasi dolorosa, l’amore dei tifosi per il Varese rimane sempre una certezza in grado di animare il futuro della squadra.

Redazione

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